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L'inchiesta

Livorno, certificazioni antincendio pilotate: 30 indagati tra imprenditori, tecnici e un ex assessore - Tutti i nomi

di Stefano Taglione
Livorno, certificazioni antincendio pilotate: 30 indagati tra imprenditori, tecnici e un ex assessore - Tutti i nomi

Trenta indagati: ecco chi sono. C’è anche un ex assessore. Al centro delle indagini il vigile del fuoco arrestato in carcere

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Livorno Imprenditori, ingegneri, ispettori dell’Asl e più in generale molti liberi professionisti. Ma non solo: anche un ex assessore del Comune di Cecina. Sono 30 le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta per corruzione sulle certificazioni antincendio che nei giorni scorsi ha portato all’arresto del funzionario dei vigili del fuoco di Livorno Giuseppe Mazzotta, l’unico al momento destinatario di una misura cautelare (in carcere) per il rischio di inquinamento delle prove.

«Le indagini – è quanto si apprende – hanno evidenziato come Mazzotta, nell’esercizio delle proprie funzioni, in cambio di utilità varie e somme di denaro talvolta ricevute in contanti, elargite anche da liberi professionisti compiacenti dopo aver emesso nei confronti dei corruttori false fatturazioni o quale retribuzione in ordine agli introiti percepiti per lavori ottenuti grazie alla sua intercessione, si fosse adoperato per consentire ai privati indebiti vantaggi in relazione a pratiche antincendio o all’espressione di pareri favorevoli dei vigili del fuoco alla concessione di aumento della capienza dei locali pubblici (con grave rischio per la pubblica incolumità), fungendo altresì da intermediario verso altri pubblici ufficiali affinché, anch’essi in cambio di utilità, avessero compiuto atti contrari ai loro doveri d’ufficio. Talvolta Mazzotta ha agito come consulente privato o “ingegnere ombra” relativamente a progettazioni di impianti antincendio poi firmati dai tecnici effettivamente incaricati dal committente (con la funzione, quindi, di “teste di legno”), redigendo le pratiche che avrebbe dovuto controllare e approvare egli stesso nella sua veste istituzionale».

Occultati nel sottotetto della mansarda al dirigente sono stati sequestrati «170mila euro suddivisi in 12 mazzette composte da banconote da 100 e 50 di taglio, a loro volta custodite in una scatola di cartone da scarpe».

Gli interrogatori

Nell’edizione di ieri del Tirreno era già stato dato conto dell’iscrizione nel registro degli indagati dell’ingegnere livornese quarantasettenne Alessandro Scheveger, che ha parlato per tre ore davanti al giudice per le indagini preliminari Marco Sacquegna, rispondendo a tutte le domande. Ieri è stata la volta dell’imprenditrice livornese cinquantanovenne Cristina Solari, titolare dell’omonima ditta di servizi di protezione antincendio di via Leonardo da Vinci, e dell’imprenditore cinese di 46 anni Lei Zhang, attivo in città da 25 anni nel settore dell’import-export. Quest’ultimo, dalla procura, viene ritenuto un intermediario fra la comunità cinese e lo stesso Mazzotta, ma in tribunale ha respinto tutti gli addebiti. Davanti al giudice non si è sottratta alle domande nemmeno Solari. Al termine degli interrogatori, il magistrato, si è riservato la decisione sull’eventuale applicazione delle misure cautelari richieste nei loro confronti dalla procura.

Tutti i nomi

Coinvolti nell’inchiesta, alcuni dei quali destinatari delle perquisizioni eseguite nei giorni scorsi dalla Squadra mobile della polizia di Stato, anche il funzionario ex responsabile, ora in pensione, dell’ufficio prevenzione incendi del comando provinciale di Genova Augusto Russo, 65 anni, il dipendente volterrano dell’Asl Toscana nord ovest Leo Bongini, di 58, il collega pisano trentaseienne Lorenzo Benotto, in servizio sempre nell’azienda sanitaria, il geometra e vigile del fuoco volontario di Collesalvetti Alessandro Centelli (sessantaquattrenne e originario di Rosignano Marittimo), il libero professionista, anche lui pompiere volontario al distaccamento del Crocino Alessio Marco (51 anni, di Cascina, nel Pisano, ma residente a Livorno), il perito ottantunenne di Porto Azzurro (all’Elba) Alberto Bastreri, la moglie 78enne Graziella Petucco, l’ingegnere di Follonica Giulio Passarini (47 anni), il perito di Scarlino Scalo, in Maremma, Gabriele Lucentini (34 anni), l’ingegnere e progettista livornese sessantunenne Roberto Canessa, il geometra labronico cinquantasettenne Alessandro Bernardeschi, l’architetto ed ex assessore all’ambiente e al decoro urbano del Comune di Cecina Gabriele Bulichelli, 54 anni, il geometra livornese di 57 anni Massimo Faverzani, il progettista di Pontedera Enrico Tribioli, 64 anni, e il cinquantatreenne di Cecina Giorgio Niccolai.

Ma non solo: anche i figli del funzionario del vigile del fuoco arrestato – Lorenzo e Laura Mazzotta, di Cascina, 24 e 26 anni – la compagna Daniela Pepe, 54enne di Livorno, l’imprenditore pratese Luciano Lucarini (79 anni, residente a Vernio), Simona Luconi (47 anni, nata a Firenze, residente nel comune pratese di Carmignano e dipendente di una ditta), l’imprenditore livornese Luca Menicagli (64 anni), l’imprenditore labronico e socio della discoteca “Precisamente a Calafuria” Simone Gonnelli (di 57), l’albergatore elbano Cesare Farina (43 anni, originario di Monza e residente a Colle Reciso, a Capoliveri), gli albergatori elbani (originari di Genova) Massimo e Raffaella De Ferrari, di 74 e 69 anni e il titolare dell’hotel Granduca Giovanni Vignoli, di 79 anni. 
 

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