Il Tirreno

Cinema

Adrien Brody e il film a Carrara, il sogno della proiezione speciale e quella telefonata con l’imprenditore del marmo

di Massimo Braglia

	Gualtiero Vanelli (a sinistra) e Adrien Brody
Gualtiero Vanelli (a sinistra) e Adrien Brody

Gualtiero Vanelli è amico dell’attore premio Oscar protagonista di “The Brutalist”, proiettato con successo a Venezia, con scene alle cave e in centro

04 settembre 2024
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CARRARA. Dopo l’esordio al Festival del Cinema di Venezia, con straordinario successo di critica, “The Brutalist” girato in parte anche alle cave e in centro, da Riacci, potrebbe avere una proiezione speciale proprio nella nostra città, grazie al particolare rapporto di amicizia fra l’imprenditore Gualtiero Vanelli e il protagonista Adrien Brody, oggi 51enne, nel 2003 il più giovane premio Oscar come miglior attore grazie al “Pianista” di Roman Polanski.

La telefonata

«Ho chiamato Adrien al telefono – racconta Vanelli – mi ha raccontato della grande accoglienza ricevuta dal film a Venezia, mi ha confermato che le scene girate a Carrara non sono state tagliate nel montaggio. Per altro si tratta di un film molto lungo, oltre tre ore, ma ha ricevuto una standing ovation dal pubblico e in sala gli spettatori si sono trattenuti a lungo. Mi è sembrato naturale chiedergli - aggiunge - se sarà possibile, soprattutto se la pellicola dovesse ottenere un Leone a Venezia, poter organizzare una proiezione qui a Carrara, al cinema, al teatro oppure, a seconda della stagione, anche all’aperto. Mi ha risposto che a suo avviso sarebbe una buona idea, ma che per concretizzarla bisognerà ovviamente aspettare. Di sicuro – aggiunge Vanelli –Adrien è molto affascinato dal mondo delle nostre cave, conosce e apprezza Carrara. Con lui posso dire di avere un’amicizia vera da diversi anni».

La scelta

Nei mesi scorsi, al Tirreno, lo stesso Vanelli aveva già raccontato com’era nata la scelta di girare alle cave alcune scene, fra l’altro molto apprezzate dalla critica di “The Brutalist”: «Adrien Brody – aveva dichiarato Vanelli al Tirreno – mi ha chiamato sei mesi fa chiedendo se la troupe del suo ultimo film poteva fare un sopralluogo alle cave. Dopo un paio di mesi sono venuti a Carrara e hanno scelto una zona del monte Bettogli non contaminata dalle macchine moderne il set per alcune scene della pellicola diretta da Brady Corbet». E aveva aggiunto «Io e Adrien siamo amici da tempo. Oltre ad essere un ottimo attore è anche un pittore molto conosciuto e apprezzato in America. È stata proprio l’arte a farci conoscere. Lui conosce la nostra zona, era già venuto due o tre volte, ma non era mai stato alle cave. La troupe, il regista e naturalmente Adrien sono rimasti affascinati e hanno ambientato qui alcune scene del film. Siamo arrivati in cava alle 8 del mattino, c’era la nebbia e questo ha ispirato molto il regista. Hanno girato in una zona del monte Bettogli non contaminata da macchinari moderni. Adrien si è trovato davvero molto bene e ha scelto di vivere la città come un turista qualsiasi. Ha molto apprezzato Carrara e ha trovato grande disponibilità e gentilezza da parte di tutti».

Gli scenari

Ma torniamo all’oggi, prosegue Gualtiero Vanelli: «Con Adrien ci siamo visti quest’estate, e lo rivedrò a dicembre a New York. È una persona molto alla mano, professionale, grande appassionato di pittura, gira sempre nei set con una sacca contenente pennelli e tele. Le cave, ripeto, lo avevano molto colpito, ma chiunque credo che non possa non provare fascino per questo ambiente, reso unico, a mio avviso, anche grazie alla coltivazione e al lavoro nei millenni che hanno creato degli anfiteatri spettacolari. Con Adrien sono riuscito a convincerlo a girare alle cave, anche a Leonardo Di Caprio ho fatto una battuta, se per un suo prossimo film perché non pensa alle cave di Carrara come location, vediamo se prima o poi succederà». Ma intanto, già The Brutalist si annuncia come una vetrina internazionale di grande richiamo.

La trama

La trama: «Alla fine della Seconda guerra mondiale, l’architetto ebreo ungherese László Tóth, sopravvissuto all’Olocausto, emigra con sua moglie Erzsébet negli Stati Uniti alla ricerca del sogno americano. Dopo un inizio fatto di povertà e continue umiliazioni, Tóth viene ricevuto da un ricco e misterioso uomo d’affari, il signor Van Buren, che vorrebbe commissionargli un ambizioso progetto architettonico». Per Carlo Valeri, che ha recensito su Sentieri Selvaggi il film, pur muovendosi sempre al limite dell’autocompiacimento e del virtuosismo è comunque il film migliore di Brady Corbet, «innegabilmente straordinario». E le scene alle cave sono particolarmente pregevoli.

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