Turismo, come far diventare Lucca brand internazionale? Con il garbo e due slogan speciali
Ecco il progetto intorno al quale hanno lavorato il Comune di Lucca e la società fiorentina Wayout International
LUCCA. Garbati, toscani, aperti al mondo grazie a un simbolo, le Mura, non più monumento difensivo ma ponte, infrastruttura in grado di collegare il dentro e il fuori della città.
È la sintesi dei concetti intorno ai quali hanno lavorato il Comune di Lucca e la società fiorentina Wayout International – che si occupa di consulenza strategica aziendale ma che questa volta ha messo i propri esperti al servizio di un ente pubblico – allo scopo di “brandizzare” la città. La parola non rende bene l’obiettivo, ma il senso è chiaro: fare di Lucca un “marchio” facilmente individuabile, riconoscibile a livello internazionale. E il primo passo, per raggiungere l’obiettivo, è trovare gli slogan giusti, partendo da una domanda fondamentale: chi siamo? come spiegato da Gianluca Banchelli di Wayout International. A provare a rispondere, lavorando al brand Lucca, anche un volto noto del settore, Argu Secilmis, che nella sua carriera ha guidato marchi iconici come Timberland, Adidas, Cole Haan per Nike Inc e Napapijri verso l’innovazione ed il successo.
Dalla riflessione è nato il primo slogan: «Lucca, dove il garbo è di casa». Ma dopo il “chi siamo?” «siamo andati oltre, domandandoci quale dovesse essere il nostro scopo» ha aggiunto Banchelli. E cioè diventare «porta per la Toscana» per usare le parole dell’assessore al Turismo Remo Santini. Ed ecco allora lo slogan: «Lucca, cuore autentico della Toscana». Tradotto: cultura, storia, Mura, botteghe. In una parola: autenticità, perché «a Lucca non si viene per vedere, ma per vivere, assaporare e appartenere». E tornano alla mente le interviste ai personaggi, tanto per fare qualche esempio, che hanno preso parte all’ultima edizione del Film Festival. Da Mimmo Calopresti a Gianni Amelio in diversi hanno raccontato di una città nella quale vivrebbero volentieri. Ultimo quesito: come ci si arriva a questo obiettivo? Banchelli è chiaro: «Lucca non deve rinunciare alla sua identità ma aprirsi al monda con strumenti nuovi, essere una città di appartenenza e non di passaggio facendo delle Mura non un confine ma ponte tra dentro e fuori le mura».
Il programma pensato da Wayout e Comune ha un orizzonte temporale di tre anni. Ma la “Brandizzazione” non è l’unico strumento che occorre mettere in campo. In proposito ieri, in occasione degli Stati Generali del turismo, è stato presentato anche il rinnovato portale turismo.lucca.it, illustrato da Tommaso Giomi dell’agenzia Coyote. Più facilmente navigabile e più ricco, con spazi “aggiuntivi” per le attività ricettive oltre che l’ampia carrellata di luoghi da scoprire, eventi e informazioni utili su come vivere la città e il territorio che la circonda. Una novità a cui si aggiungerà presto l’attivazione – annunciata nei mesi scorsi – della Visit Card: il biglietto unico per musei e monumenti cittadini «pensata – spiega il Comune – per valorizzare l’esperienza dei visitatori e rafforzare l’identità territoriale».
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