Due ristoranti stellati in Fi-Pi-Li: quando aprono, il menù, il nostro giudizio, i prezzi e chi è lo chef che ha avuto l’idea
La strada di grande comunicazione diventa gourmet: tutto quello che sappiamo di “Alt-Stazione del Gusto”
E se la Fi-Pi-Li diventasse un luogo migliore grazie ai toast? Non è un’ipotesi campata per aria. Il dubbio è più che lecito se, al classico pancarré con prosciutto cotto e fontina del banco dell’autogrill, si contrappone un pane in cassetta “solina e saragolla” con prosciutto cotto e scamorza. Soprattutto se il primo – che giace lì ghiacciato da ore ed è riscaldato alla meno peggio in una piastra – ha un prezzo di 6,90 euro, mentre il secondo – preparato dagli allievi dell’Accademia di Niko Romito – costa appena un euro e dieci centesimi in più. Sarà l’assaggio a dire se i ragazzi formati nella scuola di cucina siano all’altezza del tristellato chef abruzzese, di certo l’apertura di “Alt-Stazione del gusto” – mercoledì 16 luglio all’altezza di Pontedera e di Collesalvetti – potrebbe cambiare il panorama della sosta durante il viaggio, magari rendendo commestibile quanto si mangia adesso tra una coda e l’altra.
Chi è Niko Romito
Niko Romito è un nome che già da sé evoca sogni gourmet per i palati fini. Il sottoscritto ha avuto il piacere di assaggiare i ravioli con ricotta di pecora che, a partire dal 2000, hanno cominciato a farlo conoscere. Il brodo di capra, dragoncello e lamponi – in carta dal 2006 al 2019 – ha portato me e altre centinaia di persone a scegliere come meta Rivisondoli, paesino di 400 anime arrampicato a 1.300 metri di quota in provincia dell’Aquila. L’assoluto di cipolle, parmigiano e zafferano tostato ha letteralmente lasciato “a bocca aperta” non solo chi scrive, ma i giudici della Guida Michelin, che nel 2009 assegnarono al ristorante Reale la seconda stella (diventate poi tre nel 2014) per questo “concetto rivoluzionario per la cucina”.
Questione di...location
A queste premesse si aggiunge la location in cui aprirà “Alt”. Perché se esistesse un programma tv intitolato “Strade da incubo”, la Fi-Pi-Li sarebbe una candidata naturale a una, due, tre, dieci, cento puntate. Così “La stazione del gusto”si presenta come un raggio di sole per chi è costretto a fare i conti con asfalto spesso precario, corsie di emergenza inesistenti, traffico da bollino rosso anche in una giornata feriale di gennaio. Rallentamenti, code e drammi veri e propri in caso di incidenti, tanto per i poveretti rimasti vittima di una strada killer, quanto per chi è costretto ad attendere fermo per ore. Da qui i limiti di velocità necessariamente bassi vista l’insicurezza della superstrada e quei “maledetti” autovelox pronti a presentarti un conto salatissimo se guidi a 93 chilometri orari.
Qualità prezzo
Insomma, la “Stazione del gusto” appare già ora come un miraggio per chi transita sulla Fi-Pi-Li. Un’oasi per gli automobilisti costretti ad affrontare quella “camminata nel deserto” che da Pisa e Livorno porta a Firenze e viceversa. Un rifugio per consolarsi con una bomba salata di maiale fondente, verza rossa marinata, maionese con senape e misticanza. Un sancta sanctorum per chi sopravvive al traffico e ora è costretto a mangiare focacce con prosciutto cotto ed Emmental a 7,60 euro o a pagare un bicchiere d’acqua 60 centesimi. Ti prego Niko, aiutaci: se si mangia bene, sulla Fi-Pi-Li c’è un bagliore di speranza.