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L'intervista

Il medico estetico e la corsa al ritocchino a tutti i costi: «Il rischio non viene percepito, ecco perché ci si affida a dei cialtroni»

di Federico Lazzotti
Il medico estetico e la corsa al ritocchino a tutti i costi: «Il rischio non viene percepito, ecco perché ci si affida a dei cialtroni»<br type="_moz" />

Roberto Amore ha lo studio a Cecina ed è docente in tre università: «Il professionista si vede nell'emergenza. La gente sceglie con il passaparola, non per il risparmio. I social? Una porcheria impossibile capire a chi ti affidi»

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«La percezione del rischio rispetto agli interventi estetici si è abbassata. E di molto. È questo il problema. Ormai fare il botulino è come andare a farsi le unghie o un tatuaggio. Ma non è così. Perché un intervento sbagliato alle labbra può avere conseguenze irreversibili». Roberto Amore (nella foto), 52 anni, è un medico estetico, ha lo studio a Cecina dal 2008, un master in chirurgia estetica plastica e insegna ai master di medicina estetica alle università statali di Verona, Chieti e Camerino.

Dottor Amore, la finanza ha scoperto un’altra clinica abusiva dove si facevano interventi estetici anche delicati. Che effetto le fa?

«Purtroppo non mi scandalizzo più, perché in giro è pieno di queste strutture. Ma bisogna sapere che la medicina estetica è una cosa seria. È una branca della medicina vera anche se come target ha pazienti con degli inestetismi. Per questo spesso viene accomunata più a un trattamento di bellezza. Ma per invasività è, a tutti gli effetti, un intervento medico che in Italia deve essere eseguito solo da personale medico, sanitario e infermieristico. Invece c’è la tendenza all’uso deregolamentato in termini di strutture e personale».

Quindi gli ultimi fatti di cronaca non hanno insegnato nulla?

«Quello è un discorso diverso, si parla di chirurgia plastica dove le pazienti venivano operate in strutture non autorizzate, senza la necessaria strumentazione in caso di emergenza. Nella medicina estetica per le cosiddette punturine la normativa prevede che ci sia una serie di dispositivi medici salvavita, un carrello di emergenza».

Ma quali sono i rischi concreti nel mettersi nelle mani di finti medici?

«Semplicemente tutti. Dalle cose più banali, come il mancato ottenimento del risultato desiderato, oppure il trovarsi più brutto in seguito al trattamento effettuato. Ma ci sono anche conseguenze peggiori, come un’infezione, la mancata gestione di un’allergia, l’arresto cardiocircolatorio».

Allora perché le persone rischiano comunque la propria salute? È solo una questione economica o c’è dell’altro?

«Penso che alla base ci sia una spiegazione più psicologica che economica. Le clienti si affidano a personale non medico con l’idea di minimizzare il trattamento: “È solo una punturina”. Pensando di fare qualcosa di soft. Invece così si aprono a possibili eventi negativi che poi vanno gestiti».

Vuole dire che è nel momento dell’emergenza che si vede il professionista?

«Esatto. Il bravo operatore è quello che fa fronte alla problematica che emerge nel trattamento. Tutti bravi a fare le labbra perfette. Difficile invece gestire una situazione in cui spunta un herpes, c’è un’infezione o peggio ancora l’occlusione di un vaso. Questo può accadere quando un paziente si sottopone a un intervento riempitivo alle labbra o al mento, oppure si va a risolvere un difetto al naso con l’acido ialuronico».

Ma quindi come si sceglie dove andare?

«Guardi, la parte economica non incide così tanto nella scelta. Il trattamento estetico che in clinica costa tra i 200 e i 300 euro, in un ambulatorio abusivo, non autorizzato, può dare un risparmio forse di 50 euro. Nella scelta più che i soldi incide il passaparola, magari su consiglio dell’estetista».

La ricerca della bellezza sta diventando un’ossessione e non solo per le donne. È d’accordo?

«Non la definirei ossessione, ma una pratica quotidiana. Chi fa questo lavoro si integra con tutto il resto del mercato dell’estetica. Questo ha anche fatto sì che i prezzi si siano abbassati, tanto che ormai la stragrande maggioranza delle persone si può permettere un intervento. E non diciamo che crescono gli abusivi perché c’è tanta domanda e poca offerta. A Cecina quando ho iniziato c’erano due cliniche, ora ce ne sono sei o sette».

Ha mai avuto pazienti che sono venuti da lei per un preventivo e si è poi accorto che erano andati da un non professionista?

«Diciamo che i pazienti si dividono in due categorie: quelli fidelizzati, con i quali fai un percorso dentro al quale diventi un consulente delle bellezza con basi scientifiche. Con loro c’è un confronto e una crescita professionale. Poi c’è la popolazione di Internet che ti telefona e, prima di sapere come ti chiami, ti dice: “Quanto prendi?”»

Da cosa si può capire oltre ai prezzi che si tratta di un falso medico?

«Quello che fa la differenza è la struttura sanitaria. Se è riconosciuta e con tutte le autorizzazioni si può stare più tranquilli. Altra cosa è se l’ambulatorio è all’interno di una casa. In quel caso le possibilità che la struttura sia gestita da un millantatore aumentano. Poi ci sono i social... ».

Cioè?

«Quella è la vera porcheria. Tra filtri e trucchi è impossibile capire se un professionista è bravo. Ecco perché il consiglio è quello di affidarsi a mani referenziate, a persone che pubblicano il curriculum e non accontentarsi di foto con il prima e il dopo intervento». l

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