Calcio: Serie B
Scandalo massaggi a luci rosse, blitz della finanza in due centri: i clienti e come variavano i prezzi – Video
Ai domiciliari due donne di 38 e 46 anni accusate di gestire le strutture
FIRENZE. Finito il massaggio arrivava la proposta, prestazioni di tipo sessuale in cambio del pagamento di una tariffa extra. Era la prassi di due centri messaggi di Firenze, uno in via Panciatichi a Rifredi e uno in via Palazzuolo, entrambi finito sotto sequestro da parte della guardia di finanza. Le indagini, coordinate dalla procura del capoluogo toscano, hanno anche fatto scattare l’arresto di due donne di 38 e 46 anni, entrambe di origine cinese, finite ai domiciliari in esecuzione di una misura cautelare disposta dal gip.
Le indagini della fiamme gialle del comando provinciale sono scattate da alcune segnalazioni. I sospetti poi sono stati confermati da alcuni clienti dei due centri: sorpresi all’uscita e interrogati dai militari in borghese, avrebbero raccontato quello che accadeva all’interno delle strutture. In base alle informazioni raccolte dai finanzieri, le tariffe extra venivano elencate a voce dalla massaggiatrice di turno. I prezzi non erano sempre gli stessi, infatti potevano variare in base al cliente. In base alla sue possibilità economiche, in base alla sua età, il prezzo proposto poteva variare anche di molto. L’importante insomma era convincere il cliente a pagare di più in cambio di una prestazione.
Il volume esatto del giro di affari al momento non è stato quantificato, e su questo aspetto sono ancora in corso accertamenti contabili da parte degli investigatori. A gestirlo erano le due donne finite agli arresti domiciliari. La quarantaseienne nel 2017 era già stata coinvolta in un’inchiesta, sempre per fatti analoghi. La trentottenne invece risulta incensurata. Le giovani che lavoravano nei centri erano tutte di origine cinese e con regolare permesso di soggiorno. La strategia era quella di dare nell’occhio il meno possibile, in modo da evitare i controlli delle forze dell’ordine. Le massaggiatrici, loro connazionali, venivano assunte con contratto regolare, tre lavoravano in via Panciatichi e due nel centro aperto di recente, lo scorso aprile, in via Palazzuolo, anche questo risultato essere teatro di incontri “a luci rosse”. I reati contestati sono esercizio di una casa di prostituzione e sfruttamento e reclutamento della prostituzione.