Il Tirreno

Livorno

Paura

Livorno, ragazzina sfiorata dalla lastra di marmo: salva per miracolo. Il padre (prof e famoso comico): «Pochi centimetri e...»

di Stefano Taglione

	La lastra di marmo che si è staccato
La lastra di marmo che si è staccato

ll blocco lungo almeno due metri si è sbriciolato in via Grande accanto a lei. Il racconto: «Fino a due secondi prima ero nel punto dove è precipitato»

4 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. «Non sono religioso, ma ora lo diventerò: mia figlia è viva per miracolo, questo è il miracolo di Santa Giulia. Pochi centimetri e sarebbe stata colpita in testa da una lastra di marmo lunga almeno due metri, collassata sul marciapiede, e non sarebbe più con me. Quando ho visto le foto del cedimento, sinceramente, mi sono sentito male». Claudio Marmugi, docente di italiano all’Iti Galilei e famoso comico teatrale e televisivo livornese, è quasi in lacrime.

Sua figlia, 13 anni, approfittando della patrona di Livorno e delle scuole chiuse ha trascorso parte della giornata di ieri in giro con le amiche e proprio mentre stava per tornare a casa con l’autobus, in via Grande, attorno alle 15 è stata sfiorata da una pesantissima lastra di marmo che si è schiantata sul ciglio del marciapiede, per fortuna senza colpire nessuno, sbriciolandosi, con mini-blocchi grandi come mele sparsi per decine di metri. Se qualcuno fosse stato centrato, senza dubbio, sarebbe morto.

E la figlia di Claudio ha rischiato, veramente tanto, l’epilogo fatale. «Stava guardando alla pensilina l’orario del bus numero uno, era proprio lì accanto al punto d’impatto – le parole del padre – e le amiche, tre in tutto, non erano affatto lontane, dato che erano rimaste sotto i portici. Anche loro hanno rischiato. Lei non ha avuto nemmeno la forza di chiamarmi subito per raccontarmi quanto accaduto, è salita a bordo del mezzo di Autolinee toscane e mi ha telefonato un quarto d’ora dopo. Era sotto choc, non potrebbe essere altrimenti, lo sono io...».

L’adolescente «era terrorizzata – prosegue il babbo – tanto che ha vagato per mezz’ora in città e noi non capivamo neanche dove fosse. Io e mia moglie siamo immediatamente montati in auto e l’abbiamo raggiunta in piazza Mazzini, dove si trovava nel frattempo. Poi siamo tornati in via Grande, trovando i vigili del fuoco all’opera per mettere in sicurezza l’edificio. Nel frattempo io avevo avvertito i carabinieri, lasciando loro il mio numero di telefono e quello di mia figlia, visto che non riuscivamo a trovarla e magari dalla geolocalizzazione del cellulare ci avrebbero potuto aiutare. In ogni caso non ce n’è stato bisogno, perché l’abbiamo trovata dopo poco. Stasera – ieri per chi legge ndr – credo che mi ubriacherò dalla felicità, una cosa del genere è un sollievo raccontarla, visto che per pochi centimetri stavo per perdere mia figlia».

La ragazza, al Tirreno, mentre è in ospedale spiega che «due secondi prima mi trovavo esattamente nel punto dove si è schiantata la lastra di marmo». «Stavo guardando l’orario dell’autobus – le parole della tredicenne – e nel frattempo mi sono mossa di qualche centimetro verso l’interno del marciapiede e, mentre lo stavo facendo, ho visto tutti questi calcinacci di marmo schiantarsi. Era lì poco prima, ero lì, è incredibile».

Il collasso della lastra, che si trovava a una decina di metri di altezza fra due grosse finestre, è avvenuto davanti al negozio di cannabis legale “C.B.D. Italia - Il brand delle emozioni”, al civico 200 di via Grande, nel pieno centro della città. In quel punto c’è anche una delle fermate del bus urbano, di Autolinee Toscane. Ed è proprio lì che si trovava la ragazza, che Il Tirreno non identificato con nome e cognome in quanto minorenne. Con un’ambulanza della Croce rossa italiana, poi, ha raggiunto il pronto soccorso di viale Vittorio Alfieri, dove i medici l’hanno trattenuta in osservazione per qualche ora, per poi dimetterla. In macchina l’hanno poi seguita i genitori, rinfrancati con il passare dei minuti dalle sue buone condizioni di salute. «Fisicamente per fortuna sta bene – conclude Marmugi – ma era sotto choc, lo è rimasta davvero per parecchio tempo e non poteva essere altrimenti, dato che questa lastra di marmo l’ha sfiorata. Per questo è stata visitata all’ospedale. L’importante, alla fine, è che sia andato tutto bene. In questi momenti il pensiero va anche a chi non ce l’ha fatta, come l’imprenditrice cinese qualche anno fa colpita intesta da un capitello in via Buontalenti». 

La notizia del momento 
La ricostruzione

Grosseto, morto nel podere sotto le macerie: 3 centimetri sono costati la vita a Christian Barbagli

di Matteo Scardigli
Sani e Belli