Affitti brevi a Firenze, assemblea pubblica con i proprietari: «Pronti a fare ricorso al Tar»
Al momento sono circa una cinquantina le persone pronte a rivolgersi al tribunale amministrativo
FIRENZE. In cinquanta pronti a fare ricorso al Tar, insieme al Codacons, contro la variante della delibera che prevede lo stop agli affitti turistici brevi nell’area Unesco, approvata da Palazzo Vecchio lo scorso 29 luglio. I proprietari degli immobili si sono riuniti ieri a Firenze, a Palazzo Castri in piazza Indipendenza, per confrontarsi sul tema.
«Abbiamo incontrato nuovamente i fiorentini alla luce della variante della delibera approvata dalla nuova giunta comunale. Delibera che era già stata annullata dal Tar ma che, il Comune di Firenze, vuole rifare prevalentemente per motivi politici – afferma l’avvocato Vincenzo Rienzi del Codacons –. Questo ci spinge a chiedere nuovamente la nullità della delibera». Varie le motivazioni della richiesta a partire da «la violazione dei principi costituzionali come il divieto assoluto di limitare il diritto di proprietà, che può essere limitato solo da una legge nazionale» ma anche il decreto salva-casa, emanato dal ministro Matteo Salvini dello scorso 28 luglio che «sostanzialmente è andato ad annullare la possibilità che una legge regionale vada a limitare la creazione di nuove locazioni turistiche». Dunque, tra i primi passi del Codacons c’è quello di agire con una nuova azione legale. «Stiamo preparando un nuovo ricorso al Tar – afferma Rienzi –. Per la scorsa delibera abbiamo raccolto una cinquantina di ricorsi, oggi il nostro auspicio è quello di eguagliare questa cifra ma praticamente abbiamo già raggiunto il numero. L’obiettivo, però, rimane sempre quello di superare il numero di ricorsi in modo da farci sentire sempre di più. Ogni gravame giudiziario rappresenta un costo salato per le tasche dei cittadini» ed è per questo che «oltre alla richiesta di annullamento di una delibera che appare assolutamente inapplicabile, chiederemo al Tar di risarcire tutti i fiorentini».
Tra i proprietari presenti anche Federico Edgar Pucci che, lo scorso novembre, ha acquistato un appartamento esattamente un mese prima della proposta da parte dell’allora sindaco di Firenze Dario Nardella in merito agli affitti turistici brevi. «Quando ho comprato la casa, Nardella aveva da poco fatto la proposta per la delibera. Nei testi della stessa, però, non c’era scritto che fine avrebbero fatto i beni alienati». Immobili, questi, che si affittavano regolarmente: una volta venduti il proprietario passava all’acquirente anche il codice identificativo con cui metteva a disposizione la casa sulle varie piattaforme quali Airbnb e Booking. «Ciò che, però, non mi era chiaro quando ho acquistato l’immobile era se potessi continuare ad affittarlo. Avevo ereditato il codice identificativo ma non capivo se l’agenzia che aveva in carico l’affitto dell’appartamento potesse metterlo sulle piattaforme – continua Pucci –. Oggi sono qua per comprendere anche questo e sapere se è utile continuare con il ricorso». Per Federico, però, non è il primo ricorso infatti già per la precedente delibera si era rivolto al Tar. «Avevo già fatto ricorso durante la prima delibera, quella di Nardella, quando la mia casa era in retrospettiva di un solo mese e quindi, secondo la delibera, io avrei potuto comunque esercitare, adesso però sono in retrospettiva di sei mesi». Nello specifico, con il ricorso al Tar, il Codacons intende «contestare la mancanza di competenza da parte del Comune di regolare la materia».
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