Il Tirreno

MILANO. «Che strano paese che è l’Italia: quando suona l’allarme non vanno a vedere se c’è qualcuno in casa, ma corrono a spegnere l’allarme. Vergogna! E sapete perché? Perché l’allarme sono io».

Il video

Così Fabrizio Corona in un video sui suoi canali social replica alle accuse dei legali di Alfonso Signorini, autosospesosi dalle trasmissioni Mediaset per fronteggiare quella che è stata definita una «campagna calunniosa e diffamatoria».

«Stanno provando a dire che mi sono inventato tutto perché sono io, perché ho i miei precedenti. E tutte le chat, tutte le prove, tutti i documenti me li sono inventati. Tutte le cose che vi ho fatto leggere e ascoltare sarebbero false. Si devono vergognare», ha aggiunto.

«Tante di quelle chat...»

«Ho tante di quelle chat ancora da farvi leggere, ho tante di quelle prove, ho tanti di quei documenti che vi faranno tremare», ha proseguito Corona, che attacca infine anche Mediaset, la quale in un comunicato ha accolto l’autosospensione di Signorini chiarendo di essere pronta a «contrastare la diffusione di ricostruzioni diffamatorie» e allo stesso tempo richiamando chi opera per l’azienda a una «applicazione rigorosa e senza eccezioni del codice etico».

La Procura

Il video è delle ultime ore, intanto – nel pomeriggio del 30 dicembre – è arrivato un ulteriore capitolo della vicenda partita un paio di settimane fa e al centro nelle ultime settimane di un acceso dibattito mediatico, innescato da Falsissimo, il format di gossip su YouTube gestito dall’ex paparazzo Fabrizio Corona. 

La Procura di Milano ha avviato un’indagine preliminare che coinvolge il giornalista e conduttore televisivo Alfonso Signorini. L’apertura del fascicolo rappresenta un atto dovuto dopo la denuncia presentata nei giorni scorsi da Antonio Medugno, ex concorrente del Grande Fratello.

La pm Letizia Mannella coordina anche l’inchiesta nei confronti di Fabrizio Corona, indagato per revenge porn sulla base della denuncia di Signorini stesso, dopo che Corona, attraverso il suo format, aveva accusato il giornalista di aver portato avanti un sistema di favori sessuali richiesti ad alcuni partecipanti del Grande Fratello.