Il Tirreno

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Il dibattito

Il porto della discordia

di Maurizio Campogiani

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Borgioni

Ancora prese di posizione contro il porto privato per yacht e navi da crociera che si vorrebbe realizzare a Fiumicino e che ha ottenuto l’imprevisto via libera dal Ministero per l’Ambiente. Cgil ancora all’attacco preannuncia impugnazione del “sì” ministeriale

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Alla Cgil e alla Filt Cgil quel “sì” arrivato dal Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica rispetto al progetto di porto privato al servizio del diportismo e del crocierismo da realizzare a Fiumicino proprio non va giù. L’organizzazione sindacale è pronta ad alzare le barricate, anche perché preoccupata delle ripercussioni di carattere occupazionale che potrebbero aversi a pochi chilometri di distanza, al porto di Civitavecchia.

Per Alessandro Borgioni, Filt Cgil Roma e Lazio, esistono criticità e complessità nel progetto, tra le quali quelle di carattere ambientale, paesaggistico, archeologico, affrontate con la valutazione di impatto ambientale che ha dato esito negativo, ma che potrebbe essere impugnata”. 

“Come organizzazione sindacale – aggiunge Borgioni – siamo preoccupati della tenuta occupazionale che potrebbe esserci su Civitavecchia. Poi c’è l’aspetto riguardante il rispetto della normativa con cui si costruisce quello che è per definizione un porto commerciale. La legge 84/94 all’articolo 4 individua quelli che sono i porti commerciali e che per essere e costruiti, per essere infrastrutturali, per essere autorizzati, debbono quindi passare attraverso una procedura che sta all’interno dell’Autorità del Sistema Portuale alla quale è affidata la gestione del demanio portuale.

Il dirigente della Filt Cgil rimarca poi che la realizzazione di un porto crocieristico necessita di una procedura completamente diversa che, tra l’altro, prevede anche la concorrenzialità. “Invece – prosegue - in questo caso un porto commerciale, cioè una banchina crocieristica, è stato inserito all’interno di un progetto di porto turistico che, viceversa, fa riferimento a una normativa regolamentata diversamente, nella quale la parola spetta ai Comuni e alle Regioni. In questo modo si esce dal controllo dell’Autorità di Sistema Portuale e si va a determinare un’anomalia nel sistema portuale”.

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