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La storia

Quando il calcio faceva sognare Montecatini: si ritrovano gli ex ragazzi della super Berretti

di Roberto Grazzini
La foto di gruppo degli ex giocatori
La foto di gruppo degli ex giocatori

Serata nostalgia dedicata agli anni della C2 e della splendida cantera biancoceleste

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MONTECATINI. C’era una volta il campionato Dante Berretti, principale competizione calcistica giovanile organizzata dalla Lega Pro, intitolata appunto a colui che fu presidente del direttorio regionale toscano e a seguire vicepresidente della Figc, per commemorarne la lunga e attiva opera e il grande spirito di servizio.

La storia

Questa competizione, la cui prima edizione risale all’ormai lontano 1966, era riservata alle squadre di Lega Pro composte da atleti di età compresa tra i 15 e i 19 anni, più tre calciatori di 20 anni. Venne poi aperto anche alle giovanili delle società di Serie A e Serie B, previa autorizzazione della loro Lega. All’inizio della stagione 2020-21, come tutte le belle iniziative, si è pensato bene di cambiarne la denominazione con il freddo e anonimo nome di campionato Primavera 3.

La cantera

Fatta questa premessa riavvolgiamo il nastro per arrivare al finire degli anni Ottanta, ossia cioè l’epoca d’oro del football termale, con la prima squadra del Montecatini grande protagonista nei campionati di Serie C2 anche perché sorretta dalla fiorente cantera biancoceleste, (per altro composta da giovani del territorio o comunque proveniente dai comuni limitrofi). Tutta gente animata da un fortissimo senso di appartenenza che sin da piccola imparava o i rudimenti del mestiere sotto la guida gli autentici maestri di calcio e di vita del calibro di Bonfanti, Tonani, De Min, “Pozzo” Innocenti e Donati.

Mister e squadra

Quest’ultimo allenò, ben 42 anni orsono, una delle migliori squadre Berretti allestite dal club dell’Airone. Molti di loro, adesso diversamente giovani ma uniti e coesi come un tempo, si sono ritrovati nelle sere scorse al ristorante Il Gallo, per rimembrare le antiche e gloriosa gesta, a cominciare dal portiere Giovanni Giannoni, dal ginocchio sempre alto sulle uscite, e dalla difesa formata dalla arcigna gente di Sottoverga. Su tutti l’ex enfant prodige, Massimo Cardelli, ex Fiorentina ed Empoli da via Ugo Bassi; Cardelli, libero e regista arretrato dal tocco raffinato che a 15 anni aveva la personalità di un trentenne. Quindi l’arcigno Enzo Orsucci e l’elegante cursore di fascia, Alessandro “Paletta” Romani, tutto mancino. Della mediana troviamo il possente Lorenzo Bellomo, assieme a Marco Finizzola, tuttora nella top five all time in quanto a presenze in casacca bianco e celeste, e il generoso Pino Mazzotta da Pistoia. Infine in avanti, il genio e la classe del figlio d’arte Beppe Biagi, cresciuto nella centralissima via Bovio; i colpi di Fabrizio “Biccio” Viscomi e la corsa e il fiuto del gol di Luca Birillo Gerini.

Una squadra fisicamente e mentalmente ancora in ordine da prendere a esempio per serietà, impegno e attaccamento alla maglia. Valori ormai desueti in un calcio fatto di tattica, schemi e zero tecnica. Ma pure questa è una altra storia. 

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