Rigopiano, la Cassazione conferma la condanna per l’ex prefetto: nuovo processo per i dirigenti assolti
Nella tragedia, avvenuta nel 2017, morirono 29 persone travolte da una valanga mentre si trovavano nell’hotel Farindola
La tensione tra i parenti delle vittime è stata tanta, come il rischio della prescrizione che si prefigura all'orizzonte per alcuni degli imputati. Dopo una camera di consiglio durata più di tre ore, i giudici della sesta sezione penale della Corte di Cassazione hanno pronunciato in serata la sentenza sulla tragedia di Rigopiano, dove trovarono la morte 29 ospiti dell'hotel Farindola, in provincia di Pescara.
Nuovo processo per sindaco e dirigenti Protezione civile
Tra il trepido dei familiari in aula, il presidente ha letto il dispositivo dove ha ordinato un nuovo processo per il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, e alcuni dirigenti della Protezione civile regionale coinvolti nella gestione della tragedia. La Corte ha riformato la sentenza di secondo grado, chiedendo di ricalcolare le condanne già emesse e di rivalutare le responsabilità di chi, secondo l'accusa, ha contribuito a causare la morte di 29 persone, morte nell'albergo travolto da una valanga di 120 mila tonnellate di neve. Secondo la Procura generale, la tragedia era prevedibile e si sarebbe potuta evitare.
Condanna confermata per l’ex prefetto
Nello specifico, la Suprema Corte, ha confermato la condanna a un anno e otto mesi per l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, per le accuse di falso e rifiuto di atti d'ufficio, ma la Procura aveva chiesto di rubricare altre accuse come omicidio colposo e depistaggio. Stessa sorte è toccata a Ilario Lacchetta, sindaco di Farindola all’epoca dei fatti, che ha visto rivalutare la propria posizione. L'accusa sostiene che il primo cittadino non abbia mai convocato la commissione valanghe, né abbia messo in atto le misure necessarie per garantire la sicurezza dell’hotel. La mancanza di comunicazione e la non attivazione di un piano di sgombero sono state tra le principali accuse.
Il processo bis
La Cassazione ha deciso di riaprire quindi il processo per il reato di disastro colposo, con un appello bis. La vicenda ha messo in luce anche il particolare che la struttura ricettiva fosse abusiva, in una zona ad alto rischio valanghe. La procura ha evidenziato diverse gravi negligenze nella gestione dell'area e nelle autorizzazioni che hanno permesso la realizzazione dell'hotel in quella località. Il processo bis, riguarderà anche i dirigenti della Protezione civile e della Provincia di Pescara. Tra questi, i vertici della Provincia, Paolo D’Indecco e Mauro Di Blasio, erano stati condannati a tre anni e quattro mesi. La Cassazione ha deciso che le loro responsabilità debbano essere rivalutate, così come quelle di Enrico Colangeli, tecnico comunale, e di Bruno Di Tommaso, ex gestore dell’hotel. Soddisfatti in parte i familiari delle vittime, che hanno dichiarato per bocca dell'avvocato Massimiliano Gabrielli: «Oggi ci è stato dato qualcosa che ci era stato tolto nelle precedenti fasi del processo», ha dichiarato il legale delle parti civili. «Il nuovo processo potrebbe evitare la prescrizione di altre accuse, come omicidio colposo, e garantire finalmente un giusto risarcimento ai familiari delle vittime».