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Verso il voto

Elezioni a Firenze, il sondaggio Emg: Funaro avanti di sette punti su Schmidt. L'incognita renziana sul ballottaggio fa tremare anche Giani

di Mario Neri

	Sara Funaro, Eike Schmidt e Stefania Saccardi
Sara Funaro, Eike Schmidt e Stefania Saccardi

L’assessora dem fa appello alle centriste: «Mi auguro che non tradiscano la propria storia»

23 maggio 2024
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FIRENZE. Più rassicurante. Lontano dai dati choc che due giorni fa avevano scosso il partito, innescato nervosismo e ansia da prestazione nei comitati elettorali, finanche costretto i vertici dem a convocare in urgenza riunioni motivazionali con i candidati consiglieri. «Diamoci una svegliata», aveva tuonato il segretario toscano del Pd Emiliano Fossi a Porta al Prato alle sette del mattino nella base di Sara Funaro. Certo, l’ultimo sondaggio firmato da Emg Different presentato oggi da Toscana Tv rassicura l’assessora dem che prova a riportare il centrosinistra a Palazzo Vecchio dopo il decennio nardelliano assegnandole il 40% e un distacco di sette punti da Eike Schmidt (fermo al 33%) – non più quello scarto da scary movie di appena tre lunghezze – ma è anche l’ennesima rilevazione che certifica un dato politico con cui i democrat dovranno fare i conti, volenti o nolenti: Matteo Renzi e Stefania Saccardi.

Saccardi ago della bilancia

Sì, perché, dopo essersi affermata nelle indagini Ipsos e Noto pubblicate nei giorni scorsi, la fedelissima dell’ex rottamatore anche nella rilevazione dell’istituto di Fabrizio Masia si conferma come potenziale ago della bilancia. La vicepresidente regionale che l’ex premier ha schierato nella corsa per il capoluogo toscano contenere su un pacchetto di voti che vale l’11,5%. Lei andrebbe addirittura sopra di un punto e mezzo la sua lista, mentre la coalizione di centrosinistra supererebbe la candidata Funaro di 2,5 punti (42,5%).

Ma quali sono i dati? Nel voto ai candidati Funaro raccoglie il 40%, l’ex direttore degli Uffizi il 33%, Saccardi l’11,5%, l’ex assessora Cecilia Del Re estromessa dalla giunta da Dario Nardella il 6%, il candidato della sinistra-sinistra Dmitrij Palagi il 5%, il pentastellato Lorenzo Masi al 3%.

Il voto sulle liste

Il voto sulle liste rivela alcuni piccoli scostamenti interessanti. Intanto il Pd si ferma al 26,5%, molto sotto il 41% che raccolse cinque anni fa ma anche sotto il 31% ottenuto alle Politiche del 2022. Significativo che la lista Funaro raccolga 5 punti, sembrano esattamente quelli che mancano al Pd rispetto al voto per le Politiche e rivelerebbe una difficoltà della candidata del centrosinistra a rastrellare voti al centro. Il 5% è anche ciò che riuscirebbe a portare alla coalizione Alleanza Verdi e Sinistra di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.

Le altre liste metterebbero insieme il 6%. A destra, dove la coalizione che sostiene Schmidt raggiunge il 33%, è Fratelli d’Italia a fare la parte del leone con il 18%, la lista civica del candidato rastrella il 7%, Forza Italia il 5%, mentre la Lega precipiterebbe dal 14,4% delle comunali del 2019 al 3%.

Ma cosa succederebbe in caso di ballottaggio? L’indagine di Emg sgombrerebbe il campo da dubbi. I voti centristi di Saccardi e Del Re si sposterebbero “naturalmente” verso Funaro, che vincerebbe col 60%. Ma è davvero così? Difficile da dire, soprattutto a giudicare dalla tensione che si respira fra la candidata dem e i renziani. Non solo Funaro due giorni fa ha risposto alle frecciate di Renzi accusandolo di non essere riuscito a realizzare per Firenze ciò che aveva promesso, ma la linea dem è quella di marcare la distanza da Saccardi. Non solo. «Noi raccontiamo ai cittadini la realtà, e cioè che da una parte c’è il centrosinistra e dall’altra la destra destra», è la rotta tracciata da Fossi. «E se siamo oltre il 40% dopo il primo turno la linea resta quella», dicono dal quartier generale del Pd toscano.

«Una scelta scellerata», avverte Saccardi. Una scelta contro cui starebbe già lavorando Eugenio Giani, deciso a fare il pontiere a tutti i costi se davvero si profilasse il testa a testa fra la delfina di Nardella e l’italo-tedesco. Anche perché rompere con Renzi a Firenze e magari spingerlo fra le braccia del museologo metterebbe in discussione perfino la sua rielezione. Fra i dem nessuno se lo nasconde. Se il Pd di Schlein chiudesse la porta all’italovivaismo e percorresse la strada dell’accordo con il M5S, l’identikit del governatore potrebbe non essere più quello ideale per costruire una coalizione per le regionali. «Io confido che Sara vinca al primo turno col 51%, è normale che nel rush finale ognuno cerchi di marcare la distanza dagli altri per incamerare il più possibile, ma in caso di ballottaggio il dialogo con Matteo sarebbe doveroso. Su molti fronti, dall’aeroporto alla tramvia fino alla Tav, la vede come noi. In Regione c’è unità d’intenti, che senso avrebbe non cercare un’intesa?», s’è confidato con i suoi.

E nemmeno Funaro sarebbe così netta come i falchi dem. «Certo, se Matteo attacca risponderà duramente, ma piano a saltare a conclusioni affrettate», rivelano dal suo entourage. Non a caso l’assessora dem lancia un appello a Saccardi e Del Re a «non tradire la propria storia» Falchi e colombe. Chi vincerà in questa sfida fra i dem, potrebbe determinare il destino di Palazzo Vecchio e perfino ipotecare quello della Toscana. Schmidt lo sa e azzarda già una strategia sorniona. In caso di ballottaggio, dice, «niente appelli. Matteo Renzi ha Stefania Saccardi come candidata e infatti secondo i sondaggi è molto forte e questo non mi sorprende. Al ballottaggio ogni voto è importante, siamo in democrazia, ognuno adesso deve votare per quello che sente, e naturalmente può essere che ci sia qualcuno a cui piace il mio programma ma gli piace anche Stefania Saccardi e ricordiamo che esiste il voto disgiunto e qualcuno potrebbe votare la mia lista civica, e mettere la croce anche sul nome di Stefania Saccardi». Del resto s’è sempre detto democratico, moderato, aristotelico. E ora si scopre pure intimamente democristiano.

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