Omicidio del commerciante a Firenze, condanne all’ergastolo e a 27 anni per i due fratelli
Safaei Chakar Kiomars venne trovato morto nel suo appartamento a Novoli. Quasi cinque ore di camera di consiglio: i giudici hanno accolto le richieste del pubblico ministero escludendo però l'aggravante della crudeltà
FIRENZE. Si chiude con due condanne il processo per l'omicidio del commerciante iraniano Safaei Chakar Kiomars, trovato morto nel suo appartamento di via Francesco De Pinedo, nel quartiere di Novoli a Firenze, il 29 novembre 2023.
Le condanne
La Corte d'Assise di Firenze ha inflitto l'ergastolo, con otto mesi di isolamento diurno, a Guilherme Ponciano, e 27 anni di reclusione al fratello Matheus, entrambi di origine brasiliana, riconosciuti colpevoli di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e rapina aggravata. Dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, i giudici hanno accolto le richieste del pubblico ministero Sandro Cutrignelli, escludendo però l'aggravante della crudeltà. Ai due imputati è stato inoltre imposto di risarcire i familiari della vittima, costituiti parte civile con l'avvocato Gabriele Zanobini: dovranno versare una provvisionale di 50mila euro, mentre l'ammontare complessivo dei danni sarà stabilito in sede civile. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.
Chi era la vittima
Safaei Kiomars, 72 anni, era un volto noto nel centro di Firenze: gestiva da decenni un banco di souvenir alla Loggia del Porcellino, frequentato da turisti e fiorentini. Viveva solo a Novoli, dove quella sera di fine novembre 2023 fu aggredito e ucciso. Secondo la ricostruzione della squadra mobile, coordinata dalla Procura, i due fratelli avevano lavorato per lui in passato e conoscevano le sue abitudini, in particolare quella di portare a casa l'incasso della giornata.
Legato e soffocato
I giovani, di 27 e 22 anni, pianificarono la rapina nei minimi dettagli. Le telecamere di sorveglianza ripresero uno dei due entrare nel palazzo con il volto coperto da un cappuccio poco dopo le 18, pochi minuti prima del rientro del commerciante. Una volta arrivato, l'uomo fu spinto dentro casa, picchiato e immobilizzato con del nastro adesivo: mani legate dietro la schiena, occhi e bocca coperti, un sacco nero stretto sulla testa. Morì per asfissia dopo ore di agonia. Dopo la rapina, i due fratelli fuggirono portando via il denaro trovato in casa. Le immagini delle telecamere li mostrarono mentre si ricongiungevano in strada e si allontanavano insieme. Le indagini della polizia portarono rapidamente alla loro identificazione: indumenti compatibili con quelli dell'aggressore vennero trovati nella loro abitazione, insieme a tracce utili alle analisi della scientifica. Pochi giorni dopo, i due furono fermati all'aeroporto di Bologna, dove si apprestavano a imbarcarsi su un volo per il Brasile. Avevano acquistato i biglietti il giorno successivo al delitto, circostanza che spinse la Procura a emettere il decreto di fermo per pericolo di fuga.
