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Avere vent’anni, la forza di Sarah Fahr: da Piombino al tetto del mondo di Parigi 2024


	Sarah Fahr durante un'esultanza
Sarah Fahr durante un'esultanza

Ha conosciuto il volley per puro caso, perché la migliore amica di quei tempi giocava nel Volley Piombino: un segno del destino

16 agosto 2024
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Ecco le riflessioni dei lettori pubblicate sull’edizione cartacea di mercoledì 14 agosto, nella pagina dedicata al filo diretto con il direttore de Il Tirreno, Cristiano Marcacci. “Dillo al direttore” è l’iniziativa che permette alle persone di dialogare direttamente con Cristiano Marcacci, attraverso il canale WhatsApp (366 6612379) e l’indirizzo mail dilloaldirettore@iltirreno.it.

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* di Giordano Lupi

Avere vent’anni, come in un vecchio film, occhi azzurri da ragazzona nordica, gambe interminabili, sorriso aperto, di sfida verso il mondo. Sarah schiaccia sotto rete punti decisivi e conquista Parigi, partita da Kulmbach, in Baviera, approdata a Piombino dopo una parentesi elbana, che è soltanto una bambina con il sogno impossibile di fare la ginnasta. Sarah è troppo alta, il volley è il suo sport naturale, agile come poche, comincia a muoversi sul parquet del Mario Falci, guidata da Palermo e Vittorini, per spiccare il volo verso lidi nazionali, la medaglia d’argento al mondiale a soli diciassette anni, le Olimpiadi di Tokyo, adesso Parigi, titolare indiscussa.

Fa uno strano effetto vederla in campo con la maglia della Nazionale e ricordarla bambina tra via Boccioni e via Rosai, dov’è cresciuta, proprio sotto casa mia, figlia di tedeschi trapiantati a Piombino. Sarah combatte come una leonessa accanto a Paola Egonu, prima batte la Turchia, infine gli Stati Uniti, insieme alle compagne di squadra, un gruppo di ex ragazze terribili che sono diventate grandi insieme. Sarah tornerà al suo mare, alla sua oasi di silenzio nelle campagne dei Diaccioni, la sua pace dei sensi, come è solita definire la villa costruita dal babbo al posto d’un vecchio annesso agricolo.

«Sono arrivata in Italia dalla Germania per via del lavoro di mio padre, in un primo tempo ci siamo stabiliti all’Isola d’Elba, ma ci abbiamo vissuto soltanto un anno perché dove abitavamo tutti parlavano tedesco e mia madre voleva imparare l’italiano. Per questo ci siamo trasferiti a Piombino che poco a poco è diventata la mia città, la mia casa, il luogo dove tornare». Sarah conosce il volley per puro caso, solo perché la migliore amica di quei tempi gioca nel Volley Piombino, e le due ragazze vogliono stare insieme. Un segno del destino, perché scopre il suo futuro, compie la trafila delle giovanili ed entra nel giro della Prima Divisione a soli 13 anni. Trofeo delle Province, Trofeo delle Regioni, quindi Nazionale e vittoria nel mondiale Under 19 che tempo fa definì un’esperienza figa, prima un europeo da non protagonista, poi un argento, «conquistato nel mondo delle grandi, un mondo che credevo diverso, pensavo che ognuna vedesse solo il proprio successo, che ci fosse egoismo, invece sono entrata a far parte di un bel gruppo, ho stretto legami importanti, pure se non sempre è stato tutto facile, anzi abbiamo attraversato momenti difficili, che abbiamo superato unendo le forze».

Non solo Nazionale, anche Imoco Volley di Conegliano, squadra che è come la Juventus della pallavolo, un vero asso pigliatutto, dove vince coppe, supercoppe e campionato. La Nazionale suscita simpatia, perché il legame che esiste tra quel gruppo di ragazze si vede anche in televisione e adesso non esistono più scalini impossibili da superare. Sarah ci rende orgogliosi come cittadini piombinesi, modesta e spontanea nonostante il successo, un esempio per i nostri giovani che fanno sport. Attendiamo che torni a casa vincitrice, per tuffarsi di nuovo a Baratti, in quel mare che ama, per affacciarsi da piazza Bovio, volto sorridente verso l’Elba, isola dalla quale un giorno è partita, breve pensiero alla Baviera lontana, ai sogni realizzati, ai desideri da compiere, molti delimitati da un campo di volley, con la maglia di quella Nazionale composta da ex ragazze terribili e guidata da un grande allenatore come Velasco che ha vissuto sofferenza e dittatura sulla sua pelle.

Piombino grazie a Sarah vince la prima medaglia d’oro della storia, la medaglia più bella, conquistata a suon di vittorie eclatanti, tutte per tre a zero, con un solo set regalato alla Repubblica Dominicana nella gara di esordio. Tre a zero agli Stati Uniti in finale, una vittoria così netta da far sembrare gli avversari una squadra mediocre. La nostra Sarah Fahr è stata tra le migliori giocatrici azzurre, decisiva con i suoi punti sia in fase di muro che di schiacciata, tanto nella semifinale con la Turchia quanto in finale contro gli USA. È stato bello vederla sorridente abbracciare i genitori e il fratello minore sfogando in un pianto liberatorio tutta la gioia di un momento storico. Io che sono stato suo vicino di casa, in via Boccioni, ho ricordato di aver visto crescere questa ragazzona tedesca dai capelli biondi e gli occhi color del cielo.

* autore ed editore

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