Sanremo, Ezio Bosso: chi era il musicista torinese ricordato all’inizio del Festival e quel momento magico nel 2016
«La musica è come la vita e si può fare solo in un modo: insieme», aveva detto nel 2016 ospite sul palco dell’Ariston
SANREMO. La 75esima edizione del Festival di Sanremo si apre con un omaggio a Ezio Bosso, il musicista torinese scomparso nel 2020. Un tributo commovente che celebra la sua eredità artistica e umana. «La musica è come la vita e si può fare solo in un modo: insieme», aveva detto Bosso nel 2016, quando incantò il pubblico dell'Ariston con "Following a bird", brano tratto dall'album The 12th room. Un disco che rappresenta un viaggio nelle dodici stanze della vita, uscito nell'ottobre del 2015.
Un momento magico nel 2016
L'esibizione di Ezio Bosso al Festival di Sanremo nel 2016 rimane un momento indimenticabile. La forza della sua musica sovrastava la malattia, regalando emozioni pure. Sul palco, Bosso interagì con Carlo Conti con ironia e dolcezza: «Ezio, sei a Sanremo!» esclamò il conduttore, e Bosso rispose sorridendo: «Che ci faccio qui?». Conti ricordò un episodio dell'infanzia del musicista, quando una portinaia gli predisse il futuro dicendogli: «Un giorno andrai a Sanremo». Quel momento profetico si realizzò, regalando al pubblico una performance memorabile.
Gli inizi e l'amore per la musica
Nato a Torino nel 1971, Ezio Bosso si avvicinò presto alla musica grazie al fratello maggiore e a una zia pianista. Studiò contrabbasso al Conservatorio Verdi di Torino e frequentò la scena musicale underground della città negli anni Ottanta. Grazie a Oscar Giammarinaro, entrò nel gruppo Statuto, con cui registrò il primo disco, Vacanze, nel 1988. Ma la sua strada lo portò presto oltre i confini italiani.
Una carriera internazionale
Bosso proseguì gli studi in Francia e in Austria, dove l'incontro con Ludwig Streicher lo spinse a dedicarsi alla composizione e alla direzione d'orchestra. Negli anni Novanta iniziò a esibirsi in tutto il mondo, dirigendo in prestigiosi teatri come la Royal Festival Hall, il Southbank Centre, la Sydney Opera House e il Palacio de Bellas Artes di Città del Messico. Collaborò con artisti del calibro di Pino Daniele, Billy Corgan e Gustavo Beytelmann. Dal 2017 fu direttore stabile al Teatro Verdi di Trieste, senza mai dimenticare la sua amata Torino, che nel 2022 gli ha dedicato una scuola e numerose iniziative in suo onore.
La malattia e l'eredità musicale
Nel 2011 Bosso affrontò un intervento per l'asportazione di un tumore e fu colpito da una grave neuropatia motoria multifocale, erroneamente diagnosticata inizialmente come SLA. La malattia gli tolse progressivamente l'uso delle mani, costringendolo a smettere di suonare nel 2019. Nonostante questo, la sua musica non si fermò mai. Ezio Bosso si spense nel 2020 nella sua casa di Bologna.