Melanoma, due scottature prese da adolescente aumentano i rischi: i consigli del dermatologo
Nel 2025 sono 17.000 nuovi tumori della pelle in Italia. Nell’ultimo anno 1.700 solo in Toscana. L’importanza della prevenzione
Nel 2020 in Italia sono stati diagnosticati 14.900 nuovi casi di melanoma, cifra che, secondo le stime, salirà a oltre 17. 000 entro il 2025. L’anno prima solo in Toscana sono stati 1.700 i nuovi casi. L’aumento annuo di questo tumore cutaneo particolarmente aggressivo è del 5%, dato che conferma una tendenza allarmante. Nonostante la gravità, c’è un dato incoraggiante: se diagnosticati per tempo, i tumori della pelle, e in particolare il melanoma, nell’80% dei casi, possono essere trattati efficacemente con un semplice intervento di asportazione chirurgica.
Tuttavia, i dermatologi italiani lanciano un allarme. L’aumento della domanda di visite specialistiche, unito alla progressiva riduzione delle risorse sanitarie, sta causando ritardi significativi nella presa in carico dei pazienti con sospetto tumore cutaneo. Questi ritardi compromettono l’efficacia delle cure e rendono necessario, nei casi più avanzati, ricorrere a terapie più complesse, pesanti per i pazienti e costose per il sistema sanitario. Di questo e altro si è discusso a Roma in occasione dell’evento “Tumori della pelle, c’è neo e neo. L’importanza della diagnosi precoce ma solo per i pazienti a rischio”.
Il professor Marco Ardigò, ordinario di Dermatologia all’Humanitas University di Milano e coordinatore del comitato tecnico-scientifico dell’Intergruppo parlamentare, ha sottolineato che «accade sempre più spesso che le visite dermatologiche vengano richieste senza ragioni fondate, a fronte di manifestazioni cutanee che nulla hanno a che vedere con i tumori. Fenomeno produce un serio ingolfamento delle liste d’attesa».
Se sono da evitare allarmi ingiustificati, sono da evitare assolutamente, soprattutto in chiave di prevenzione, comportamenti sbagliati che non riguardano solamente l’eccessiva esposizione al sole, ma anche l’utilizzo di creme protettive non adeguate o di bassa qualità, il mancato uso di abiti schermanti da parte dei soggetti a rischio, il ricorso a lampade UV per l’abbronzatura artificiale. Osserva in proposito il professor Giovanni Pellacani, ordinario di Dermatologia all’Università La Sapienza di Roma: «La prevenzione deve iniziare dall’età scolare, quando la pelle è più sensibile. Avere due scottature in età adolescenziale aumenta notevolmente il rischio di sviluppare un melanoma in età adulta».