Il Tirreno

L’analisi

Garlasco, “l’impronta 33”, il “reperto 27” e il biglietto scritto a mano: tutti gli elementi contro Andrea Sempio


	Alberto Stasi e Andrea Sempio
Alberto Stasi e Andrea Sempio

A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi il caso è improvvisamente arrivato a una svolta: tutte le novità del secondo filone di indagine che rischia di riscrivere il caso della villetta in provincia di Pavia

3 MINUTI DI LETTURA





A quasi 18 anni dal tragico omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco (Pavia), nuove indagini riaccendono l’interesse su Andrea Sempio, amico della vittima. Ora formalmente indagato, il suo nome torna centrale grazie a una serie di elementi investigativi rivalutati con tecnologie moderne.

L’impronta 33: una traccia dimenticata

Il punto di svolta è rappresentato dalla cosiddetta “impronta 33”, una macchia rossastra rinvenuta sulle scale che conducono alla taverna, dove Chiara fu uccisa. Inizialmente giudicata non utile ai fini investigativi, oggi è stata rivalutata dal RIS di Parma. Le nuove analisi hanno rivelato una corrispondenza con il palmo destro di Sempio in ben quindici punti, un dato considerato “univoco” dagli esperti.

Una mano sporca di sangue

Secondo gli investigatori, l’impronta sarebbe stata lasciata da una mano intrisa del sangue della vittima. Le macchie ematiche rinvenute lungo le scale supporterebbero questa ipotesi, compatibile con il percorso di fuga dell’assassino subito dopo l’aggressione.

Biglietti, rifiuti e frasi inquietanti

Oltre all’ambito forense, l’indagine ha toccato aspetti più personali: attraverso appostamenti e analisi dei rifiuti di Sempio, gli inquirenti hanno recuperato fogli scritti a mano. Uno in particolare recita: «Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare». Non ci sono riferimenti espliciti al delitto, ma gli inquirenti lo considerano un possibile indizio psicologico.

Il profilo psicologico sotto esame

Il materiale rinvenuto è stato inviato al RACIS di Roma per una valutazione della personalità dell’indagato. La madre di Sempio, intercettata a sua insaputa, ha raccontato che il figlio «stava male» proprio la mattina dell’omicidio. Una nuova evidenza – un documento del 118 – mostra che alle 10.30 di quel giorno Andrea fu assistito dai sanitari per un malore, contraddicendo la sua presunta presenza presso i carabinieri.

Perquisizioni e nuovi materiali

Il 14 maggio, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione di Sempio e quelle di familiari e amici stretti, cercando documentazione utile a ricostruire i suoi legami con Chiara. Sono stati sequestrati diari, appunti, chat, fotografie e file digitali, ritenuti potenzialmente utili per l’indagine.

Il Dna sotto le unghie e il tappetino insanguinato

Il genetista Carlo Previderé ha depositato una perizia che collega il Dna di Sempio con quello trovato sotto le unghie della vittima. Anche questo dato era stato inizialmente scartato nel 2007. Altro elemento chiave è il cosiddetto “Reperto 27”, un frammento del tappetino del bagno su cui sarebbero presenti impronte lasciate da piedi insanguinati.

Impronte e vizi tecnici

Per rafforzare le conclusioni, Sempio è stato sottoposto a un secondo prelievo di impronte con tecniche tradizionali, dopo che un malfunzionamento aveva invalidato il primo test laser. I nuovi rilievi hanno confermato la corrispondenza con la traccia del palmo.

L’alibi sotto esame

Uno degli aspetti più controversi è l’alibi fornito da Sempio nel 2007, basato su uno scontrino del parcheggio a Vigevano. La madre ha ammesso di avergli suggerito di conservarlo, ma senza fornire dettagli convincenti su come avesse trascorso la mattinata. Le nuove evidenze sanitarie mettono in discussione la validità dell’alibi.

Un interrogatorio mancato

Il 20 maggio, Sempio era stato convocato per un interrogatorio insieme ad Alberto Stasi, già condannato per il delitto. Stasi si è presentato; Sempio no. Secondo la sua avvocata, Angela Taccia, la notifica dell’interrogatorio non sarebbe avvenuta correttamente, sollevando dubbi sulla procedura.

Il delitto di Chiara Poggi: una verità da riscrivere?

Il caso Poggi resta uno dei più discussi della cronaca giudiziaria italiana. Condannato in via definitiva nel 2015, Stasi ha sempre professato la sua innocenza. Le nuove indagini e le tecnologie attuali stanno riportando alla luce dettagli trascurati, con Andrea Sempio ora al centro di una possibile revisione della verità storica.

Le notizie del momento
Le indagini

Escort scomparsa da Prato, ricerche in corso: in Procura due amiche della giovane – Video

Sani e Belli