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Lucca, allarme pronto soccorso: i rinforzi non bastano

di Gianni Parrini
Lucca, allarme pronto soccorso: i rinforzi non bastano<br type="_moz" />

In consiglio comunale sottolineati i problemi della struttura. Asl rimarca l’arrivo di nuovi medici e i miglioramenti del 2023

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LUCCA. Il consiglio comunale aperto dedicato al Pronto soccorso del San Luca e di Castelnuovo, non ha regalato particolari sorprese. Una trentina di persone, tra cittadini, politici, portavoce di associazioni, membri di ordini professionali, sindacalisti, medici e dirigenti dell’azienda sanitaria, a turno hanno preso la parola per dire la loro sui mali della struttura o per difenderla. Le pecche sono note: ambienti piccoli e inadeguati, mancanza di personale, scarsa attrattività per i nuovi medici (dato sottolineato polemicamente da dal presidente dell’ordine Quiriconi), attese infinite per i cittadini, accessi impropri, problemi di sicurezza, turni massacranti, ecc. ecc. Quello che è mancato è l’annuncio di novità da parte dell’azienda sanitaria in vista di una migliore gestione del servizio. Non che ci si potesse aspettare granché visto che le “buone nuove”, si fa per dire, erano arrivate appena qualche giorno fa con l’annuncio dell’ingresso in servizio dal 1° agosto di tre nuovi specializzandi a cui si aggiunge la fresca assunzione di uno specialista che già lavorava per l’Asl in convenzione e che si aggiunge ai tre stabilizzati poco più di un mese fa. Innesti comunque insufficienti a colmare le gravi carenze di personale (11 medici strutturati rispetto ai 18 previsti in pianta organica, a Castelnuovo ce ne sono 4 su 6). Rinforzi ancor più amari se paragonati ai 7 di Livorno, ai 5 di Pontedera e del Versilia. Cosa che l’azienda ben sa tant’è che, data l’impossibilità di modificare la sede scelta dagli specializzandi, ha imposto ai cinque nuovi medici del Versilia prestare servizio al San Luca per il 30% del loro orario di lavoro. Magra consolazione, ma l’azienda sanitaria – per bocca del direttore dipartimento Emergenza urgenza Alberto Conti e della direttrice del Pronto soccorso del San Luca Fabiana Frosini – ha messo in evidenza i passi avanti fatti rispetto all’annus horribilis 2022. «Vi prego di tener conto dei miglioramenti considerando la carenza di personale», ha spiegato Conti illustrando le slide con i dati di Agenas. Gli accessi stanno tornando ai livelli pre-Covid (oltre 50mila l’anno) ma bisogna farvi fronte con meno personale. «Eppure entro 15 minuti una buona percentuale di pazienti gravi viene presa in carico – ha spiegato – mentre il fiore all’occhiello dell’ospedale di Lucca è il cosiddetto “fast track”, ovvero il percorso seguito dai pazienti che vengono mandati direttamente nel reparto specialistico senza perdere tempo in Pronto soccorso: siamo a una percentuale del 24-27%, la più alta di tutta l’azienda». Bastano questi dati per dire che i problemi sono risolti? Certo che no – spiegano Conti e Frosini – ma quantomeno testimoniano lo sforzo fatto dall’Asl per cercare di sopperire alle carenze. Prende poi la parola Eluisa Lo Presti, direttrice della zona distretto della Piana di Lucca, che fa il punto sulla situazione di case e ospedali di comunità.

Qui arriva l’unica news di giornata che riguarda Campo di Marte: da oggi prenderà il via il trasferimento di tutti i letti di cure intermedie e dell’hospice nel padiglione A. Questo al fine di consentire i lavori di consolidamento sismico nella sede usata fino ad oggi, il padiglione C, che finora era stato utilizzato in deroga alle normative.

Gli interventi sono terminati poco dopo le 20 e vista l’ora il presidente ha rimandato la discussione tra i consiglieri su quanto emerso a una nuova seduta che si terrà lunedì 22 luglio. Ma torniamo al principio. Il consiglio è stato aperto dalle parole del sindaco Mario Pardini che ha sottolineato l’importanza di questi momenti di confronto dopodiché, il primo a prendere la parola è stato il professor Lorenzo Ghiadoni, direttore della scuola di specializzazione in Medicina d’urgenza, che ha messo in evidenza le problematiche legate alla carenza di personale. «Per formare uno specialista di Pronto soccorso servono 11 anni, sei di università e cinque di specializzazione. In questo momento in molte strutture non ci possiamo permettere di dare riposo al personale per via delle carenze di organico. C’è necessità di fare un reclutamento e di indirizzare le scelte dei giovani». l

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