Minacce ai giocatori della Fiorentina, la moglie di Dodò ringrazia tutti: «Firenze casa nostra, basta odio»
Amanda Ferreira torna su Instagram dopo le minacce alla sua famiglia
FIRENZE. «Vorrei ringraziare pubblicamente tutti coloro che ci hanno inviato messaggi di affetto e sostegno. Siamo pienamente consapevoli che il momento che stiamo attraversando è disastroso e caotico e siamo abituati a ricevere critiche aspre, e va bene così, perché fa parte della vita. (Sì, noi, perché ciò che colpisce mio marito colpisce anche me). Ma, in nessuna circostanza tollererò l’incitamento all’odio, alla malattia e alla morte verso i miei figli. Mai». Così sul proprio profilo Instagram Amanda Ferreira, moglie dell’esterno destro della Fiorentina Dodò. «Nulla giustifica tale crudeltà verso la mia famiglia o verso quella di chiunque altro. L’odio, l’indignazione e la rivalità sportiva devono rimanere all’interno del campo da calcio, perché fuori dal campo, prima di essere atleti, i giocatori sono fidanzati, mariti e padri di famiglia», ha concluso la moglie di Dodò dopo che alcuni utenti avevano accusato lei, il marito e i loro figli in relazione alle scarse prestazioni della squadra Viola.
Nonostante il periodo no e l’ennesima debacle col Sassuolo con relative vicissitudini di campo e extra campo, oggi la Fiorentina ha osservato un giorno di riposo, un 8 dicembre da passare in famiglia senza pensieri per rigettarsi sul lavoro a partire da oggi, sperando il day off possa essere servito a schiarire le idee, portare più miti consigli, mea culpa e prese di responsabilità più che necessarie. Nel mirino la partita di Conference League contro la Dinamo Kiev giovedì sera alle ore 18,45 al Franchi. Vanoli proprio in questa gara potrebbe passare al cambio modulo di cui tanto si parla, la difesa a quattro. In primis va capito chi riuscirà a recuperare, da monitorare le condizioni di Fazzini, con il problema alla caviglia e Gosens, che potrebbe rientrare in gruppo già per la sfida europea o direttamente domenica contro il Verona e proprio il suo rientro in campo sarà decisivo per effettuare queste modifiche di campo che faranno capire se il problema, ed è lecito dubitare, stia proprio li.
La Fiorentina oggi non è una squadra e i teatrini visti in campo tra giocatori che dovrebbero aiutarsi e invece si danno contro, come la mancanza di rispetto plateale di Ranieri, il capitano che dovrebbe dare l’esempio, verso il suo allenatore al quale neanche stringe la mano alla sostituzione o le parole di Gudmundsson, fino ad oggi evanescente, che si permette di smentire lo stesso tecnico a livello pubblico, fanno capire che i giocatori si sentono in diritto di potere tutto. Kean su tutti, lui che questo gruppo dovrebbe trascinarlo, dovrebbe ridimensionarsi, ha centrato una sola stagione molto buona in 10 anni di professionismo, e i campioni prima che sul campo lo devono essere fuori. La piazza si chiede dove sia la società. Tutta la città col cuore è vicina alle condizioni del presidente, ma c’è necessità di qualcuno oggi che tiri fuori la squadra da queste acque.
Questo divario e lontananza creato negli anni tra società, squadra, tifosi, città non aiuta, c’è bisogno di vicinanza, di unione, tra gruppo, società, sostenitori, ex viola, istituzioni, ognuno può dare qualcosa di suo e nessuno si tirerà indietro per questi colori. La Fiorentina è uno dei club più prestigiosi, la sua storia parla per lei, non può festeggiare in Serie B il suo centenario, non deve essere permesso.
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