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Cattivi odori a Grosseto, gruppo di 30 turisti lascia la città. La guida: «Settore a rischio, intervenire subito»

di Matteo Scardigli
Piazza Dante (foto d’archivio)
Piazza Dante (foto d’archivio)

Anna Bardelli spinge alla riflessione anche i commercianti: senza visitatori è calo dell’indotto

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GROSSETO. La scienza ha svelato da tempo molti segreti del rapporto tra olfatto e memoria, spiegando il legame tra un odore e l’insorgere di un particolare ricordo. Come per i miasmi che ammorbano la città da giorni, che hanno fatto balzare in mente quell’ottobre del 2019 quando i clienti dei ristoranti del centro storico scapparono dai tavoli a causa dell’aria diventata irrespirabile.

Qualcosa del genere è accaduta anche ieri di prima mattina alla guida turistica Anna Bardelli, che si è vista sfuggire tra le dita una comitiva di 30 visitatori dalla Puglia. «Guardando il meteo avevo sperato che la tramontana potesse dare una ripulita, ma appena siamo arrivati in piazza Duomo ho visto il gruppo storcere il naso», premette Bardelli, che cercando di dissimulare ha spinto la comitiva in cattedrale: «Il problema è che poi siamo usciti e il cattivo odore c’era ancora. E hai voglia a raccontare, sotto Canapone, della Maremma della malaria…».

Bardelli non demorde e sposta la visita in altre zone del centro storico: piazza Dante, piazza del Sale, le Mura Medicee. «Finché alla fine non mi hanno detto: “Anna, con tutto il bene che ti vogliamo, qui non è aria”. E sono andati via prima di finire la visita», confessa la guida.

Una considerazione, a questo punto, le sorge spontanea. «Già il nostro centro storico non spicca per elementi turistici attrattivi, ma uno dei nostri punti di forza è la qualità dell’aria: teniamoci almeno quella», esorta la guida, mettendo il sale sulla coda a chi di competenza: «Quanto ci metteranno i turisti a passare dal disagio per il cattivo odore a chiedersi se ciò che stanno respirando fa bene? Una volta, per offendere qualcuno, gli si diceva quella cosa orribile: “Puzzi, fai schifo”. Ecco, io non voglio che questa cosa si possa dire anche di questa città, anche se ieri se la meritava tutta».

Perché la nomea, proprio come l’odore, resta addosso. «Questo disagio potrebbe essere, alla lunga, un deterrente per il turismo. Quando mi chiedono di fare itinerari per i turisti nelle zone in cui lavoro io stessa mi vergogno, di questi tempi, a mettere Grosseto sulla mappa», confessa Bardelli, che teme ricadute a cascata: «Se i visitatori inizieranno a fare il giro largo ne risentiranno anche bar e ristoranti. Mi chiedo che cosa ne pensano i commercianti».

Cosa ne pensano i 30 turisti pugliesi, invece, ieri lo ha detto alla guida il capogruppo stesso: «Non sono riuscita a portarli in Comune, ma mi ha anticipato la sua intenzione di scrivere al sindaco».

In questo contesto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha già un’interrogazione sul “protocollo biogas” dei consiglieri Carlo De Martis e Marilena Del Santo del gruppo Grosseto Città aperta alla quale rispondere; mentre sui cattivi odori è in programma una diretta web del comitato Grosseto Aria Pulita, prevista per lunedì alle 21.


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