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L’ultima “moda”

Rifiuta l’esame orale di maturità, primo caso in Toscana: i prof rispondono allo studente con una lettera


	Un esame orale di maturità (Foto d'archivio)
Un esame orale di maturità (Foto d'archivio)

La decisione è stata presa da un ragazzo iscritto all’ultimo anno delle Scuole Pie Fiorentine, già certo della promozione con il minimo punteggio utile. A distanza di oltre una settimana, la commissione ha voluto replicare

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FIRENZE. Da un gesto isolato a una protesta che si estende. E arriva anche in Toscana. Dopo i primi casi registrati in Veneto, anche a Firenze uno studente ha scelto di non presentarsi all’orale dell’esame di maturità. Una scelta consapevole, spiegata con poche parole davanti alla commissione: «Sono contro il sistema». La decisione, maturata lo scorso 2 luglio, è stata presa da un ragazzo iscritto all’ultimo anno delle Scuole Pie Fiorentine, già certo della promozione con il minimo punteggio utile (62/100). A distanza di oltre una settimana, la commissione ha voluto replicare con una lunga lettera in cui definisce il gesto “immaturo” e “contraddittorio”.

Il contesto: scuola privata e polemica sulla coerenza

Secondo quanto riportato da Repubblica, il giovane sarebbe originario del Lazio, con un percorso scolastico alle spalle in un istituto steineriano privato. Si sarebbe trasferito a Firenze solo per l’ultimo anno, iscrivendosi in una scuola paritaria. Un elemento, quest’ultimo, sottolineato nella lettera inviata dai docenti, che hanno criticato la coerenza dello slogan “contro il sistema”. «Hai potuto scegliere una scuola non statale», scrivono i professori, «ma rifiuti una prova prevista dalle regole comuni. Se non accetti che un voto ti giudichi, allora forse dovresti rinunciare anche al diploma».

«Non si cresce con le scorciatoie»: la replica dei docenti

Il tono della risposta è stato severo: «Crescere significa affrontare la realtà con coraggio e coerenza. Le scorciatoie non sono maturità», hanno scritto i commissari. Nella lettera, il gesto è definito «una furbata» che tradisce proprio quei valori – la dignità della persona, la responsabilità – che lo studente sembrava voler difendere. «Siamo docenti che cercano di educare con umanità e competenza», aggiungono. «Per questo ci ha colpito un rifiuto che non ci è sembrato né consapevole né fondato. Il diploma lo otterrai, ma rifletti sul significato profondo di ciò che chiamiamo maturità».

La scuola: «Segnale di disagio, non solo ribellione»

A offrire una lettura più comprensiva dell’episodio è Leonardo Alessi, presidente della Fondazione Scuole Libere, che gestisce l’istituto fiorentino. «Il gesto va letto come espressione di un disagio autentico. Ridurlo a un capriccio da privilegiato sarebbe superficiale», ha commentato. Alessi ha poi criticato l’idea di rendere l’orale obbligatorio a pena di bocciatura, proposta rilanciata dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. «Ci sono ragazzi che faticano persino ad alzarsi dal letto al mattino. Il sistema dovrebbe interrogarsi su cosa rende oggi così difficile il confronto con il mondo adulto. Servono scuola e docenti capaci di unire verità e giustizia, ma anche accoglienza».

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