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Processo Scieri, la difesa di Zabara chiede l’assoluzione: «Da Meucci solo bugie»

Processo Scieri, la difesa di Zabara chiede l’assoluzione: «Da Meucci solo bugie»

Pisa, attacco al superteste che sostiene di aver visto gli imputati nella camerata la notte del 13 agosto 1999 poco dopo la morte del parà: «Totalmente smentita la sua versione»

09 giugno 2023
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PISA. Un’assoluzione piena perché il fatto non sussiste o, comunque, per non averlo commesso. In alternativa, se la Corte d’Assise dovesse decidere per una sentenza di colpevolezza, riqualificare il reato in omicidio preterintenzionale dichiarandolo prescritto.

È stato il giorno della difesa dell’imputato Luigi Zabara nel processo per la morte del parà Emanuele Scieri avvenuta il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra. La Procura – pm Alessandro Crini ora in pensione e Sisto Restuccia – ha chiesto una condanna a 24 anni per Alessandro Panella e 21 per Zabara, accusati di omicidio volontario aggravato in concorso. Atti di nonnismo nel piazzale sotto la scala di asciugatura dei paracadute da cui poi cadde la recluta siciliana il cui corpo venne trovato nel primo pomeriggio del 16 agosto.

I difensori di Zabara, gli avvocati Andrea Di Giuliomaria e Mariateresa Schettini, hanno argomentato le ragioni dell’innocenza del loro assistito cogliendo quelle che, a loro dire, sono state piste ignorate e prove inadeguate portate dall’accusa. È stata citata la pista investigativa inesplorata, quella dei caporali istruttori e la telefonata intercettata nella quale c’è un chiaro tentativo di precostituzione di un alibi. E poi la credibilità del supertestimone, Alessandro Meucci che sostiene di aver visto la notte del 13 agosto gli imputati nella camerata in una condizione di agitazione. La loro difesa è sempre stata quella di essere in licenza quel giorno.

«Sono innumerevoli le contraddizioni e le vere e proprie menzogne di Meucci rese in dibattimento e nelle intercettazioni che lo riguardano – ha sottolineato il legale Di Giuliomaria – . Gli incappucciati che lo andarono a cercare di cui uno fu riconosciuto in Ara, fatto totalmente smentito dalla Lattanzi (sua compagna all’epoca, ndr). Il fatto che fosse orfano di entrambi i genitori, altra palla assurda. Meucci racconta di essersi dato alla fuga in Trentino e aver tentato il suicidio perché collegò le frasi sentite con la morte di Scieri. Peccato che abbiamo dimostrato che Meucci venne a sapere della morte di Scieri solo al suo ritorno dal Trentino. Meucci non sa quando Scieri fece mancato rientro e morì. Quindi non può in realtà aver fatto quel collegamento, la sera del 13 agosto non è una data centrale nel procedimento logico del Meucci. Egli parla del 13 semplicemente perché è sul 13 che viene interrogato. Quattro anni dopo al dibattimento non è riuscito a raccontare niente autonomamente, ha riferito il fatto solo a seguito di continue contestazioni del pm».

L’avvocato ricorda i testi che confermano l’assenza degli imputati nella camerata la notte del 13 agosto. «Campagna fece il piantone dopo Meucci e non vide alcunché da segnalare – elenca – Longoni dormiva con Panella e davanti ad Antico e Zabara, dichiarò sin da subito che quella notte tutti i suoi compagni di camera erano assenti perché in licenza, e dormì da solo. Ara, una volta che questa difesa gli ha fatto verificare che egli non era presente su nessuno dei voli di agosto ha confermato che quindi ricordava bene nel 1999, vale a dire di non essere mai rientrato. Mesiti dice di aver visto Ara al Pappafico il 13 agosto. Attenzione, Mesiti è colui che fece da intermediario tra Cinelli e Tatasciore per concordare l’alibi. Mesiti sa anche che Cinelli e Tatasciore, dopo aver imposto insieme a lui la sfinge incontrarono Scieri in via di Gelli al bar poco prima del rientro. Mesiti ha tutto l’interesse ad avvalorare la tesi accusatoria perché sarebbe alternativamente coinvolto avendo reso false dichiarazioni al pm nel 2018 rispetto alla pista alternativa». Prossima udienza il 14 giugno con l’arringa dell’avvocato Andrea Cariello, difensore di Panella, repliche e possibile sentenza.


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