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In farmacia più spazio a test ed esami: dai vaccini alla telemedicina, cosa prevede la nuova convenzione

di Francesco Paletti

	In farmacia sarà possibile effettuare sempre più test ed esami
In farmacia sarà possibile effettuare sempre più test ed esami

Approvato il documento che amplia la possibilità di erogare servizi ai cittadini. Protestano associazioni di medici e biologi, Anaao in testa: «Inaccettabile»

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Non solo negozi di medicinali, ma anche, e sempre di più, farmacie di servizi, «anello di congiunzione fra cittadino e sistema sanitario nazionale» per usare le parole del presidente nazionale di Federfarma Marco Cassolo. Che non ha esitato a parlare di «svolta epocale» per definire l’approvazione della nuova Convenzione farmaceutica da parte della Conferenza Stato-Regioni, l’accordo collettivo che disciplina i rapporti fra il Servizio sanitario nazionale da una parte e le 1.700 farmacie pubbliche e le 19mila private dall’altra.

Farmacia dei servizi

La novità, in effetti, è sostanziale e rilevante: «Per la prima volta, infatti, entrano a far parte della convenzione i servizi e le prestazioni previsti dalla legge 69 del 2009, che ha istituito la “Farmacia dei servizi”, che saranno erogati secondo modalità omogenee e criteri logistico-organizzativi minimi non derogabili, anche attraverso l’utilizzo di locali esterni» come ha spiegato il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani Andrea Mandelli. Nell’accordo collettivo precedente non c’erano per un motivo semplice: risale al 26 anni fa, ossia all’inizio del secolo scorso, e tutto questo ancora non c’era.

Le novità

Non cambia, dunque, la tipologia dei servizi che possono essere erogati in farmacia. Ma la convenzione amplia, rafforza, regolamenta e stabilisce linee guida uniformi sul territorio nazionale quasi tutto quello che c’era già, e che restava ai margini del Ssn. Un esempio? Anche prima si poteva andare in farmacia, invece che al Cup, per prenotare un esame o una visita specialistica, ma con la nuova convenzione il servizio di prenotazione sarà attivo per almeno i due terzi dell’orario d’apertura. Però l’ampliamento, il rafforzamento e la regolamentazione riguardano anche le somministrazioni vaccinali, i test diagnostici quali il tampone nasofaringeo e il prelievo del sangue capillare, le prestazioni professionali svolte da infermieri e fisioterapisti e la diagnostica attraverso telemedicina, come nel caso di elettrocardiogrammi e holter pressori e cardiaci, refertati a distanza da medici specialisti. Vale la pena approfondirlo, dunque, il nuovo accordo, un documento di circa 80 pagine.

Vaccinazioni

Intanto le vaccinazioni: per somministrarle, i farmacisti devono ottenere l’abilitazione previo superamento di un apposito corso di formazione e dei successivi aggiornamenti annuali organizzati dall’Istituto superiore di sanità, mentre il vaccino vero e proprio può essere erogato anche all’interno della farmacia purché in uno spazio di almeno cinque metri quadrati separato da quello destinato all’accoglienza e alla distribuzione dei medicinali.

Prelievi e fisioterapia

Stesso discorso per l’area destinata ai test diagnostici che prevedono prelievi di sangue capillare o campioni biologici a livello nasale, salivale o orofaringeo. Dimensioni più ampie, invece, per gli spazi della farmacia destinati alle prestazioni professionali di infermieri e fisioterapisti, erogabili a carico del Ssn previa prescrizione del medico di famiglia o del pediatra: in questo caso non si può scendere sotto 9 metri quadrati.

Telemedicina

Infine la telemedicina e, in particolare, telecardiologia (elettrocardiogramma e holter pressorio e cardiaco) e spirometria. Per potere erogare queste prestazioni le farmacie devono essere dotate di dispositivi di misurazione non invasiva della pressione arteriosa, della saturazione percentuale dell’ossigeno e di monitoraggio della pressione arteriosa e dell’attività cardiaca in collegamento con i centri accreditati dalle Regioni, oltreché di misurazione della capacità polmonare tramite auto-spirometria. Al riguardo le linee guida allegate alla convenzione precisano pure che «il farmacista, per quanto di competenza, assume la responsabilità professionale per le prestazioni di telemedicina in farmacia, con particolare riguardo all’appropriatezza e idoneità dei dispositivi tecnici impiegati e al rispetto delle norme di trattamento dei dati sanitari».

No di laboratori e biologi

Il tema, però, divide le professioni sanitarie: da una parte ci sono i farmacisti, in testa Federfarma e l’ordine professionale, che plaudono. Dall’altra le associazioni di categoria dei laboratori di analisi, ma anche l’ordine nazionale dei biologi e soprattutto l’Anaao-Assomed, il principale sindacato dei medici italiani che sono già sul piede di guerra. «Riteniamo che l’accordo comprometta la tutela della qualità e l’attendibilità dei servizi resi agli utenti – ha tuonato il segretario nazionale di Anaao Pierino Di Silverio –, cui si aggiungono la grave e palese invasione di competenze di medici e altri professionisti sanitari: non possiamo accettare che la refertazione dei prelievi del sangue capillare venga delegata al farmacista senza prevedere il rispetto di tutti i requisiti strutturali, organizzativi, tecnologici e professionali previsti per i servizi di medicina accreditati».

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