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Elba, ex calciatore condannato a sette anni per lo stupro in discoteca
Alessandro Canovaro colpevole di violenza sessuale e lesioni. Per la vittima è stato disposto un risarcimento di 50mila euro
PORTOFERRAIO. Condannato a sette anni per violenza sessuale e lesioni personali. Ma non solo: dovrà risarcire la vittima per 50mila euro. Si è concluso mercoledì 12 novembre, dopo una camera di consiglio di oltre un’ora, il processo ad Alessandro Canovaro, il quarantenne ex pr di una discoteca elbana accusato (e ora ritenuto colpevole in primo grado) del presunto stupro di una barista, oggi venticinquenne, avvenuto nel bagno di una discoteca nella notte di San Silvestro che separava il 2022 dal 2023.
L’ex calciatore, che abita a Procchio, aveva sempre ribadito la sua innocenza, ma la versione resa in aula non ha evidentemente convinto i giudici Ottavio Mosti (il presidente del collegio), Andrea Guarini e Tiziana Pasquali, che lo hanno ritenuto responsabile di quanto avvenuto nella toilette del locale.
Disposte anche, come pene accessorie, le interdizioni perpetua dai pubblici uffici, legale durante la pena e perpetua da uffici attinenti la tutela, la curatela e l’amministrazione di sostegno. Dovrà inoltre versare alla parte civile, per le spese legali, 3.960 euro oltre al contributo forfetario del 15%, dell’Iva e del contributo previdenziale obbligatorio per gli avvocati. La corte si è riservata 90 giorni per depositare le motivazioni della sentenza.
Le richieste della pm
Nel procedimento penale il quarantenne è stato difeso dalle avvocate Lucia Mannu e Cesarina Barghini. È però quest’ultima, che Il Tirreno ha provato a contattare il 12 novembre per raccogliere eventuali dichiarazioni, a difenderlo da sola dopo che da qualche mese la collega ha rinunciato al mandato a seguito del venir meno del rapporto fiduciario col cliente. Nel corso della penultima udienza, a metà ottobre, la pm Antonella Tenerani per Canovaro aveva chiesto la condanna a nove anni e otto mesi di reclusione, un computo che il collegio ha ridotto di quasi tre anni, “fermandosi” a sette. Una volta che saranno pubblicate le motivazioni la difesa potrà scegliere se – come è ipotizzabile – farà ricorso alla corte d’appello di Firenze. Altrimenti la sentenza passerà in giudicato e per l’ex pr si apriranno le porte del carcere.
Il dibattimento
Canovaro era stato arrestato dai carabinieri un mese dopo i fatti, nel febbraio del 2023, e ha trascorso sette mesi nel carcere di Prato in regime di custodia cautelare, per poi essere liberato con il divieto di avvicinamento alla vittima. La ragazza, che dopo cinque giorni venne dimessa dall’ospedale con una prognosi di 25 giorni, aveva immediatamente denunciato le violenze. Nel settembre dello stesso anno, a Livorno, si è poi aperto il processo, durato poco più di due anni, in cui non sono mancati i colpi di scena. Uno su tutti quello di una fantomatica assicurazione contro gli stupri stipulata dalla vittima, di cui l’imputato parlò un anno fa davanti ai giudici. In pratica, alla corte, aveva raccontato che una delle sue legali (Lucia Mannu, che ora non lo assiste più e che peraltro ha smentito totalmente queste parole ndr) le aveva rivelato che la ragazza, parte civile nel procedimento penale, avrebbe avuto una simile polizza. Ma non era vero: sempre davanti al collegio, l’udienza successiva, Canovaro disse di essersi sbagliato. Durante altre udienze, inoltre, un gruppo di femministe – il collettivo delle “Donne in cerchio” – aveva assistito al dibattimento in solidarietà con la ragazza, che a porte chiuse aveva poi testimoniato: «Mi ha strattonata e violentata nel bagno della discoteca, impedendomi di uscire», la sintesi delle sue parole.
Alcune testimonianze
«Con mio fratello di quanto accaduto in discoteca ho parlato solo il giorno dopo. Ha detto che c’era questa ragazza che gli rompeva i c..., ma che lui aveva avuto con lei solo un rapporto sessuale e che per il resto non l’aveva toccata. Mi ha detto che era andato con lei per ripicca verso la fidanzata, con la quale aveva da poco litigato e per questo era depresso e stava male», furono invece le parole del fratello dell’imputato. «Canovaro e la ragazza sono rimasti insieme tutta la sera, si prendevano per mano, giravano per mano insieme. Quando lei stava male, e noi la stavamo soccorrendo fuori dalla discoteca, lui ha consegnato il telefonino di lei e se ne è andato. Non ha aperto bocca che io ricordi», la dichiarazione di un altro testimone.
La versione di Canovaro
«Lei mi ha cominciato a baccagliare, a stuzzicare, veniva… se lei era dentro e io fuori, veniva fuori. Dopo 40 minuti che l’avevo conosciuta mi era già addosso. All’inizio, essendo un uomo, l’ho scansata – furono invece le parole di Canovaro – alla fine però mi sono fatto trascinare in bagno. Mi ha preso per un braccio e mi ha portato nel bagno degli uomini, quello pubblico». L’ex pr, ai giudici, ha ribadito che con la ragazza avrebbe avuto solo un rapporto orale, a suo dire consenziente: «Poi siamo saliti su insieme, lei forse è salita un secondo dopo – le sue parole –. Dopo ho fumato una sigaretta, mi ricordo saranno state due e mezzo, un quarto alle tre, ho fatto ancora un paio di giri dentro e poi me ne sono andato perché non c’era tanta attività, non c’era il mondo di gente come si pensava quella sera. La serata è andata così».
Parte civile soddisfatta
«È stato un processo lungo e molto delicato. Siamo soddisfatti di questa sentenza di primo grado», le parole degli avvocati di parte civile, Monica Lottini e Michele Baldi.
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