Il Tirreno

Grosseto

La ricostruzione

Grosseto, morto nel podere sotto le macerie: 3 centimetri sono costati la vita a Christian Barbagli

di Matteo Scardigli

	Il fabbricato crollato e la vittima 41enne
Il fabbricato crollato e la vittima 41enne

L’incidente nella campagna di Cinigiano: il 41enne lascia la sorella minore

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CINIGIANO. Pochi passi, una ventina appena, dal modesto podere di famiglia all’annesso agricolo in muratura nel quale aveva riparato la trattrice che gli aveva prestato lo zio per fare alcuni lavori, che in campagna non mancano mai. Neanche il tempo di accendere il macchinario che l’edificio gli è crollato addosso per cause ancora da chiarire.

È morto così Christian Barbagli (41 anni), per una questione di pochi centimetri, a qualche metro dai suoi genitori. Una tragica fatalità secondo il personale Asl della sicurezza sul lavoro, sul posto insieme a carabinieri e vigili del fuoco: pochi centimetri più in là e macerie e travi avrebbero forse colpito le barre antirollio della trattrice, il telaio che protegge l’agricoltore in caso di ribaltamento del mezzo, forse salvandogli la vita.

La ricostruzione

Stamattina, 23 maggio, tra l’altro, Barbagli non doveva neanche essere lì. Operaio di un’azienda vitivinicola di Montalcino della galassia Frescobaldi, si era alzato come sempre di buon’ora pronto per darsi da fare; ma una telefonata all’alba lo aveva indotto a desistere: le vigne erano bagnate, inutile andare. Lui, però, non sapeva stare con le mani in mano; e aveva quindi deciso di impiegare il suo tempo per i genitori: la madre Lorena Tassi e il padre Miriano, in questi ultimi tempi impossibilitato ad andare nei campi.

Al podere, in fondo a una traversa sterrata della provinciale Voltina (all’incrocio con la strada una minuscola cassetta delle lettere con il nome sulla targhetta sbiadito dal sole), non appena si è sparsa la notizia si sono ben presto radunati amici e parenti in un silenzio irreale rotto solamente dall’abbaio dei cani; che lui, appassionato cacciatore del gruppo Reno, amava al pari – forse di più – dell’attività venatoria stessa, che praticava con costanza e dedizione.

Il ricordo

«Christian era così: aveva la famiglia (babbo, mamma e sorella Cristina), il lavoro e la caccia. In quest’ordine e nient’altro», raccontano alcuni amici con la voce rotta dal pianto: «Detta così può sembrare una sciocchezza, ma lui era un ragazzo buono e un uomo d’altri tempi d’altri tempi: diretto e onesto, schietto e senza secondi fini, volenteroso. Era sempre disponibile e sorridente, cresciuto con sani principi in una famiglia davvero perbene». Il recupero del corpo è stato affidato all’agenzia di onoranze funebri La Pace, che ha portato la salma all’obitorio dell’ospedale Misericordia di Grosseto a disposizione dell’autorità giudiziaria. Attorno alle macerie la fettuccia bianca e rossa dei carabinieri.

Il cordoglio

«Sono notizie che ci colpiscono nel profondo, lasciandoci sopraffatti dal dolore e da un’immensa tristezza. Notizie che nessuno vorrebbe mai ricevere», premette il sindaco Luciano Monaci, che poi racconta: «Se ne va un ragazzo buono, serio e gentile, che ho avuto il privilegio di veder crescere e maturare. La sua vita, spezzata troppo presto, lascia un vuoto incolmabile tra familiari e amici. A titolo personale, dell’amministrazione e di tutta la comunità cinigianese mi stringo al dolore della famiglia e porgo le più sentite e sincere condoglianze. Che il ricordo di Christian viva per sempre nei nostri cuori».

Partecipa al cordoglio anche il gruppo di minoranza “Fare Cinigiano”: «Tramite il nostro capogruppo Giovanni Lanzini ci stringiamo al dolore della famiglia e di tutta la comunità per la grave tragedia che ha colpito la famiglia Barbagli con la scomparsa del caro Christian, lavoratore integerrimo e persona gentile, amata e stimata da tutti, che lascerà un grande vuoto».

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