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Alluvioni e frane fanno calare il prezzo delle case in Toscana: le zone, i dati e la relazione degli esperti

di Ilenia Reali
Alluvioni e frane fanno calare il prezzo delle case in Toscana: le zone, i dati e la relazione degli esperti

L’allarme di Bankitalia sugli effetti del cambiamento climatico

26 giugno 2024
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La frequenza di frane e alluvioni per il cambiamento climatico in corso è aumentata progressivamente e la Toscana risulta tra le regioni italiane a maggiore fragilità, la terza per numero di eventi estremi, dopo Lombardia ed Emilia Romagna. Una fragilità aggravata dal consumo del suolo seppur inferiore alla media nazionale.

La relazione

A dare una lettura dell’impatto idrogeologico con una relazione che dedica un ampio spazio all’economia della Toscana e all’esposizione al rischio climatico non è né un’associazione ambientalista né un ente che si occupa di clima, ma la Banca d’Italia, come a evidenziare il fatto che non si tratta di una trasformazione che non ha conseguenze, a partire dai danni provocati alle aziende (nello scorso novembre il 3% del totale regionale sono state alluvionate), ma anche nella percezione del territorio che può cambiare, anche per gli investitori.

L’analisi della filiale regionale di Bankitalia evidenzia come «l’alluvione dello scorso novembre, che si è concentrata in zone caratterizzate da un alto rischio idrogeologico, ha colpito un’area fortemente urbanizzata e con un’elevata concentrazione di imprese». E ancora: «Le conseguenze economiche sono state significative per il sistema produttivo, soprattutto per il comparto della moda. La maggiore frequenza degli eventi estremi ha altresì accresciuto la consapevolezza dei cittadini circa l’esposizione al pericolo idraulico, riflettendosi in differenziali nei prezzi delle abitazioni localizzate nelle aree più esposte al rischio».

I fenomeni

Di fatto Bankitalia mette in luce tre primi fenomeni: il primo, il danno diretto causato dagli allagamenti; il secondo, l’aumento dell’indebitamento delle piccole aziende costrette a far fronte alla mancanza di liquidità e allo stop forzato chiedendo denaro; il terzo, la diminuzione del valore degli immobili nelle zone alluvionate.

Poi c’è un quarto elemento non esplicitato ma desumibile e che vedremo negli anni a venire: se gli eventi alluvionali e franosi continueranno a verificarsi con sempre maggiore intensità, la Toscana potrebbe essere penalizzata dagli investitori non locali per il rischio di impresa ulteriore che verrebbe a crearsi. Le zone alluvionali sono, tra l’altro, tra quelle con una maggiore incidenza di valore aggiunto a livello regionale.

I dati

Un elemento non secondario, dal momento che in base ai dati Ispra presi in esame nella relazione della banca centrale il 21,2% del territorio (contro il 14% in Italia) ha «qualche pericolosità idraulica» e su questo vive una quota della popolazione pari a quasi due terzi del totale, oltre il triplo del corrispondente dato italiano. Le zone a rischio elevato invece sono pari al 6,1 per cento del totale e interessano il 7,4 per cento della popolazione: e qui l’analisi diretta di Bankitalia dimostra come i prezzi delle abitazioni «incorporino in misura significativa la maggiore esposizione al rischio idraulico».

Le aree

I cambiamenti climatici porteranno quindi a conseguenze sulle scelte abitative influenzando le quotazioni immobiliari: già oggi le abitazioni all’interno delle aree pericolose, fino a un chilometro di distanza, costano meno al metro quadrato (oltre 80 euro). Un immobile costa in media il 3,6% in meno a metro quadrato e nelle zone fortemente antropizzate fino al 4%. Per quanto riguarda le imprese, oltre al miliardo di danni subiti, hanno «aumentato il grado di utilizzo delle linee di credito esistenti per fronteggiare lo shock di liquidità».

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