L’Altra Toscana da scoprire in bici: ecco il progetto di Rama
Un tour cicloturistico per arrivare ai mercati esteri e valorizzare un territorio diverso dai più conosciuti
GROSSETO. Il messaggio arriva alle 3 di notte. Lo schermo del cellulare si illumina appena qualche secondo, ma tanto lei non dorme. Lo vede, legge il testo e le sue certezze crollano. È la persona con cui sta uscendo: ha ricevuto un’offerta di lavoro lontano, non può rinunciare. La vuole seguire? Dentro di lei qualcosa si ribella. No, non vuole. Lasciare gli amici, la famiglia, le sicurezze di casa. E poi c’è il lavoro, sì, ma perché stare tutto il giorno davanti al computer senza essere più soddisfatta, senza mai pensare a sé? Una parola rimbomba nel silenzio della sua stanza: basta.
Così inizia il viaggio. Prosaicamente, comincia una volta che Elin, la protagonista di questa storia, scende dal treno alla stazione di Grosseto con la sua bicicletta elettrica. In realtà il suo è anche – e soprattutto - un percorso alla scoperta di sé, un modo per incontrarsi nella quiete della natura, scoprire le proprie fragilità e acquisire sicurezza a ogni pedalata. L’itinerario, infatti, è da fare rigorosamente in bici, guardandosi attorno senza fretta e toccando quasi tutti i 28 Comuni della Maremma. La meta non poteva che essere questa, con i suoi spazi interminabili di verde ondulato o le azzurre distese del mare.
Il progetto
Eccola, la nuova campagna ideata e promossa da Rama (www.rama1913.it), società nata nel 1913 e attiva nel settore dei trasporti ma anche nella promozione del territorio (basti dire TagMaremma e il tour operator travel.rama1913.it). Il progetto si rivolge al mercato internazionale con l’obiettivo di posizionare la Maremma toscana come destinazione turistica autentica e consapevole, puntando sui suoi elementi di forza. Non è un caso, quindi, che la scelta sia ricaduta sul cicloturismo, riscoprendo – e ampliando – uno dei più antichi itinerari presenti sul territorio, il Grand Tour della Maremma, da percorrere al ritmo lento della bicicletta. Dodici tappe, più quattro deviazioni, per un totale di 760 chilometri dal nord al sud della Provincia.
Intanto, a mano a mano che l’asfalto corre sotto le ruote della sua bicicletta, Elin guarda il paesaggio con occhi nuovi. Trova il coraggio di mangiare da sola a un ristorante, indifferente agli sguardi incuriositi e dalle congetture degli altri, mentre apprezza un buon vino bianco a Castiglione della Pescaia. Una pedalata, poi un’altra. Ci vuole disciplina, voglia di scoprire. Poi il blu dell’acqua, un tuffo, una pausa prima di ripartire. La bici non è più solo un mezzo, ma quasi un’amica a cui affidarsi. Proprio per raccontare cosa può essere questo viaggio Rama ha creato Elin, una donna di 34 anni che dal Nord Europa decide di intraprendere l’itinerario da sola. E alla sua storia ha dedicato un video, avvalendosi di esperti videomaker, visibile sul sito del progetto (la landing è elin.newtuscany.com; il sito si chiamerà newtuscany.com), in cui la narrazione delle emozioni, del perché ha deciso di partire dopo una delusione, si intreccia alle tappe fisiche; dai siti archeologici etruschi di Roselle e Vetulonia al Monte Amiata, dall'Area del Tufo al Parco della Maremma, passando per borghi medievali, terme naturali e la costa.
“L’altra Toscana”
Spazi e natura incontaminata, la bellezza del territorio, le eccellenze enogastronomiche: sono questi i punti di forza tipici della Maremma. E su questi Rama ha deciso di puntare, partendo da un fatto curioso e al contempo significativo. Se su internet si cerca “Maremma”, in molti Paesi europei il risultato che viene fuori non è l’area geografica, bensì il pastore maremmano-abruzzese (il “Maremma Sheep Dog”). Allora, nel momento in cui -circa cinque mesi fa – s’è dovuto trovare un nome al nuovo progetto di promozione turistica del territorio, «abbiamo capito che non potevamo usare il termine Maremma, ma ne dovevamo trovare un altro», spiega il presidente di Rama, Guido Delmirani. Da qui il nome: “The New Tuscany, The New You”. La Maremma come un’altra Toscana; non quella identificata solo con le guglie fiorentine o la Torre di Pisa o la campagna senese. L’altra, appunto.
«Una Toscana – sottolinea Delmirani – che consente di riappropriarsi del proprio spazio, dei silenzi, di tutto quello che poi compete al turismo slow. La parte emozionante è vedere cosa la Maremma può generare nelle persone, dopo averla visitata. E quello che vogliamo proporre è un modo diverso di fare turismo, che diventa un’opportunità per trovare se stesi in un’esperienza immersa nella bellezza della natura». Scordatevi quindi il traffico, la folla, la fila per entrare al museo, il vociare caotico delle piazze. La Maremma è anche altro.
Sos stranieri
L’esigenza di raccontare così il territorio – e di renderlo visibile online – è nata da un elemento emerso dai dati turistici, e cioè il gap importante – in negativo - che registra la provincia di Grosseto rispetto ad altri territori in termini di arrivi. Lo dice, chiaro e tondo, l’Istat. «La Provincia di Siena, vicina alla Maremma e simile per diversi aspetti, a partire dal livello delle infrastrutture – spiega Livia Panella, direttore tecnico di Rama – nel 2024 ha registrato il 60% degli arrivi dall’estero; il restante dall’Italia. Per Grosseto, invece, l’anno scorso si parla del 30% di arrivi dall’estero, e del 70% dall’Italia. In un momento in cui il mercato nazionale è in crisi, può diventare un problema. Anche perché il cicloturista italiano spende in media 100 euro al giorno, quello americano 200». E in Maremma «il gap più importante che abbiamo registrato è proprio sul mercato extra europeo, in particolare quello americano: nell’area senese e della Val d’Orcia – sottolinea Panella – il bacino dagli Usa è molto esteso, mentre da noi è una nicchia». Così una criticità può trasformarsi e diventare un’opportunità, anche perché, precisa Panella, «il mercato americano sta cambiando approccio, abbandonando il mordi e fuggi a favore della scelta di stare in un territorio, di scoprirlo». Lasciando le percentuali e guardando il dato numerico assoluto, la differenza tra Siena e Grosseto è quantificabile – sempre per il 2024 - in 800mila arrivi di scarto a favore della prima città, aggiunge il presidente. Tradotto in termini di ricaduta economica sul territorio,« si parla di circa 360 milioni di euro in provincia». Diventa quindi ancora più necessario crearsi uno spazio – comunicativo e online – per intercettare questa domanda. E il tour cicloturistico è l’inizio.
Il percorso
Il percorso offerto per scoprire la Maremma verrà inserito nel sito “The New Tuscany, The New You”e anche sul sito “Visit Tuscany” – si parla di qualche mese- e nel frattempo «lo stiamo distribuendo ai nostri buyer internazionali, alle agenzie di viaggi all’estero specializzate in cicloturismo», spiega Panella.
La scelta è ricaduta sul Grand Tour della Maremma, uno degli itinerari cicloturistici più antichi del territorio. «L’idea – sottolinea Panella – era sempre quella di partire da qualcosa già presente per farlo conoscere all’estero. Rispetto al tour storico, abbiamo integrato dei tratti di strada sterrata per soddisfare un settore in voga nel mondo del ciclismo, quello del gravel bike. In più, abbiamo allargato il tour includendo anche il sud della Maremma, Capalbio e Orbetello, che inizialmente erano escluse. L’obiettivo è riuscire a toccare tutti i Comuni della provincia (ora ne mancano tre, il tour ci passa vicino). Abbiamo ragionato come un tour a tappe: dormi una notte in un posto e poi ti sposti per visitare il territorio. L’idea è anche di realizzare un viaggio dividendo l’itinerario in due anelli, nord e sud, per offrire un pacchetto settimanale, più agile da gestire».
In tutto questo è centrale fare rete: con le associazioni, con le realtà del territorio. «Solo sapendo cosa offre un territorio – conclude Panella – è possibile venderlo e valorizzarlo». Con una certezza: «Questo è solo un punto di partenza».
