«Violentata in spiaggia dal nonno», ma stop al processo: non è imputabile
Una perizia medico-legale accerta per l’anziano piombinese, 88 anni, l’impossibilità di partecipare alle udienze penali
PIOMBINO. Una perizia medico-legale lo ha dichiarato incapace di partecipare coscientemente al processo. Per questo il collegio del tribunale di Livorno ha emesso una sentenza di non doversi procedere per oggettiva incapacità dell’imputato. Finisce così il procedimento penale per violenza sessuale aggravata, giunto quasi alla fine della lunga istruttoria dibattimentale, a carico di un ottantottenne piombinese – difeso di fiducia dall’avvocata Elena Parietti – imputato per aver abusato in spiaggia, almeno secondo l’accusa, di una ragazzina che all’epoca dei fatti aveva meno di 14 anni (e che oggi è maggiorenne) ed era la nipote della compagna dell’uomo, che quindi ne era di fatto il nonno adottivo.
Gli abusi sessuali contestati dalla procura sarebbero avvenuti in tre occasioni, fra il 2017 e il 2020. L’adolescente, negli anni scorsi, era stata ascoltata in audizione protetta nell’ambito dell’incidente probatorio dal giudice per le indagini preliminari Antonio Del Forno dopo che i genitori, venuti a conoscenza dell’accaduto, avevano sporto querela, informando così l’autorità giudiziaria dei gravi fatti avvenuti sull’arenile. Una denuncia presentata non al commissariato di polizia di Piombino, dove veniva in vacanza praticamente ogni estate, ma in un’altra città dove nel frattempo vive la famiglia, che Il Tirreno non identifica, al pari dell’anziano, proprio per non rendere riconoscibile la giovane vittima delle presunte violenze sessuali.
Così sono scattati gli accertamenti degli agenti di via Ferrer, che a seguito della ricezione della querela e degli accertamenti effettuati su delega della procura hanno portato l’ottantottenne all’iscrizione nel registro degli indagati. Da qui l’inizio del processo, prima con le indagini preliminari, poi con l’istruttoria dibattimentale, durante la quale è stata poi disposta la perizia medico-legale per valutare lo stato di salute dell’ottantottenne, ritenuto infine non in grado di partecipare coscientemente.
Agli atti dell’inchiesta non c’erano referti medici dell’ospedale, solo i racconti della ragazzina, poi ascoltata durante l’incidente probatorio tenutosi negli anni scorsi a palazzo di giustizia dal giudice per le indagini preliminari Antonio Del Forno. Nel corso del complesso processo penale sono state acquisite numerose testimonianze, anche da parte di psicologi che avevano preso in carico la minore e che, in qualche modo, avevano supportato la tesi portata avanti dalla procura, con la pubblico ministero Ezia Mancusi titolare del fascicolo. La vittima, invece, era assistita dalla legale Barbara Comparetti.
Ad oggi, comunque, l’anziano – che Il Tirreno non lo identifica con nome e cognome per non rendere riconoscibile la ragazzina vittima delle presunte violenze – in base a una perizia medico-legale è stato ritenuto incapace di partecipare coscientemente al processo e tale incapacità - come prevede la legge – è irreversibile. Per questo, nei suoi confronti, il processo finisce così, con un nulla di fatto.
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