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Forte tempesta geomagnetica sulla Terra: altre in arrivo nei prossimi giorni – Blackout e non solo: gli effetti

di Redazione web

	Un brillamento di Classe X 1.8 rilevato il 4 novembre sul Sole. (Foto: NASA/SDO/AIA)
Un brillamento di Classe X 1.8 rilevato il 4 novembre sul Sole. (Foto: NASA/SDO/AIA)

Tra gli effetti visibili di questa attività solare ci sono le aurore boreali, che potrebbero manifestarsi anche a latitudini più basse del solito. Per vederle in Italia, tuttavia, sarebbe necessaria una tempesta di livello G4 o G5, come accaduto tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025

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Alle 06:27 ora italiana di giovedì 6 novembre, una forte tempesta geomagnetica ha raggiunto il nostro pianeta. Classificata come evento di livello G3 – considerato “forte” su una scala da G1 a G5 – la perturbazione è stata monitorata dallo Space Weather Prediction Center (SWPC) della NOAA, che ha segnalato la possibilità di ulteriori episodi tra l’8 e il 9 novembre.

Rischi per infrastrutture e comunicazioni

Le tempeste geomagnetiche possono causare blackout radio, interferenze nei sistemi GPS, disturbi alle reti elettriche e problemi nei sistemi di comunicazione satellitare. L’allerta odierna prevede fenomeni intensi fino alle 13, con la possibilità che si superi il livello G3.

L’origine: brillamenti solari e CME

All’origine di questi eventi c’è una forte attività magnetica sul Sole, che ha prodotto brillamenti ed espulsioni di massa coronale (CME). In particolare, due brillamenti di classe X – la più potente – sono stati registrati il 4 novembre: uno di classe X1.8 alle 18:33 e uno di X1.16 alle 23:03, entrambi osservati dal Solar Dynamics Observatory della NASA. Il secondo, proveniente da una regione ancora nascosta del Sole, potrebbe essere stato più intenso di quanto rilevato.

CME “cannibali” e rischio tempeste maggiori

Alcuni flussi di vento solare sono diretti verso la Terra e potrebbero fondersi in cosiddette “CME cannibali”, capaci di amplificare l’intensità delle tempeste geomagnetiche. Il complesso di macchie solari AR 4274, già responsabile dei brillamenti recenti, si sta ora orientando verso il nostro pianeta.

Aurore polari anche a latitudini insolite

Tra gli effetti visibili di questa attività solare ci sono le aurore boreali, che potrebbero manifestarsi anche a latitudini più basse del solito. Per vederle in Italia, tuttavia, sarebbe necessaria una tempesta di livello G4 o G5, come accaduto tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025.

Prossimi giorni sotto osservazione

La NOAA prevede nuove tempeste entro il weekend, inclusa un’altra G3 attesa per venerdì 7 novembre. Gli esperti invitano a monitorare l’evoluzione del fenomeno, che potrebbe intensificarsi se nuove CME colpiranno la Terra frontalmente

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