Montecatini, arte di nuovo protagonista nel nome di Joan Miró
Fino a giugno la rassegna omaggio al pittore catalano
Montecatini Si annuncia come un l’evento culturale dell’anno, dove la protagonista principale è l’arte, certo, ma anche dove sarà possibile fare un viaggio negli incroci della storia, tra quella “alta” che disegna i destini del mondo, e quella vicina a noi.
Sono tanti i motivi per non perdere la mostra che aprirà i battenti mercoledì 4 dicembre al Mo.C.A. Montecatini Term e Contemporary Art. Stiamo parlando di “Joan Miró a Montecatini Terme”.
Quella scelta per l’inaugurazione non è data casuale: la mostra aprirà alle 17 del giorno in cui si celebrano la patrona della città, Santa Barbara, nonché l’anniversario (il dodicesimo) dell’inaugurazione della galleria civica. E anche quell’inaugurazione del 2012 è legata strettamente alla figura del grande artista spagnolo, dal momento che, in un certo senso, tutto è partito da una sua opera, quel “Dona voltada d’un vol d’ocells” (“Donna avvolta in un volo d’uccello”) che Miró aveva donato alla città di Montecatini. Un’opera a lungo dimenticata, rammentata di tanto in tanto solo per avventate e per niente lungimiranti proposte di qualche politico che suggeriva di utilizzare quel dono per ripianare i debiti delle casse comunali. Fu soprattutto per merito dell’allora assessore alla cultura Bruno Ialuna che quell’opera fu prima salvata, poi restaurata e ripulita dallo sporco che aveva accumulato in tanti anni. Quindi fu deciso di darle uno spazio degno, e fu quella la scintilla che portò alla nascita del Mo.C.A., al piano terra di quel gioiello del liberty che è il municipio di Montecatini.
Ma cosa ci faceva un’opera, anzi una delle più grandi (anche fisicamente) opere di uno dei maggiori artisti del XX secolo a Montecatini? Ecco, si può dire che l’anima della mostra che aprirà i battenti mercoledì, e curata dallo stesso Ialuna e organizzata da “Mare laboratorio di innovazione sociale”, sta proprio qua. Una vicenda, e qui entriamo nella storia “alta”, in cui un ruolo determinante lo ebbe un personaggio che sembra uscito da un romanzo, Carlos Franqui. Poeta e scrittore cubano, fu parte attiva e anche vittima delle vicissitudini del suo Paese. Costretto all’esilio (dopo aver subito arresti e torture) dal regime di Batista, partecipò alla rivoluzione del 1959 al fianco di Castro e Guevara. Ma l’anelito di libertà che aveva sempre animato Franqui nella sua lotta contro Batista lo portò a entrare in contrasto anche con il nuovo regime, con la rottura che divenne insanabile dopo l’invasione sovietica della Cecoslovacchia del 1968. Così il poeta conobbe nuovamente la via dell’esilio, che lo portò nei primi anni Settanta a fare della Toscana, e in particolare di Montecatini, la sua nuova casa.
Prima del secondo esilio Franqui aveva organizzato uno dei più importanti eventi culturali del suo Paese, El Salon de Mayo, che aveva portato a L’Avana i più grandi artisti del tempo, tra cui appunto Miró. Il legame tra i due era fortissimo, e quando sul finire degli anni settanta si cerca un luogo adatto a ospitare un evento dedicato al pittore catalano, dove riunire gli amici di una vita in un grande momento culturale, Franqui suggerisce proprio Montecatini. Nascerà così, nel 1980, il “Maggio Mirò”. Joan Miró, che era rimasto entusiasta della proposta dell’amico, non potrà parteciparvi per motivi di salute, Ma anche se non fisicamente, sarà presente attraverso una sua opera realizzata per l’occasione e donata alla città di Montecatini: appunto la “Dona Voltada d’un Vol d’Ocells”, che in modo rocambolesco sarà fatta arrivare al Maggio.
E anche attraverso i ricordi dello stesso Franqui (che morirà esule a Portorico nel 2010), e degli assessori dell’epoca Alberto Lapenna e Bruno Banchelli, saranno ripercorsi, 44 anni dopo, i giorni di quell’evento, forse il più importante nel panorama culturale italiano dell’epoca. Epoca che sarà fatta rivivere anche attraverso le tantissime foto scattate all’epoca dallo Studio Rosellini mentre un’altra sala accoglierà le opere realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo e che in quel 1980 accolsero con gioia l’invito di Franqui a venire a Montecatini per rendere omaggio all’opera e alla figura del più grande dei surrealisti.
L’elenco degli artisti in mostra è notevole, per quantità me, soprattutto per qualità: Antoni Tapies, Roberto Estopinan, Amadeo Gabino, Baruj Salinas, Manolo Rivera, Hans Jean Arp, Emilio Tadini, Jose' Miguel Ullan, Jose' Luis Cuevas, Renato Guttuso, Titina Maselli, Valerio Adami, Francis Biras, oltre allo stesso Carlos Franqui e Jacques Dupin, il poeta caro amico di Miró. E ovviamente, ci saranno le opere del protagonista della rassegna, Joan Mirò, a partire dalla “Dona voltada d’un vol d’ocells”, una delle 5 tele più grandi al mondo realizzate dall’artista catalano.
Ad arricchire ulteriormente la mostra ci saranno gli splendidi scatti inediti di Alfredo Melgar, fotografo di fama mondiale e amico dell’artista catalano, che fermano nei ricordi lo studio di Palma di Maiorca con Mirò e la tela, e il filmato concesso dalla Rai, grazie alla collaborazione del giornalista Marcello Paris, con il servizio storico andato in onda nel 1980, in cui si saluta l’arrivo della tela a Montecatini Terme.
La mostra si annuncia come uno degli appuntamenti artistici più attrattivi nel panorama italiano, e potrà essere visitata fino al 29 giugno. Non solo, nonostante l’importanza della manifestazione il prezzo per entrare al Mo.C.A. non cambia rispetto al solito, sarà sempre zero euro, nel senso che l’ingresso è gratuito: un’offerta (e che offerta) in più per i visitatori di Montecatini, ma soprattutto un’occasione per avvicinare tutti all’arte e per far scoprire ai montecatinesi stessi un tesoro che magari ignorano di avere.l
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