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Società della salute, il sindaco Conti annuncia la Pisexit

di Luca Cinotti
Il sindaco di Pisa Michele Conti, a destra Giulia Guainai e Valentina Ricotta, presidente e vice della Società della salute
Il sindaco di Pisa Michele Conti, a destra Giulia Guainai e Valentina Ricotta, presidente e vice della Società della salute

Il Comune capoluogo lascerà la Società della salute dal 1° gennaio del 2026. Il sindaco: «Questo è un modello che non funziona. E i bilanci sono in rosso»

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PISA. La tempesta politica è scoppiata come quelle meteorologiche di questo periodo: all’improvviso e con violenza. È accaduto l’altroieri pomeriggio, durante l’assemblea dei soci convocata per procedere all’elezione del nuovo presidente, dopo la decadenza di Sergio Di Maio, non più sindaco a seguito dell’ultima tornata elettorale (vedi a lato). In quell’occasione il primo cittadino di Pisa Michele Conti ha annunciato che il Comune capoluogo avvierà le pratiche per uscire dal consorzio il 1° gennaio del 2026. Una sorta di “Pisexit” che è destinata a scuotere il panorma del sociale, della sanità e – ovviamente – della politica.

Il lungo addio

Ieri è stato proprio il sindaco, con una nota, a spiegare i motivi che hanno portato Pisa a questo passo: «Nell’assemblea della società della Salute della zona Pisana ho evidenziato i problemi strutturali che l’ente si porta dietro ormai da tempo. L’ultimo bilancio, quello relativo al 2023, che la nuova presidenza ha proposto di rinviare, evidenzia una perdita superiore al milione e mezzo di euro. Un bilancio che riflette le difficoltà di un ente che in questi anni ha mostrato tutti i propri limiti a fronte di servizi erogati che riteniamo ormai non all’altezza delle esigenze di una città come Pisa. Per questo ho annunciato la nostra intenzione di uscire dalla Sds, nei tempi previsti dalla legge, per tornare a gestire direttamente la parte relativa al sociale, mentre la parte sanitaria sarà gestita dalla zona distretto dalla Asl come avviene in molte parti della Toscana costiera.

«Basti pensare che nell’ambito di competenza dell’Asl Toscana nord ovest sono solo quattro le società della salute attive: zona Pisana, zona Alta val di Cecina – Valdera, zona Lunigiana e zona Valli Etrusche. Tutti gli altri territori non hanno scelto il modello consorziato».

Secondo quanto sostenuto dal sindaco Michele Conti, «la strada è tracciata: entro giugno 2025 daremo la comunicazione ufficiale per uscire dal consorzio a partire dalla data del 1° gennaio 2026. Abbiamo tempo, dunque, per coinvolgere le forze politiche e il consiglio comunale di Pisa in una discussione seria che metta al centro i bisogni dei cittadini e non gli interessi di parte».

Politica e soldi

Fin qui l’ufficialità. Poi ci sono i retroscena e gli scenari sul futuro. Per quanto riguarda i primi è bene ricordare che Conti aveva già messo nel mirino il consorzio fin dal suo primo mandato: nel 2018 aveva annunciato l’intenzione di uscire dalla Società della salute «perché non funziona». Poi la situazione era rientrata, anche grazie alla presidenza della Sds ricoperta dalla compianta Gianna Gambaccini.

Ora un nuovo strappo, che può essere messo anche in relazione all’orizzonte politico toscano, tutto rivolto alle elezioni regionali del prossimo anno. Si è già capito come proprio il tema della sanità sarà uno di quelli che verranno maggiormente “arati” dal centrodestra. E, dunque, anche la società della Salute potrà essere messa nel mirino – più agevolmente ancora se Pisa ne sarà con un piede e mezzo fuori.

Certo, poi c’è la questione dei conti. Quelli dell’anno scorso, che non convincono il sindaco di Pisa e che dovranno – prima o poi – essere portati in assemblea. E quelli del futuro, che riguardano direttamente palazzo Gambacorti. Il Comune, infatti, in caso di uscita dovrà farsi carico dei costi dei servizi sociali, attualmente gestiti dalla Sds. Pisa contribuisce al bilancio del consorzio con circa 4 milioni l’anno, ma riceve servizi per cifre ben maggiori. Quindi, servirà un delicato bilanciamento.

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