L’amore cantato da Alfa: così si racconta la differenza tra amare e innamorarsi
Un sentimento che è la chiave, mai un lucchetto: «Non c’è un filo spinato che può tenere il vento»
Quante volte abbiamo sentito un cantante che parla d’amore? Sicuramente non poche. Ecco, Alfa, pseudonimo di Andrea De Filippi, è un giovane cantante genovese e uno dei suoi temi ricorrenti è proprio questo. Quasi tutte le sue canzoni, infatti. “Il filo rosso”, l’ultima canzone che è uscita, è un brano dedicato alle relazioni che si hanno a distanza, di come la propria metà quando si allontana può mancarci talmente tanto da farci «dormire male cinque ore e pensarci le altre 19». Oppure “Testa tra le nuvole, Pt 1”, che parla di quando la relazione finisce all’improvviso e di quanto può essere difficile superare questo dolore quando si rimane innamorati. Perché quando si parla di lui o lei «aumenta il battito», finendo poi per capire che alla fine «il per sempre nella vita non esiste».
C’è poi la canzone “Le cose in comune”, il cui testo parla delle cose che spesso si hanno in comune con la propria metà. Perché alla fine solo una cosa ci fa innamorare spesso di una persona: come può essere lo sguardo in questa canzone perché «soltanto lo sguardo non è proprio uguale, perché il mio è normale, ma il tuo è troppo bello».
E perché no? Ha spiegato in maniera semplice la differenza tra innamorarsi ed amare, che apparentemente possono sembrare due cose molto simili, ma lui è riuscito a spiegare cosa sono, e le loro differenze.
Perché «che grande differenza c’è tra innamorarsi e amare, la prima è un ascensore, la seconda sono scale, si ripetono un po’ come l’acqua nelle fontane, ma ti fan sentire libero come l’acqua nel mare. La prima in un secondo, la seconda serve tempo, la prima è un bel ricordo, la seconda serve impegno, la prima ti fa scemo, la seconda ti fa saggio, entrambe possono finire e tu devi accettarlo».
C’è in particolare una canzone di Alfa che non parla di amore e che ha portato anche sul palco di Sanremo in coppia con il professore Roberto Vecchioni: “Sogna, ragazzo, sogna”. Ecco, questo è un brano che incita a non mollare mai, e nonostante il male che c’è nel mondo, che si è fronteggiato e che si dovrà fronteggiare, fermarsi non è mai la risposta. Alla fine «lasciali dire che al mondo, quelli come te perderanno sempre, perché hai già vinto, lo giuro e non ti possono fare più niente».
Mi ha fatto compagnia nei momenti tristi, mi ha fatto venire la pelle d’oca quando parla di questi argomenti e mi ha fatto capire quando mi sono innamorata e quando ho amato seriamente. L’ho dedicato alle persone a cui tengo e me l’hanno dedicato le persone più care. Mi ha fatto cantare a squarciagola quando alla televisione si esibiva e mi ha fatto capire la differenza che c’è tra due cose bellissime. E, alla fine, io la penso come lui: «Non so chi ha creato il mondo, ma so che era innamorato».
L’amore è qualcosa di importante, che va saputo gestire e accogliere. Dagli errori si impara, dalle chiusure si trae un insegnamento in più e dai pali ricevuti impareremo ad essere sempre meglio. L’unica cosa da ricordare che è la chiave per vivere un amore sereno è una, ed è forse la cosa fondamentale: «L’amore è chiave, non sarà mai un lucchetto, non c’è un filo spinato che potrà tenere il vento».
Se una persona vuole che ci si chiuda dentro di noi, è manipolazione e non è rispetto.
*Studentessa di 18 anni dell’Itcg Fermi di Pontedera