Il Tirreno

Il caso

Piombino, fiamme in un’aula: lezioni interrotte, scuola evacuata. L’innesco trovato in un cestino sotto i banchi

di Manolo Morandini
(foto archivio)
(foto archivio)

Il dirigente scolastico: «Non si può parlare di una semplice bravata, perché avrebbe potuto avere delle conseguenze ben più gravi»

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PIOMBINO. Tutti fuori dalla scuola. Scatta il piano di emergenza antincendio e si deve scendere in strada. È da poco iniziata La prima ora di lezione all’Isis Val di Cornia. Da un’aula del primo piano del blocco di ragioneria, l’edificio che affaccia sul golfo di Piombino, esce del fumo. È un principio d’incendio. Viene domato a stretto giro. Ma quel che è grave è che dietro c’è una mano ignota. Le fiamme sono dolose, e chissà se le indagini riusciranno a dare un nome a chi le ha accese. Sul posto intervengono i vigili del fuoco del distaccamento di Piombino che nell’attività di bonifica accertano il tentativo di far partire le fiamme anche da un secondo punto, in un cestino del bagno, sempre al primo piano.

Due i provvidenziali segnali che hanno messo in moto le operazioni di spegnimento e la necessaria evacuazione della scuola. Il fumo che si vede uscire da una delle finestre dell’aula. E l’odore acre che si inizia a percepire nel corridoio. Tutto si risolve nell’arco di una mezzora. Le fiamme nell’aula spente con l’uso di un estintore. Le verifiche dei vigili del fuoco che al termine ritengono che non sia necessario dichiarare l’inagibilità neppure dell’aula interessata dal rogo.

Quando scatta l’allarme sono le 8,50. Il personale scolastico interviene nell’aula dove è stato appiccato il fuoco. Nel frattempo, si attiva il piano di evacuazione. È una necessaria cautela non avendo l’esatta cognizione di quel che sta accadendo. E si richiede l’intervento dei vigili del fuoco. Come sia stato possibile e chi abbia agito indisturbato dovranno essere le indagini a chiarirlo. Quel che è certo a quell’ora del mattino l’aula è vuota. La classe sta facendo lezione in un laboratorio che si trova in un’altra ala dell’edificio. Davanti alla porta dell’aula però si deve passare per recarsi al bagno. E può essere una delle informazioni da mettere a sistema con altri tasselli per tentare di venire a capo del puzzle. Altro dato: a lezioni ormai avviate le porte della scuola sono chiuse. Insomma, dentro l’edificio si trovano il personale scolastico, gli insegnanti e gli studenti. E per i tempi con cui il fuoco è stato scoperto viene escluso che ad agire sia stato qualcuno da fuori.

I danni sono confinati a un paio di cestini e a quattro banchi segnati dalle fiamme. Tutte attrezzature che dovranno essere ricomprate. Chi ha appiccato il fuoco all’interno dell’aula ha scelto di piazzare il cestino sotto ai banchi. Ha provato ad accenderle, con minor fortuna, anche in un cestino nel bagno. Ma qui il fuoco non ha attecchito. «Stiamo cercando di capire quelli che sono stati i movimenti al primo piano – dice il dirigente dell’Isis Val di Cornia Carlo Maccanti –. Non si può parlare di una semplice bravata, perché avrebbe potuto avere delle conseguenze ben più gravi. Voglio pensare che chi ha agito non abbia valutato le possibili conseguenze».

La segnalazione da parte dei vigili del fuoco alle forze dell’ordine così come quella partita dall’Istituto è stata fatta a carico di ignoti. C’è un precedente, ma in quel caso è accaduto nell’edificio del professionale, in via della Pace dell’Isis Carducci Volta Pacinotti. Le fiamme scoppiarono a metà mattina del 26 settembre dello scorso anno in un locale magazzino del seminterrato vennero domate dai vigili del fuoco. E in scia all’episodio anche in quel caso fu fatta denuncia a carico di ignoti.

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