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Corea del Sud, il presidente dichiara la legge marziale, il “no” del Parlamento lo spinge alla retromarcia – Video


	I militari arrivano davanti al Parlamento coreano
I militari arrivano davanti al Parlamento coreano

Grande tensione a Seul: l’Assemblea boccia la legge marziale di Yoon tra proteste e scontri

03 dicembre 2024
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Ore di altissima tensione a Seul dopo la decisione del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol di istituire la legge marziale d'emergenza. Una mossa a sorpresa subito bocciata dai politici di opposizione e maggioranza, compresi quelli dello schieramento a cui appartiene lo stesso Yoon, il Partito del Potere Popolare.

Il “no” del Parlamento e la retromarcia

Dopo l'annuncio presidenziale, centinaia di persone si sono riversate in strada per protestare davanti alla sede dell'Assemblea nazionale, il Parlamento monocamerale del Paese, le cui attività sono state sospese dopo l'annuncio dell'esercito sudcoreano. Scontri si sono verificati tra i manifestanti e la polizia schierata lungo la recinzione del Parlamento e davanti all'ingresso, bloccato dagli agenti. Il "no” dell'Assemblea non si è fatto attendere: la maggioranza dei deputati ha votato contro l'applicazione della legge. Yoon ha quindi fatto retromarcia, annunciando la revoca.

La decisione del presidente

Nelle intenzioni dell'ex procuratore capo, la legge marziale d'emergenza avrebbe dovuto rappresentare una misura cruciale per difendere l'ordine costituzionale del paese. Yoon ha accusato l'opposizione di controllare il Parlamento, simpatizzare con la Corea del Nord e paralizzare il governo con attività anti-statali. Dalla sua vittoria alle elezioni nel 2022 Yoon, il cui indice di popolarità è crollato negli ultimi mesi, ha affrontato molte difficoltà nel portare avanti le sue iniziative. Il Partito del Potere Popolare, di orientamento conservatore, non riesce a trovare l'accordo con il Partito Democratico di opposizione in merito al disegno di legge sul bilancio per il prossimo anno. Inoltre, Yoon ha respinto la richiesta di indagini indipendenti sugli scandali che coinvolgono sua moglie e alti funzionari, attirandosi forti critiche dai suoi avversari. Con l'applicazione della legge marziale, Yoon ha promesso di «sradicare le forze pro-Corea del Nord e di proteggere l'ordine democratico costituzionale». «Ricostruirò e proteggerò la libera Repubblica di Corea, che sta cadendo nel baratro della rovina nazionale – ha dichiarato – eliminerò le forze anti-statali il più rapidamente possibile e normalizzerò il paese», ha aggiunto, chiedendo al popolo di credere in lui e di tollerare «alcuni disagi».

Le reazioni

L'ultima volta che era stata dichiarata la legge marziale in Corea del Sud era stato nel 1979, dopo l'assassinio dell'allora dittatore Park Chung Hee. La decisione ha subito scatenato la forte reazione dei politici sudcoreani. Han Dong-hoon, leader del partito di Yoon, ha definito la decisione «sbagliata» e promesso di «fermarla, insieme al popolo». Per il leader dell'opposizione Lee Jae-myung, sconfitto da Yoon alle elezioni, è «illegale e incostituzionale». Quindi ha invitato tutti i cittadini a radunarsi davanti al Parlamento: appello a cui hanno risposto in centinaia, al grido di "No alla legge marziale" e "Abbattiamo la dittatura".

Scontri tra manifestanti e polizia

Si è mosso prontamente anche l'esercito. Il capo di Stato maggiore ha riferito, nella proclamazione della legge, la proibizione di «tutte le attività politiche, comprese le attività dell'Assemblea nazionale, delle assemblee locali, dei partiti politici, delle associazioni politiche, dei comizi e delle manifestazioni». Scontri si sono verificati tra i manifestanti e la polizia in tenuta antisommossa e elicotteri hanno sorvolato il cielo di Seul, atterrando sul tetto del Parlamento, presidiato all'interno da soldati delle forze speciali. I 190 deputati (su 300 totali) presenti nell'edificio hanno tutti votato per la revoca. Il presidente dell'Assemblea nazionale Woo Won Shik, nel dichiarare la legge «non valida» e assicurare che i parlamentari «proteggeranno la democrazia con il popolo», ha annunciato il ritiro dei militari dal Parlamento. L'esercito ha, tuttavia, precisato che la legge marziale sarebbe stata mantenuta fino a che il presidente Yoon non l'avesse revocata. L'Occidente segue con apprensione gli sviluppi, in primis gli Stati Uniti, paese tra i più stretti alleati di Seul. La Casa Bianca ha comunicato che l'amministrazione Biden "non è stata avvertita in anticipo" della dichiarazione di imposizione della legge marziale e ha invitato a rispettare il voto del Parlamento contro la legge. Anche il Cremlino ha dichiarato che «la situazione è preoccupante – aggiungendo che – stiamo monitorando attentamente».


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20.52 – Il presidente revoca la legge marziale

Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha annunciato che la legge marziale, da lui stesso decretata oggi e poi respinta dal Parlamento, verrà revocata. Yoon ha dichiarato che il suo governo ha ritirato il personale militare che era stato dispiegato e che revocherà formalmente la legge marziale dopo una riunione di gabinetto, "non appena i membri arriveranno".

20.32 – Farnesina: “Massima prudenza negli spostamenti”

"Si raccomanda ai connazionali massima prudenza negli spostamenti, di evitare gli assembramenti e manifestazioni e di seguire le indicazioni delle Autorità locali". E' quanto si legge sul sito 'Viaggiare Sicuri' dell'Unità di Crisi della Farnesina a proposito della situazione in Corea del Sud, dove il presidente Yoon Suk Yeol ha dichiarato la legge marziale e si registrano scontri tra esercito e manifestanti nell'area del Parlamento.

20.23 – Il presidente del Parlamento dichiara “nulla” la legge marziale

Il presidente dell'Assemblea nazionale della Corea del Sud, Woo Son-shik, ha dichiarato "nulla" la legge marziale dichiarata dal presidente, Yoon Suk Yeol, dopo che la maggioranza dei deputati ha adottato una risoluzione che ne chiede la revoca. Secondo il New York Times, i deputati hanno applaudito quando Woo ha chiesto che soldati e polizia lascino il complesso dell'Assemblea.

20.15 – Il Parlamento vota la revoca della legge marziale

Durante una sessione notturna dell'Assemblea nazionale è stata adottata una risoluzione che chiede la revoca della legge marziale dichiarata in Corea del Sud. Lo riferisce il New York Times, precisando che le norme che regolano la legge marziale stabiliscono che se l'Assemblea ne chiede la fine, il presidente deve revocarla "senza ritardo". La risoluzione è stata adottata con i voti favorevoli di tutti i 190 deputati presenti al momento del voto su un totale di 300.

19.37 – Usa, il voto del Parlamento contro la legge marziale sia rispettato

Gli Stati Uniti auspicano che il voto del Parlamento contro la legge marziale imposta in Corea del Sud dal presidente Yoon Suk Yeol "sia rispettato". Lo ha sottolineato il vice portavoce del dipartimento di Stato Usa, Vedant Patel, in un briefing con i giornalisti.

18.38 – L’esercito manterrà la legge marziale finché non arriverà la revoca del presidente

L'esercito sudcoreano ha dichiarato che manterrà la legge marziale finché non sarà revocata dal presidente Yoon Suk Yeol, nonostante l'Assemblea nazionale abbia votato per bloccarne l'applicazione. Lo riporta l'emittente nazionale sudcoreana.

18.21 – Le indicazioni della Farnesina per gli italiani

«Si raccomanda ai connazionali massima prudenza negli spostamenti, evitare gli assembramenti e manifestazioni e di seguire le indicazioni delle autorità locali». Lo scrive, in un aggiornamento sulla situazione della sicurezza in Corea del Sud dopo la proclamazione della legge marziale, "Viaggiare sicuri", il portale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che offre informazioni utili per i viaggi all'estero.

«Si invita inoltre a scaricare la App ViaggiareSicuri», prosegue l'aggiornamento, «attivando la geolocalizzazione, o a registrare

la propria presenza sul sito www.dovesiamonelmondo.it. Per emergenze l'Ambasciata d'Italia a Seoul è raggiungibile al numero

+821022420491».

17.55 – Il presidente dell’assemblea: «I soldati lasciano il Parlamento»

Il presidente dell'Assemblea nazionale sudcoreana Woo Won-shik ha dichiarato che le truppe dell'esercito stanno lasciando l'edificio. Lo riporta l'agenzia di stampa Yonhap. I soldati erano entrati nell'edificio poco dopo la dichiarazione della legge marziale da parte del presidente Yoon Suk Yeol.

17.15 – In centinaia manifestano davanti al Parlamento

Centinaia di persone si sono radunate a Seul davanti alla sede del Parlamento sudcoreano per protestare contro l'introduzione della legge marziale. Intorno all'edificio, una massiccia presenza di polizia. "No alla legge marziale", "Abbattiamo la dittatura", "Aprite le porte", alcuni degli slogan intonati dai manifestanti, come riporta la Bbc.

17.02 – Il Parlamento vota per fermare la legge marziale

Il Parlamento ha votato contro l’introduzione della legge marziale introdotta dal presidente sudcoreano Yoon. Ora, stando alla legge della Corea del Sud, il governo dovrebbe revocarla. 

16.55 – Elicotteri sul tetto dell’Assemblea

Alcuni elicotteri sono atterrati sul tetto del Parlamento a Seul. E' quanto si vede dalle immagini diffuse dai media sudcoreani. All'esterno dell'edificio, una massiccia presenza della polizia.

16.42  – I parlamentari entrano in aula per votare contro la decisione del presidente

Circa 70 membri del principale partito di opposizione sudcoreano si trovano all'interno dell'Assemblea Nazionale mentre gli altri si sono radunati all'esterno. Lo conferma alla BBC il deputato Hong Kee-won, spiegando che quando arriverà il presidente dell'Assemblea Woo Won-shik chiederà una votazione per revocare la legge marziale. Hong ha aggiunto che gli è stato detto che all'interno dell'edificio sono presenti soldati delle forze speciali.

16.27 – Gli scontri al Parlamento dopo il blocco della polizia: elicotteri sul tetto dell’Assemblea

Scontri si sono verificati di fronte all’Assemblea nazionale, ovvero il Parlamento monocamerale del Paese, a Seul dopo che la polizia si è schierata lungo la recinzione e bloccato l’ingresso, in seguito alla proclamazione della legge marziale. Lo riporta l’agenzia Yonhap. Un centinaio di persone si è radunato davanti all’edificio dopo l’annuncio. Attualmente solo alcuni politici e dipendenti dell’Assemblea nazionale possono entrare nel palazzo dopo una verifica dell’identità.

I politici sudcoreani si schierano contro la decisione del presidente Yoon Suk Yeol. Anche Han Dong-hoon, il leader del partito di Yoon, il Partito del Potere Popolare, si oppone, definendo la decisione «sbagliata» e promettendo di «fermarla insieme al popolo». Il leader dell'opposizione Lee Jae-myung, che ha perso di poco contro Yoon nelle elezioni del 2022, ha definito l'annuncio del presidente «illegale e incostituzionale».

La proclamazione della legge marziale pare piuttosto essere una mossa esclusivamente a fini interni da parte di un leader sempre più impopolare e politicamente isolato. Lo dimostra il fatto che non solo il principale partito d'opposizione, il Partito democratico (che però è maggioranza all'Assemblea nazionale), ha condannato la mossa del presidente, ma anche il suo Partito del potere del popolo ha definito la mossa come "sbagliata".

16.11 – Il messaggio del presidente

«A tal fine, eliminerò senza indugio i principali responsabili di questa rovina e le forze anti-statali che si sono macchiate di atti malvagi». Yoon ha sostenuto che «si tratta di una misura inevitabile per garantire la libertà e la sicurezza dei cittadini, nonché la sostenibilità del Paese, di fronte ai movimenti delle forze anti-statali che mirano a sovvertire il sistema, e per lasciare alle generazioni future una nazione stabile e giusta». Il presidente sudcoreano ha assicurato che eliminerà «le forze anti-statali il più rapidamente possibile» e «normalizzerà il Paese».

E ha proseguito: «Pur riconoscendo che la proclamazione dello stato di emergenza potrebbe causare qualche disagio ai cittadini rispettosi dei valori costituzionali della Repubblica di Corea, farò del mio meglio per ridurre al minimo questi disagi». Il presidente Yoon ha spiegato che «questa misura è inevitabile per garantire la continuità della Repubblica di Corea libera» e ha ribadito che «non ci sarà alcun cambiamento nell'impegno del Paese verso le sue responsabilità e contributi nella comunità internazionale». Infine, ha rivolto un appello ai cittadini: «Come presidente, chiedo con tutto il cuore la vostra fiducia. Mi dedicherò completamente a proteggere la Repubblica di Corea libera. Confidate in me».

La decima volta nella storia del paese

E' la decima volta che in Corea del Sud viene proclamato lo stato d'emergenza, un provvedimento molto traumatico che sospende il governo civile, mettendo sotto il controllo militare l'esecutivo, e sospendendo le procedure legali civili in favore di quelle militari. Lo stato d'emergenza è previsto dall'Articolo 77 della Costituzione della Corea del Sud. La sua proclamazione è tra i poteri del presidente, che può ricorrervi in caso di guerra, di incidenti gravi o di altre emergenze nazionali. Vi sono due tipologie di leggi marziali che possono essere applicate: quella d'emergenza e quella di sicurezza.

Cosa cambia per i diritti

Quando viene dichiarata la legge marziale d'emergenza, sono possibili misure quali la restrizione della libertà di parola, stampa, assemblea e associazione, oltre che modifiche straordinarie all'autorità dei governi o dei tribunali e l'applicazione di un sistema di mandati in conformità con le disposizioni delle leggi correlate. In caso di dichiarazione della legge marziale, il presidente deve notificarla immediatamente l'Assemblea nazionale, e quando questi richiede la revoca della legge marziale con il consenso della maggioranza dei suoi membri, il presidente è obbligato a revocarla.

La possibilità che venga bocciata dall’Assemblea nazionale

Nell'Assemblea nazionale, il partito del presidente Yoon Suk-yeol è in minoranza, quindi è possibile che il provvedimento del presidente venga bocciato. Tra le precedenti proclamazioni della legge marziale, dalla fondazione della Corea del Sud nel 1948, figurano la ribellione di Yeosu-Suncheon e la Guerra di Corea. Dopo gli anni '60, la legge marziale è stata dichiarata più volte per sedare l'opposizione politica, un comportamento che è visto come un abuso dello strumento dai giuristi.

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