Il Tirreno

Livorno

L’inchiesta

Livorno, psichiatra indagata dopo il suicidio della paziente in reparto

di Stefano Taglione
Livorno, psichiatra indagata dopo il suicidio della paziente in reparto

La dottoressa di guardia in reparto è accusata di omicidio colposo. Oggi pomeriggio verrà affidato l’incarico per eseguire l’autopsia sulla donna di 41 anni

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LIVORNO. C’è un medico indagato dopo il suicidio di una paziente avvenuto nei giorni scorsi nel reparto di psichiatria: è Margherita Polini, dottoressa cinquantatreenne livornese di guardia la notte di Santo Stefano, quando una donna livornese di 41 anni è stata trovata senza vita in un bagno dell’area degenze. Secondo quanto ricostruito si sarebbe uccisa per soffocamento mentre si trovava da sola nella toilette. Nessuno, purtroppo, ha potuto far niente per salvarla.

Omicidio colposo

Il pubblico ministero Massimo Mannucci, il titolare dell’inchiesta, ipotizza il reato di omicidio colposo. Tuttavia si tratta di un’imputazione provvisoria e nel corso delle indagini preliminari tutto potrebbe cambiare, dato che il procedimento è ancora nella sua fase embrionale. Al momento Polini, difesa dall’avvocata Francesca Martolini, è l’unica persona sotto accusa, ma gli accertamenti – delegati dalla procura ai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Livorno, comandato dal tenente Gianraffaele Di Risi – sono solo all’inizio. I militari stanno infatti cercando di ricostruire nel dettaglio quanto accaduto, con la cartella clinica sequestrata per comprendere al meglio le terapie somministrate e il percorso clinico nel suo complesso. La paziente, uscita dal carcere due settimane prima della morte, era stata inviata al decimo padiglione dal pronto soccorso attorno alle 15 di Santo Stefano e all’una la figlia ha ricevuto la peggiore delle notizie: il suicidio della madre. Quella notte, fuori dall’edificio, si sono registrati forti momenti di tensione, con i parenti che dopo la tragedia avevano chiesto di poter entrare nella struttura, ma per questioni di sicurezza è stato loro impedito. Per riportare la calma e temendo che potessero sfondare l’ingresso il personale ha fatto intervenire una pattuglia dell’Arma. Poi, poche ore dopo, la figlia della vittima ha sporto denuncia.

L’autopsia

Oggi pomeriggio intanto, al medico legale pisano Andrea Scatena, verrà affidato l’incarico per eseguire l’autopsia, prevista nei prossimi giorni. La figlia e la zia della quarantunenne, che era stata volontariamente ricoverata in psichiatria visto che da qualche giorno soffriva di allucinazioni, sono assistite dalle avvocate Alessandra Natale e Luana Dettori. L’iscrizione nel registro degli indagati consentirà alla psicoterapeuta, in vista dell’accertamento specialistico, di nominare un consulente di parte per assistere all’esame e depositare eventuali conclusioni.

L’inchiesta dell’Asl

Parallelamente procede l’inchiesta interna dell’azienda sanitaria (tecnicamente un “audit”) per capire se e cosa non abbia funzionato quella notte e se, naturalmente, la tragedia potesse essere evitata. «Si tratta di un evento classificabile come “sentinella”, che proprio per la sua gravità – la nota diramata due giorni fa dall’Asl Toscana nord ovest – richiede un’analisi approfondita, rigorosa e multidisciplinare, condotta da professionalità specializzate nell’ambito della sicurezza e della gestione del rischio clinico».

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