Porti, proroghe concessioni: l’Art detta le regole
Rispondendo a due distinti quesiti dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha fornito i chiarimenti
Il piano di investimenti e il relativo periodo di ammortamento devono essere coerenti con l’estensione della durata della concessione che viene richiesta. Parola dell’Art. L’Autorità di Regolazione dei Trasporti, presieduta da Nicola Zaccheo, ha fornito giovedì scorso, 21 agosto, il suo parere in merito a due distinte richieste pervenutegli dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale relativamente ad altrettante istanze di rinnovo automatico della concessione.
In particolare, le istanze formulate dalle due società, entrambe titolari di concessione pluriennale ex articolo 18 della Legge 84/94, con scadenza rispettivamente il 2 e il 23 aprile del 2029 e riguardanti beni demaniali marittimi con aree adibite a terminal contenitori e merci varie movimentate da navi ro-ro e lo-lo, tendevano ad avere una proroga quinquennale automatica per poter ammortizzare e recuperare gli investimenti relativi agli interventi occorrenti per l’adeguamento delle strutture portuali e per il mantenimento della funzionalità della concessione.
L’ART, andando a verificare la documentazione pervenutagli dall’ente del quale fanno parte i porti di Napoli, Salerno e Castellamare di Stabia e, in particolare il piano economico finanziario collegato alle due concessioni, ha rilevato che non era completamente compilato a causa della mancata redazione del dettaglio annuale degli investimenti effettuati. Inoltre, secondo l’Autorità di Regolazione dei Trasporti era stato omesso il flusso di cassa della gestione corrente e non era stato fornito il calcolo del VAN, il valore attuale netto che, sulla base degli investimenti previsti a cronoprogramma, assicura la congruità della determinazione della durata dell’estensione della concessione.
L’ART ha infine segnalato una discrepanza sull’orizzonte temporale della concessione tra il piano di ammortamento e la durata della concessione per la quale si chiede l’estensione per ulteriori cinque anni. Insomma, una serie di circostanze che per l’Autorità appaiono in contrasto con le disposizioni, nonché con la ratio generale delle norme applicabili in materia di commisurazione della durata delle concessioni al piano degli investimenti, atte anche ad evitare il costituirsi di oneri di subentro in capo ai nuovi concessionari alla scadenza della concessione. Di qui la necessità, «che il piano di investimenti ed il relativo periodo di ammortamento risultino coerenti con l’estensione della durata della concessione».