Il Tirreno

Livorno

La ricostruzione

L’imprenditore Massimo Galleni muore dopo due anni in coma: il pugno sugli scali a Livorno poi il buio

di Barbara Antoni

	L'imprenditore versiliese Massimo Galleni
L'imprenditore versiliese Massimo Galleni

Originario di Pozzi di Seravezza, aveva 51 anni ed era titolare del Sunset, locale sul pontile di Lido di Camaiore. Il suo aggressore, condannato a 7 anni, è stato trovato morto in cella a febbraio di quest’anno

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VIAREGGIO. Due anni esatti, una tragica concatenazione di eventi. Quelli che hanno portato alla morte Massimo Galleni, imprenditore del settore turistico molto conosciuto a Viareggio e in tutta la Versilia, prima come titolare della pasticceria “Chez Claudine” a Lido e poi, sempre a Lido, del Sunset, wine bar e ristorante, suggestivo locale in fondo al pontile di Lido. 

Galleni, 51 anni, padre di una giovane ragazza, non ce l’ha fatta a superare i postumi gravissimi di un colluttazione avvenuta la notte dell’8 maggio del 2023, quando si trovava a Livorno, per l’esattezza nella zona degli scali Novi Lena. Una colluttazione nata per motivi banali: erano circa le 3 della notte quando si incrociarono le strade di Galleni e Manuel Morgon, quarantenne livornese di origini liguri con sulle spalle una precedente condanna per omicidio preterintenzionale. Il colpo che quest’ultimo sferrò a Galleni lo fece cadere rovinosamente a terra. Il trauma cranico riportato causò all’imprenditore versiliese sul momento il coma, divenuto però nel breve volgere di tempo stato vegetativo permanente.

Come se Galleni, con tutta la vitalità che chi lo conosceva ancora oggi gli attribuisce, fosse morto in quell’esatto momento in cui, ricevuto il colpo da Morgon, il suo corpo piombò di schianto sulle pietre del selciato: fu soccorso solo mezz’ora dopo, quando un passante, avendolo notato in una pozza di sangue, diede l’allarme al 118.

Da quel momento la vita dell’imprenditore cinquantenne – originario di Pozzi di Seravezza, dove vive la famiglia, conosciuta per la professione del padre, l’architetto Pierluigi Galleni, era domiciliato a Lido di Camaiore – è stata un calvario fra ospedali, da quello di Livorno al Don Gnocchi di Massa e al Versilia, fino alla cure palliative, senza mai riprendere conoscenza: lo stato vegetativo era irrecuperabile e permanente, «insanabile», come riportava la perizia processuale a disposizione dei giudici che, a luglio 2024, pronunciarono la condanna nei confronti di Morgon. Gli furono inflitti sette anni di detenzione per lesioni gravissime, con l’attenuante della provocazione. Ma Morgon, mentre era nel carcere delle Sughere, fu trovato morto nel letto della sua cella: il fatto risale al 4 febbraio di quest’anno; la morte, secondo quanto si è appreso, è stata causata da un improvviso malore.

Il 12 maggio 2025, appena quattro giorni fa, in Corte d’Appello di Firenze era fissata un’udienza sul caso, che ovviamente non si è svolta: con la morte dell’imputato, il processo si estingue. Questione di ore e anche Galleni ha cessato di vivere, il suo organismo era troppo provato da due anni di sofferenze.

La notizia della morte di Galleni ha destato molto dolore in Versilia, nel mondo dei locali e fra tutti quelli che conoscevano l’imprenditore e la sua famiglia. «Massimo Galleni – lo ricorda Debora Ianniello, l’avvocata del Foro di Lucca a cui la famiglia Galleni si era rivolta per assistere il proprio congiunto nel processo – era una persona positiva, aveva un carattere esuberante; era un ottimo imprenditore. La sua è una famiglia molto unita, che conosco da lungo tempo per motivi di lavoro».

Domani (venerdì 16 maggio) alle 15,30 presso la casa funeraria La Piramide (accanto al pronto soccorso dell’ospedale Versilia) ci sarà un momento di preghiera per Galleni. Dopo la benedizione, il feretro proseguirà per la cremazione.

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