Lido di Camaiore, modelle e Ferrari sul lungomare: «Donne come oggetti». La replica (dura) degli organizzatori
La Casa delle Donne di Viareggio, tramite i propri profili social, ha condannato l’evento del Ccn. Carmelo Donzella: «Gente frustrata»
LIDO DI CAMAIORE. Le rosse Ferrari e la bellezza di giovani donne in abiti succinti e costumi da bagno. Quadri di un evento andato in scena sul lungomare di Lido di Camaiore domenica 25 maggio, all’interno del calendario organizzato dal locale Centro commerciale naturale; ma su questo è piovuta una pioggia di biasimo.
L’attacco
La Casa delle Donne di Viareggio, tramite i propri profili social, ha condannato l’evento del Ccn. «Auto di lusso e corpi femminili messi in “vetrina” insieme – scrive la Casa delle Donne –. Un’immagine che riduce le donne a oggetti da esibire. La cultura patriarcale si nutre di questi stereotipi, che normalizzano la disuguaglianza e aprono la strada alla violenza, fino al femminicidio. Se le donne sono viste come oggetti, finiscono per essere percepite come proprietà da controllare e possedere. Chiediamo al Comune di Camaiore di assumersi la responsabilità di ciò che viene mostrato negli spazi pubblici. Vogliamo spazi liberi da sessismo, dove si pratichi rispetto, autodeterminazione e parità».
La replica
«Ho letto questo commento e altri arrivati tramite i social – è la risposta di Carmelo Donzella, presidente del Ccn di Lido –: sono di gente frustrata. Alcuni hanno perfino etichettato le ragazze come pornostar, le hanno offese in tutti modi, tanto che i genitori delle più giovani, tutte comunque maggiorenni, laureate e diplomate, volevano fare denuncia: sono stato io a dire di lasciar perdere. Abbiamo sempre fatto a Lido questo evento con modelle e Ferrari: quest’anno le ragazze hanno indossato costumi da bagno oltre che abiti perché nel Ccn è entrato un negozio di abbigliamento da spiaggia. Non c’era niente di sconcio e le ragazze si sono divertite moltissimo» E prosegue: «Sono deluso da questi leoni da tastiera: in faccia a me nessuno ha sollevato critiche; ne ho parlato anche all’amministrazione comunale. A chi ha offeso le ragazze vorrei dire di guardare i profili Instagram delle loro figlie».
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