Il Tirreno

Toscana

In aula

Giovanni Padovani, ergastolo definitivo per l’ex calciatore del Gavorrano che ha ucciso Alessandra Matteuzzi


	Giovanni Padovani e Alessandra Matteuzzi
Giovanni Padovani e Alessandra Matteuzzi

La Prima Sezione della Cassazione ha respinto il ricorso della difesa, accogliendo le richieste della Procura generale che aveva sollecitato la conferma della pena detentiva a vita

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La Corte di Cassazione ha emesso la sentenza definitiva nei confronti di Giovanni Padovani, ex calciatore e modello, confermando l’ergastolo per l’omicidio della sua ex fidanzata, Alessandra Matteuzzi, 56 anni, uccisa il 23 agosto 2022 sotto casa a Bologna. La donna era stata aggredita brutalmente con pugni, calci, colpi di martello e una panchina.

La decisione della Suprema Corte

La Prima Sezione della Cassazione ha respinto il ricorso della difesa, accogliendo le richieste della Procura generale che aveva sollecitato la conferma della pena detentiva a vita. La vicenda aveva già visto la conferma dell’ergastolo da parte della Corte d’Assise d’Appello di Bologna lo scorso novembre, in seguito al verdetto di primo grado. Padovani, 29 anni di Senigallia, che ha giocato a calcio anche in Toscana, nel Gavorrano, nel 2016, era accusato anche delle aggravanti dello stalking, del vincolo del legame affettivo, dei motivi abietti e della premeditazione.

Le parole degli avvocati della famiglia

Gli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, che rappresentano i familiari della vittima, hanno commentato: «Giustizia. Oggi Alessandra ha finalmente avuto giustizia. Giovanni Padovani è un assassino e persecutore, capace di intendere e di volere. Ha cercato di controllarla fino al tragico epilogo». Gli stessi legali hanno aggiunto un pensiero alla memoria della vittima: «Guardando il cielo, non si può non pensare che Sandra sia da qualche parte, libera di sorridere e di essere donna, insieme alla sua cagnolina Venny».

Dichiarazioni spontanee dell’imputato

In aula Padovani aveva rilasciato dichiarazioni spontanee, definendo il gesto «orribile» e «abominevole» e chiedendo scusa alla famiglia della vittima. Ha ammesso di avere problemi psichiatrici e di essere ossessionato dalla donna, che dichiara di amare e pensare ogni giorno.

Accertamenti psichiatrici

I periti nominati dalla Corte in primo grado avevano stabilito che l’imputato era pienamente capace di intendere e di volere. Gli esperti avevano inoltre sottolineato come Padovani avesse probabilmente simulato risposte durante i test psichiatrici per far credere a una propria instabilità mentale.

La speranza della famiglia

Prima dell’udienza in Cassazione, l’avvocato Chiara Rinaldi aveva dichiarato: «Speriamo che oggi si possa finalmente urlare la parola giustizia. La famiglia, gli amici e tutte le persone che amavano Alessandra meritano che la giustizia faccia il suo corso».

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