Carabiniere disarmato e poi preso a bastonate: pensavano fosse un truffatore
Rosignano, stava contando i soldi a casa di un ex maestro elementare dopo una truffa
ROSIGNANO. Era entrato nell’appartamento di un anziano, al Gabbro (frazione di Rosignano, in provincia di Livorno), per rassicurarlo a seguito di un tentativo di truffa telefonica. Un carabiniere – reale, sebbene in quel momento senza divisa – intervenuto dopo che un falso militare dell’Arma lo aveva contattato, spiegando che la sua auto era stata coinvolta in una rapina e che sarebbe passato da casa per verificare le matricole delle banconote.
Peccato che alcuni amici dell’uomo, un ex maestro elementare di 85 anni, nel frattempo intervenuti in suo soccorso nell’abitazione abbiano pensato che anche il maresciallo – che realmente era in una stanza con la vittima contando il denaro – fosse un malvivente, togliendogli la pistola e prendendolo a bastonate. Credevano, insomma, che fosse un truffatore vedendolo solo e ritenendo l’intervento insolito. Ma si stavano sbagliando.
La ricostruzione
Ad agire in difesa dell’anziano, che aveva già tirato fuori diverse migliaia di euro in banconote, la moglie e il figlio di un agente. Ma non solo: dopo di loro sono arrivate un’altra ventina di persone. A poco è servita una placca, mostrata velocemente, per spiegare il fraintendimento. Non immaginavano che dopo i contatti sospetti si fosse presentato in casa un maresciallo in servizio, il quale ricevuta la segnalazione voleva rassicurare la vittima.
Solo dopo si è chiarito l’equivoco, con gli aggressori che hanno compreso (grazie all’arrivo di un militare in divisa) l’identità del collega. Scusandosi per quanto accaduto. Il gruppo avrebbe iniziato a picchiarlo, disarmandolo, dopo un movimento sospetto, durante il quale il carabiniere ha mostrato la pistola.
Richiesta di archiviare
È una storia mista fra solidarietà e imprudenza quella andata in scena l’estate scorsa, dove il militare della Compagnia di Cecina è finito in ospedale e, a distanza di poco meno di tre mesi, ha sporto denuncia. Sul procedimento penale – aperto per lesioni, rapina e violenza a pubblico ufficiale – pende la richiesta di archiviazione della pm Sabrina Carmazzi, che ora però sulla base della querela presentata (finora non c’era) effettuerà un supplemento di indagine. Non si esclude che l’esito possa essere lo stesso, dal momento che si è trattato di un errore frutto del contesto. Il truffatore, fra l’altro, era già stato rintracciato e arrestato. Ma fino a quel momento nessuno poteva saperlo.
Il fenomeno
Quanto accaduto mette in luce la preoccupazione per un fenomeno, quello delle truffe agli anziani, che in tutta Italia non sembra conoscere tregua. Carabinieri e poliziotti, con l’aiuto di associazioni e Comuni, organizzano numerosi incontri per prevenire i raggiri. Mai aprire la porta, l’imperativo: le forze dell’ordine, peraltro, non contattano mai nessuno al telefono per chiedere soldi. In questo caso, fra l’altro, i truffatori attraverso la cornetta avevano perfino parlato con la figlia della vittima, fornendo due nomi ed esortandola a recarsi a Livorno, al comando di viale Fabbricotti, per metterla fuori gioco per agire con più tranquillità.
Una volta in città è stata proprio lei, chiamando gli amici di famiglia, a chiedere loro di andare a casa del babbo per “salvarlo” dai ladri. Ed è in questo frangente che il militare, quello vero, è stato trovato in casa con l’anziano. Ed è stato picchiato credendolo un truffatore.
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