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Meno alunni, più insegnanti precari: il futuro delle scuole toscane è a rischio

di Francesco Paletti
Meno alunni, più insegnanti precari: il futuro delle scuole toscane è a rischio

Il primo giorno di scuola segna il record di alunni in meno, soprattutto alle primarie, mentre i tagli alle cattedre e il precariato tra insegnanti e personale Ata preoccupano

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Quasi 3.500 studenti e 274 classi in meno nelle scuole della Toscana dove stamani suonerà la prima campanella. È l’effetto del calo demografico che si fa sentire in modo pesante anche nel Granducato e si riflette pure sui dati dell’Ufficio scolastico regionale relativi alle iscrizioni per l’anno scolastico 2025/26 dato che la popolazione studentesca, dai 440.081 alunni del 2024/2025, scende ai 436.671 di quest’anno, ossia 3.410 in meno in dodici mesi.

Il calo maggiore è alle primarie, dove diminuzione è di 4.425 studenti e (164 classi) ma è rilevante anche alle secondarie di primo grado (-1.938 studenti, mentre le classi scendono di 33 unità) e non è marginale neppure fra i più piccoli dato che tra gli iscritti delle scuole dell’infanzia ci sono 948 bambini e 59 sezioni in meno rispetto a un anno fa. A conti fatti, vanno in controtendenza solo le superiori: lì occorrerà ancora qualche anno perché le conseguenze del calo demografico comincino a farsi sentire. Nel 2025/26, infatti, gli iscritti sono 4.171 in più rispetto all’anno precedente, anche se pure qui le classi diminuiscono (-18).

La provincia “record” è quella di Pistoia: -555 studenti in un anno, pari al 16% della diminuzione complessiva su base regionale. Ma il calo degli alunni è distribuito in modo abbastanza uniforme su tutta la Toscana. Vero, infatti, che dopo Pistoia, arriva la vicina Prato (-494) , ma anche la costa è tutt’altro che immune dal fenomeno dato che a Grosseto gli iscritti sono calati di 456 unità e a Pisa di 423. Seguono, con una diminuzione pressoché identica, Livorno (-321), Arezzo (-320) e Massa Carrara (-319). Poi Lucca (-294) e Siena (-175). Va un po’ meglio nel capoluogo anche se pure a Firenze il segno è negativo (-53).

Almeno fin qui tutti d’accordo. Sui docenti e, in generale sul personale del mondo della scuola, invece, è polemica e “guerra dei numeri”. Il sasso nello stagno, e anche qualcosa di più, lo avevano lanciato nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali, in particolare la Flc, il sindacato dei lavoratori della conoscenza della Cgil, «pur riconoscendo il grande lavoro fatto dall’Ufficio scolastico regionale durante il mese di agosto», ha ribadito il segretario regionale Pasquale Cuomo. Il punto, però, non è quello. «La questioni che abbiamo posto sul tavolo e che lì, purtroppo, rimane: è l’altissimo numero di docenti precari, pari al 25% degli insegnanti toscani», spiega.

Cuomo fa anche un stima: «Poiché nelle scuole pubbliche della regione i docenti sono circa 65mila, la quota di essi con un rapporto di lavoro precario arriva ad oltre 16mila». Sono tanti e la stima non include gli insegnanti di sostegno: «Qui il precariato supera il 50%, nove mila insegnanti su un totale di 14mila», sottolinea il segretario regionale.

Il problema, per il sindacalista, non è il calo demografico. Quanto meno, non quello principale: «Consideri che con la manovra di bilancio sono state tagliate 375 cattedre e anche per gli altri ruoli e professioni nel mondo della scuola, in Toscana come altrove, il quadro è decisamente fosco – continua –: per quanto riguarda il personale Ata, infatti, è stato coperto solo il 30% dei posti vacanti. Nel dettaglio fra gli assistenti amministrativi, ci sono state 164 assunzioni a fronte di una disponibilità di 579 posti; fra gli assistenti tecnici (informatici e responsabili dei laboratori scolastici) 42 su 215 e tra i collaboratori scolastici 515 a fronte di 1.594 posti disponibili. Il motivo? I tagli decisi dal governo». Non solo, «anche per quanto riguarda le immissioni a ruolo dei docenti, è vero che nel 2025/26 si arriverà a 3.100 assunzioni, ma nel 2021/2022, ossia appena quattro anni fa, erano state più di 6mila». Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Ernesto Pellecchia, in una nota diffusa nei giorni scorsi, ha comunque rivendicato il lavoro svolto in questi mesi e i risultati raggiunti in Toscana: «Si sottolinea – scrive – che le nomine a ruolo sono maggiori rispetto all’anno scorso del 12% e, quindi, il contingente di posti da assegnare passa dai 2.367 dell’anno scolastico 2024/2025 a ben 3.097 in quello successivo, nonostante il calo molto marcato degli studenti sul territorio regionale». l


 

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