Il Tirreno

Il delitto

Garlasco, tappetino, cucchiaio e impronta misteriosa: i tre elementi che possono dire la verità sull’omicidio di Chiara Poggi


	Chiara Poggi e uno degli ultimi reperti trovati
Chiara Poggi e uno degli ultimi reperti trovati

Tutti i reperti verranno inviati ai laboratori della polizia scientifica dell’Istituto di medicina legale di Pavia, dove verranno esaminati nel dettaglio

3 MINUTI DI LETTURA





Due scatole contenenti oggetti che, all’epoca dei fatti, non erano stati pienamente analizzati, potrebbero rivelarsi determinanti nell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi. Tra questi materiali figurano frammenti di un tappetino insanguinato recuperato nel bagno della villetta in via Pascoli, vari scarti alimentari — come una confezione di Estathé, un Frùttolo, cereali e biscotti — e persino un cucchiaino rinvenuto sul divano.

L’appuntamento in via Moscova e il materiale del RIS

I periti incaricati si recheranno al comando dei carabinieri in via Moscova per ritirare anche un altro scatolone, contenente circa sessanta fascette para-adesive. Queste erano state usate dal RIS di Parma subito dopo il delitto per rilevare altrettante impronte nella villetta. Delle 60 impronte repertate, 35 saranno oggetto di nuova analisi.

Focus sulla traccia 10: un’impronta misteriosa

Una delle impronte più rilevanti è la cosiddetta “traccia 10”, scoperta sulla porta interna dell’ingresso. Le analisi precedenti hanno già escluso che possa appartenere ad Andrea Sempio, ad Alberto Stasi o ai parenti stretti della vittima, incluse le cugine Paola e Stefania Cappa, mai coinvolte formalmente nell’inchiesta. Non verrà invece inclusa nell’attuale incidente probatorio la celebre “traccia 33”.

Il trasferimento a Pavia e le nuove tecnologie in campo

Tutti i reperti verranno inviati ai laboratori della polizia scientifica dell’Istituto di medicina legale di Pavia, dove verranno esaminati nel dettaglio. Intanto, è già ripartita l’analisi della disposizione delle tracce ematiche nella villetta, grazie a un nuovo sopralluogo condotto dai RIS con l’ausilio di droni e scanner 3D.

Un nuovo sguardo sulla scena del crimine

Per questa nuova fase investigativa è stato coinvolto anche Andrea Berti, comandante del RIS di Cagliari, con il compito di rileggere la distribuzione delle macchie e degli schizzi di sangue. L’obiettivo è anche quello di chiarire se Chiara Poggi abbia avuto o meno la possibilità di difendersi durante l’aggressione.

Ipotesi di omicidio in concorso: la presenza di più persone

Secondo l’avviso di garanzia notificato ad Andrea Sempio, la Procura non esclude che l’omicidio sia stato compiuto da più persone in concorso tra loro. Si ipotizza infatti che, quel 13 agosto 2007, all’interno della casa ci fossero almeno tre individui.

La posizione della difesa di Stasi

Questa linea interpretativa è condivisa anche dalla legale di Alberto Stasi, Giada Boccellari, che ha dichiarato al Corriere della Sera: «Già nel 2007 il nostro consulente disse che c’erano due persone. Detto ciò, per quello che sappiamo fino ad ora, l’azione omicidiaria si sviluppa in tre fasi e, almeno in quelle iniziali, non si può escludere la presenza di altri soggetti. Il movente sarà comprensibile solo una volta chiarito chi era presente sulla scena del crimine».

La notizia del momento

L’incidente

India, aereo diretto a Londra si schianta dopo il decollo: dopo ore di ricerche spunta un superstite, oltre 200 morti – Video

Sani e Belli