Il Tirreno

L’iniziativa

Medio Oriente, il cardinale Zuppi chiede la pace e legge i nomi dei 12mila bambini morti


	Il cardinale Zuppi
Il cardinale Zuppi

Nel cuore dei colli bolognesi, a Monte Sole di Marzabotto, un antico rudere è tornato a farsi voce della memoria. Lì dove nel 1944 si consumò uno dei peggiori eccidi della Seconda guerra mondiale, è andata in scena una lunga lettura pubblica: oltre 12.000 nomi di bambini morti nel conflitto israelo-palestinese sono stati pronunciati, uno ad uno, per ore

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In un luogo segnato da una delle pagine più tragiche della storia italiana, a Monte Sole di Marzabotto, è andata in scena una maratona di memoria e silenzio. Alla vigilia di Ferragosto, nel rudere della chiesa di Casaglia, centinaia di voci si sono alternate per leggere, uno dopo l’altro, i nomi di oltre 12.000 bambini morti in Terra Santa dall’autunno del 2023 all’estate del 2025.

Un luogo simbolico

Il luogo scelto per la commemorazione non è casuale: nel 1944, proprio qui, i nazifascisti commisero uno dei più efferati massacri di civili della Seconda guerra mondiale. La chiesa incendiata allora dalle SS era intitolata all’Assunta, e oggi diventa simbolo di un'altra sofferenza: quella dell’infanzia spezzata dal conflitto tra Israele e Palestina.

I numeri della tragedia

Le voci hanno letto senza sosta 469 pagine di nomi e relative età: 16 bambini israeliani e 12.211 palestinesi, uccisi tra il 7 ottobre 2023 e il 15 luglio 2025. Una preghiera laica e religiosa insieme, scandita tra il silenzio del bosco e la commozione dei presenti.

Le parole del cardinale Zuppi

A dare inizio alla lettura è stato il cardinale Matteo Zuppi, che ha ricordato il significato del gesto: «Siamo qui per ricordare e per manifestare vicinanza alle vittime, in un luogo di dolore trasformato in simbolo di memoria». Ha aggiunto: «Pronunciare i nomi dei bambini uccisi è un invito a non restare indifferenti, ma a impegnarsi nella costruzione della pace. Ogni vittima ci chiede di rifiutare l’odio, qualsiasi sia la sua origine». 

L’appello per la pace

Zuppi ha ribadito la necessità di prendere le distanze da ogni forma di violenza, a partire dall’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas, fino a ogni strategia che disumanizzi il prossimo. «Non si può accettare che un popolo venga preso in ostaggio. Il primo passo dev’essere il cessate il fuoco, ma anche la liberazione degli ostaggi e il riconoscimento della dignità di tutti».

La comunità di Dossetti

L’iniziativa è stata promossa dalla Piccola Famiglia dell’Annunziata, fondata da don Giuseppe Dossetti, che scelse proprio Monte Sole per fare memoria dell’eccidio. La comunità continua oggi a custodire quel luogo come simbolo di pace, resistenza e preghiera.

La voce da Gaza

Dal cuore del conflitto, padre Gabriele Romanelli, parroco della Sacra Famiglia a Gaza, ha inviato un videomessaggio alla Fondazione L’isola che non c’è. Le sue parole sono state un nuovo grido d’allarme: “Viviamo in condizioni disperate. La città è devastata, manca tutto: cibo, acqua, medicinali, energia. I civili sono in pericolo ovunque, ogni giorno.”

Un premio ai bambini

Nel videomessaggio, è stata rilanciata anche la proposta di assegnare il Nobel per la Pace ai bambini di Gaza, per onorare simbolicamente tutte le giovani vite perdute e ricordare al mondo che ogni bambino ha diritto a vivere, crescere e sperare in un futuro diverso.

Memoria come impegno

Quella di Monte Sole non è stata solo una commemorazione. È stata un atto di resistenza morale, un invito a fermarsi, ad ascoltare, a pronunciare ogni nome come se fosse quello di un figlio. Perché il dolore dei bambini – di qualunque parte siano – appartiene a tutta l’umanità.

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