Ospedale di Pisa, tra grandi eccellenze e sonore bocciature: la pagella
Dall’indagine del Mes problemi al pronto soccorso, su personale e antibiotici
PISA. Pronto soccorso, antibiotici, assenze del personale. Sono le tre “materie” nelle quali l’Azienda ospedaliero universitaria di Pisa non riesce ad arrivare alla sufficienza. Anzi, si prende proprio un votaccio, pur raggiungendo il massimo dei voti (o comunque la sufficienza) su praticamente tutti gli altri parametri di valutazione. Quelli monitorati, anno dopo anno, dal Laboratorio Mes della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, che rappresentano le vere e proprie pagelle della sanità locale, regionale ma anche nazionale.
Primati toscani e pisani
L’indagine è stata presentata alcuni giorni fa e non mancano, a livello regionale e pisano, le buone notizie, sottolineate anche dallo stesso presidente della Toscana, Eugenio Giani: «Nella stragrande maggioranza degli indicatori – ha detto Giani – ci troviamo ai vertici nazionali per la qualità delle cure offerte: la nostra oncologia e chirurgia ne esce da leone». E ha aggiunto: «Siamo primi nella continuità assistenziale: significa che il nostro sistema è ben organizzato». Relativamente ai parametri esaminati a Pisa il rispetto dei tempi di attesa per la chirurgia oncologica, la durata delle degenze (che si traducono nella capacità di gestire con efficacia i pazienti e le risorse disponibili), il rispetto dei tempi per gli interventi seguenti a frattura del femore nella popolazione ultrasessantacinquenne – solo per fare alcuni esempi – ottengono una valutazione, sulla base dei dati, buona per non dire ottima.
Cosa non va
Ma non tutto quello che succede in Aoup funziona come dovrebbe, per motivi diversamente attribuibili – che l’indagine della Sant’Anna comunque non chiama in causa – e in settori le cui difficoltà sono spesso oggetto di segnalazione da parte degli stessi cittadini. In cima alla lista ci sono le difficoltà che si incontrano al pronto soccorso, spesso “collo di bottiglia” di disfunzioni o carenze dei servizi sanitari sul territorio, dove il volume di attività raggiunge livelli eccezionali. Così può capitare che chi si rivolge al pronto soccorso di Cisanello, di fronte alla prospettiva di lunghe attese (prima o ma anche dopo essere stati visitarti) decida di piantare tutti in asso e tornarsene a casa. Nel corso del 2023 lo hanno fatto oltre 6mila pazienti su un totale di poco meno di 89mila. Numeri che non bastano a raggiungere la sufficienza. E lo stesso vale per la percentuale di accessi al pronto soccorso inviati poi al ricovero con tempi di attesa inferiori alle 8 ore: troppi i pazienti – per la precisione 6.131 su 12.367 nel 2023 – costretti ad attendere più a lungo, dice lo studio, che mette in fila i numeri del 2023. La terza “bocciatura” riguarda il consumo di antibiotici in ospedale, parametro connesso ai rischi legati all’abuso di questi farmaci che può andare a rinforzare la resistenza dei batteri alle cure e dunque favorire la diffusione di infezioni nosocomiali difficili poi da debellare. In ospedale a Pisa il consumo di antibiotici è ben oltre la soglia standard e in aumento rispetto all’anno precedente, ma non è la performance peggiore in Toscana (in Asl Centro si registrano dati ancora peggiori). La maglia nera in Toscana, invece, è proprio dell’Aoup per un altro indicatore: le assenze del personale dal luogo di lavoro (per motivi diversi dalle ferie). L’indagine della Sant’Anna mette insieme il numero delle giornate lavorabili nell’anno (pari a 524.540, quello di riferimento per il 2022) e il numero delle giornate di assenza (106.796) e i dati a confronto fanno emergere non solo la situazione peggiore in Toscana ma anche un incremento del trend di assenze, quasi doppio rispetto all’anno precedente.