Il Tirreno

Montecatini

La manifestazione

Un doppio corteo contro il genocidio nella Striscia di Gaza da Larciano e Lamporecchio


	Il presidio sul Globo a Pistoia il 20 giugno scorso (foto Nucci)
Il presidio sul Globo a Pistoia il 20 giugno scorso (foto Nucci)

La fiaccolata si ritroverà poi a metà strada, nella zona della piscina intercomunale

2 MINUTI DI LETTURA





Larciano Un doppio corteo pro Gaza in programma lunedì 14 luglio con partenza alle 21 «finalizzato ad esprimere tutta la propria indignazione per il massacro in atto nella Striscia di Gaza, e un anelito alla cessazione della barbarie che accomuna tutte le guerre che affliggono il mondo». Il primo partirà da piazza Vittorio Veneto a Larciano con in testa una bandiera della pace, il secondo da piazza IV Novembre a Lamporecchio con in testa una bandiera della Palestina.

Si ritroveranno poi a metà strada, di fronte alla piscina intercomunale nella zona Centocampi dove, ai saluti delle autorità, seguiranno gli interventi di Anpi Pistoia, Comunità Palestinese di Firenze, Arci Pistoia, Libera e Coordinamento scuole per la Palestina della provincia. Alla manifestazione aderiscono oltre 60 enti e associazioni. Le due bandiere che avranno aperto i cortei verranno consegnate ai sindaci di Cerreto Guidi e di Vinci per essere riutilizzate in occasione di una seconda tappa della fiaccolata, in programma a settembre, con partenza dai rispettivi comuni e incontro a metà strada, in una sorta di staffetta umanitaria pro Gaza.

«Ogni fiaccola accesa, ogni striscione, ogni cartello, ogni bandiera, sarà il simbolo della volontà di reagire con determinazione al genocidio in atto nella Striscia di Gaza – scrivono i promotori – al rifiuto di accettare come “diritto alla difesa” o “risposta alla strage del 7 ottobre” i crimini di guerra e contro l’umanità quotidianamente perpetrati contro la popolazione civile palestinese inerme, con un bilancio ufficiale di 57mila morti, di cui i bambini rappresentano un’alta percentuale. Gaza può essere ormai definita come “un cimitero del diritto internazionale”».

«Di fronte a questa disumanità – proseguono – la società civile del nostro territorio ha deciso di scendere in strada, di reagire con forza alla sensazione di impotenza e all’indifferenza di una società ampiamente anestetizzata. Non intende accettare in silenzio questa macchia sulla coscienza collettiva, assuefarsi all’orrore, ma proclamare il proprio “non nel mio nome!” e levare alto un grido di protesta e di indignazione, chiedendo alla politica di farsi megafono di questi sentimenti nelle sedi istituzionali, ma soprattutto di farsene interprete con un progetto politico concreto». l

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
Cosa sappiamo

Due ristoranti stellati in Fi-Pi-Li: quando aprono, il menù, il nostro giudizio, i prezzi e chi è lo chef che ha avuto l’idea

di Giuseppe Boi
Estate