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Livorno, ubriaco alle 7 di mattina sul bus impedisce all’autista di ripartire

di Stefano Taglione
Poliziotti su un bus (foto d'archivio)
Poliziotti su un bus (foto d'archivio)

I poliziotti hanno raggiunto il mezzo urbano in movimento lungo viale Carducci e l'uomo è stato denunciato per interruzione di pubblico servizio

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LIVORNO. Alle 7 di mattina è salito sull’autobus completamente ubriaco, costringendo l’autista – una donna che aveva appena preso servizio sul mezzo urbano – a fermarsi e chiamare le forze dell’ordine. Momenti di panico lunedì 24 novembre su un pullman di Autolinee toscane – l’azienda che ha in concessione il trasporto pubblico locale di tutta la Toscana – a causa del passeggero molesto, che fra l’altro in mano aveva pure una bottiglia di vetro.

L’arrivo della polizia

I passeggeri, così come la stessa conducente, a tratti hanno temuto il peggio, dal momento che l’uomo – un cittadino straniero, fuori di sé in quel momento – li aveva a dir poco spaventati. Non ne voleva proprio sapere di scendere, ostacolando le manovre di ripartenza della donna e terrorizzando i viaggiatori a bordo. L’autista, attraverso la centrale unica di emergenza del 112, ha parlato con la centrale operativa della polizia di Stato di viale Boccaccio, che sul posto ha immediatamente inviato un equipaggio della Squadra volante dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della polizia di Stato, diretto dal commissario capo Gabriele Nasca. Gli agenti, seppur a fatica, sono riusciti a calmare il passeggero molesto, riportandolo in strada. Quando i poliziotti hanno raggiunto il mezzo urbano, questo si trovava nella zona di viale Carducci, non lontano dal bar Tramezzino, all’incrocio con viale Ippolito Nievo. È qui che l’autobus ha fermato, solo provvisoriamente, la sua corsa per consentire l’intervento delle forze dell’ordine.

La denuncia

Dopo aver consentito la ripartenza del pullman l’uomo è stato denunciato per interruzione di pubblico servizio, un reato – «chi, esercitando imprese di servizi pubblici o di pubblica necessità, interrompe il servizio, ovvero sospende il lavoro nei suoi stabilimenti, uffici o aziende, in modo da turbare la regolarità del servizio», recita il codice penale – che prevede la reclusione da sei mesi a un anno e una multa non inferiore a 516 euro. 


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