Il Tirreno

Livorno

Un simbolo

Avanti Vernacoliere, Livorno si mobilita per la storica testata

di Martina Trivigno
Cardinali col sindaco
Cardinali col sindaco

Il sindaco Luca Salvetti convoca il direttore Mario Cardinali e gli propone una mostra permanente e sostegno

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LIVORNO. Forse non se l’aspettava nemmeno lui. O magari sì, chissà. Mario Cardinali, il Direttore del Vernacoliere, è seduto dietro la sua scrivania, in redazione, e ha appena concluso l’ennesima intervista.

Le ultime 24 ore – quelle dopo l’annuncio dello stop alla pubblicazione del suo giornale da dicembre – sono state frenetiche, intense e bellissime. E dopo tanti dubbi e paure, ora una certezza c’è: con ogni probabilità a novembre non sarà pubblicato l’ultimo numero del Vernacoliere, punto di riferimento della cultura nazionale con alle spalle 65 anni di storia, bandiera dello spirito dissacrante (e intelligentissimo) e della mancanza di rispetto verso il potere costituito. «C’è stata una reazione così corale da parte dei livornesi che mi sono sentito un po’ rasserenato», spiega.

In Comune

Ieri mattina, 17 ottobre, il sindaco Luca Salvetti ha convocato Cardinali nel suo ufficio, in Municipio, per discutere insieme del futuro del giornale. E subito il Direttore è stato chiaro. Non è disposto (oggi proprio come un tempo) a barattare la continuità del Vernacoliere con l’indipendenza della testata né tanto meno a cedere su due capisaldi: niente finanziamenti pubblici e zero pubblicità. Ben diverso, però – ha sottolineato Cardinali – se l’aiuto arriva dalla città di Livorno e dalla sua amministrazione.

«La giornata di ieri (giovedì 16 ottobre per chi legge, ndr) è stata tutta una volata – racconta – . Ho accolto i giornalisti in casa e mentre facevo un’intervista, ce n’erano un paio fuori, in strada, ad aspettare. I miei anni (88) non mi consentono più di fare grandi sforzi: ho saltato il pranzo per via di tutti questi impegni così improvvisi e alle 17,30, affamato com’ero, ho mangiato un bel panino burro e acciughe. Poi mi sono disteso sul letto e lì sono crollato e quando stamani (ieri mattina) mi sono svegliato, mi sono sentito un po’ rasserenato. Sembra che ci sia un bell’interessamento generale: così ho incontrato il sindaco per trovare insieme una soluzione e adesso stiamo lavorando in quella direzione per ricevere l’aiuto dei cittadini. Nutro un rispetto profondo per i collaboratori del Vernacoliere e tutto questo entusiasmo e affetto è soprattutto per loro, per il grande lavoro fatto fin qui».

Così di buon mattino il Direttore si è seduto nell’ufficio del primo cittadino e insieme hanno iniziato a ripercorrere la storia del giornale. «Ci siamo resi conto che questa avventura non poteva esaurirsi in questo modo e ho chiesto la disponibilità a Mario di far partire un’operazione che potremmo chiamare “Avanti Vernacoliere” – commenta Salvetti – . Un’idea che potrebbe incentrarsi su una grande mostra con eventi collegati attraverso la quale rilanciare un impegno della città, degli appassionati lettori sparsi in tutta Italia, ma anche dei nuovi potenziali abbonati che potrebbero, da qui a Natale, regalare la prospettiva di non far cessare un’esperienza unica che è simbolo della livornesità e della migliore satira ammirata e da ammirare ancora nel nostro Paese».

L’idea

L’idea messa in campo (ancora in via di definizione) – e che dovrebbe essere realizzata entro Natale – prevede di rendere pubblico gran parte del materiale del Vernacoliere (magari conservato in qualche magazzino) e di renderlo pubblico.

Il Comune, dal canto suo, metterà a disposizione la location per la mostra, il Museo della Città. Chi visiterà l’esposizione pagherà un biglietto di ingresso simbolico (un euro) e all’interno troverà un desk dove potrà sottoscrivere l’abbonamento del Vernacoliere per se oppure per un familiare o un amico: in quest’ultimo caso si tratterebbe di una vera e propria campagna per far sì che il giornale diventi un regalo natalizio.

La mobilitazione

E il Direttore racconta di essere sorpreso, ma soprattutto colpito, da questa catena di affetto che si è stretta intorno al giornale. «La mia casella di posta è intasata dal numero di mail di solidarietà che ho ricevuto – racconta Cardinali – e il mio telefono squilla in continuazione. Ci sono abbonati che si commuovono e mi dicono che Il Vernacoliere è anche la loro voce, un giornale libero che non le ha mai mandate a dire a nessuno. Non so cosa ci riserverà il futuro, ma ora posso dirlo: sono più fiducioso, non siamo ancora arrivati all’epilogo della nostra storia».

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