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Marina di Massa, nave contro il pontile: cosa è successo alla Guang Rong? Le prime ipotesi

di Giovanna Mezzana

	La nave e com'era il pontile
La nave e com'era il pontile

Il cargo che trasportava detriti di marmo ha distrutto il pontile di Marina di Massa. Giallo sul tempo di navigazione. La scarsa potenza dei motori tra le possibili cause

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MASSA. Dura all’incirca due ore e mezzo il giallo che la Procura di Massa dovrà risolvere per capire che cosa è accaduto a bordo della nave-cargo Guang Rong, battente bandiera cipriota: nella serata di martedì è andata a sbattere contro il pontile di Marina di Massa. E alla fine l’ha decapitato: la rotonda sulla punta estrema è stata “strappata” e il mare l’ha trascinata via. È un disastro per una città come Massa che strizza l’occhio ai vacanzieri del turismo balneare. Ed è anche uno sfregio alla comunità massese per cui il pontile – che era chiuso per restyling – è un Luogo del Cuore. L’equipaggio composto di 13 membri – tutti di nazionalità straniera eccetto un italiano – è salvo. Adesso l’emergenza è tutta ambientale: nel ventre della nave ci sono 102 tonnellate di gasolio. Poi si dovrà pensare al relitto: «Serviranno settimane, mesi per rimuoverlo», anticipa il sindaco di Massa Francesco Persiani.

Dalle 18, 30 alle 21

Siamo al porto di Marina di Carrara. È lunedì 27 gennaio ed è in rada la Guang Rong, che trasporta tout venant – cioè pietrame che arriva dalle cave di marmo – ed è diretta al porto di Genova: essa infatti è una delle imbarcazioni per il trasporto di materiale che si impiega nel cantiere per la costruzione della nuova diga foranea del porto del capoluogo ligure. Che la Guang Rong è in rada si evince dal Registro ufficiale che rende conto delle navi che sono nello scalo, che sono ancorate in sosta e prevede gli arrivi; forse c’era anche il giorno prima ma non si può affermare con certezza. È martedì 28 gennaio, la Guang Rong «parte alle 18,30 da Marina di Carrara», dice il comandante della capitaneria di porto di Marina di Carrara, il capitano di fregata Tommaso Pisino; sarebbe il primo punto fermo. «Avevamo già preordinato – spiega il comandante – che si spostasse al porto della Spezia per essere più riparata»; lo scalo spezzino ha una “fisionomia” differente rispetto al porto apuano: più “protettiva”. Piove, soffia un vento forte, del resto, e il mare si ingrossa. La nave-cargo è diretta verso il porto ligure ma c’è qualcosa che non va: «Ha cominciato a scarrocciare», descrive Pisino, a poche decine di metri dalla costa e «alle 21 – aggiunge – si è definitivamente incagliata al pontile di Marina di Massa».

L’idea che avanza

L’ipotesi che prende corpo – ma i condizionali sono tutti d’obbligo – è che la potenza del motore su cui può contare la Guang Rong non sia sufficiente a tenere la rotta: per quale ragione – entrambi i motori sono pienamente efficienti? – dovrà essere accertato.

Contro il molo

Così la Guang Rong – alla cui guida c’è il comandante Milan Durisic, 42 anni, originario del Montenegro – sbatte contro il pontile di Marina di Massa: con le spalle alla città, si adagia lungo il versante destro. Il problema però è un altro: il moto delle onde fa sì che la nave colpisca e ri-colpisca il pontile, provocando così una sollecitazione continua al molo. Alle 21,30 la rotonda sulla punta del pontile si stacca in un corpo pressoché unico e cade in mare. Per chi guarda e si accorge dell’accaduto – centinaia sono i massesi che guardano, attoniti, al di là delle transenne allestite al volo – è un punto “di non ritorno”

La lunga notte

È una lunga notte: nella piazza di fronte al pontile, è un brulichìo: c’è la guardia costiera e i vigili del fuoco, la polizia di Stato, i carabinieri, la guardia di Finanza, la protezione civile, i mezzi del soccorso. Ci sono il sindaco Persiani, il prefetto della provincia di Massa-Carrara Guido Aprea, il comandante della capitaneria di porto Pisino. Intanto si scopre che la Guang Rong nel febbraio 2023 era stata stoppata dalla guardia costiera di Genova per «12 deficienze».

Il giorno dopo

È mercoledì 29 gennaio, ieri. Notte-tempo, la nave-cargo ha “virato”: non è più a lato del pontile bensì perpendicolare a esso. Si tiene il fiato sospeso per le 102 tonnellate di gasolio contenute nei serbatoi: «Bisogna disinnescare questa bomba ecologica», dice il sindaco Persiani. Se però il mare non si cheta – oggi è un altro giorno – i sommozzatori della guardia costiera non possono intervenire. Il pontile è distrutto – dovrà essere rifatto ex novo o potrà essere salvato? – però il rischio sversamento potrebbe essere scongiurato. Perché il forte odore di gasolio che molto cittadini hanno avvertito potrebbe essere stato solo l’effetto della cosiddetta «acqua di sentina», dice il sindaco.

Le indagini

Intanto dalla Procura di Massa – dal procuratore-capo Piero Capizzoto – arriva la conferma dell’«avvio di attività di indagini preliminari finalizzate all’accertamento di eventuali profili di colpa che possano avere avuto incidenza causale sul naufragio». C’è dunque un procedimento penale aperto ed è stato disposto il sequestro dell’imbarcazione: prima dovrà però essere messa in sicurezza. 

Intanto, giovedì 30 gennaio, al pontile di Marina di Massa sono al lavoro il nucleo sommozzatori della guardia costiera di Genova, il reparto sommozzatori della polizia di Stato della Spezia e i vigili del fuoco di Livorno, tutti coordinati dalla Capitaneria di porto di Marina di Carrara. Finalmente verrà fatto ciò che si attendeva venisse fatto: l'ispezione dello scafo della nave-cargo che nella tarda serata do martedì 28 gennaio sì è arenata contro il pontile di Marina di Massa.
 

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