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I conti, la giustizia e la Uefa: per la Juventus non è finita qui

di Fabrizio Bocca
I conti, la giustizia e la Uefa: per la Juventus non è finita qui

Quella della Juve, ancora una volta stangata dalla giustizia sportiva, è una storia assurda solo per chi guarda il calcio attraverso il tifo

22 gennaio 2023
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Quella della Juve, ancora una volta stangata dalla giustizia sportiva, è una storia assurda solo per chi guarda il calcio attraverso il tifo. Cioè tutti. Per chi porta la Juve nel cuore sbatterla 15 punti più sotto per sotterfugi contabili – le plusvalenze fasulle considerate finora non giudicabili – è una spaventosa ingiustizia. E per chi la detesta, la conferma che l’Impero del Male è a Torino. Stare nel mezzo, lì dove dovrebbe stare chi giudica, significa guardare ai fatti, non curarsi del tifo e sopportare gli insulti dei partiti contrapposti. Tifo e giustizia sono come l’acqua e l’olio, non si mischiano.

La Juve oggi

Cominciamo dalla fine. Assurdità per assurdità potremmo considerare adesso Max Allegri persino fortunato, nessuno gli chiederà più una Juve che debba arrivare chissà dove, e dopo aver toccato il fondo con i 5 gol di Napoli, ora godrà giustamente di tutti gli alibi possibili. Come Muzio Scevola addirittura potrebbe salvare la città sotto assedio e già si respira eroismo. Intanto a parlare con la squadra sprofondata nel buio non è andato l’ultimo degli Agnelli, disarcionato da cavallo e che questo disastro ha provocato, bensì la coppia Ferrero - Scanavino, Direttorio del comitato di salvezza bianconera.

Stangata o compromesso?

Questo per dire che la stangata è pesante, ma al momento non è il dramma che si dipinge. Anzi la rapidità di giudizio e la condanna addirittura aumentata rispetto alla richiesta della Procura federale potrebbero tradire perfino la volontà di chiuderla qui. Una mazzata, ma poi basta. A patto che si trovi un sistema per gestire prove e documenti che arrivano a singhiozzo dall’Inchiesta Prisma: maquillage di bilanci, manovra stipendi, contabilità occulta, “carta Ronaldo” e via così. Anche la Consob qui ci ha messo il naso.

La pistola fumante

Le plusvalenze non sono lo sterco del diavolo, se prendo Pogba a zero dal Manchester Utd e glielo rivendo 4 anni dopo a 105 milioni vale un applauso. Se si stravalutano calciatori, in qualche caso addirittura sconosciuti, o si trovano fogli con le cifre dello scambio ma i giocatori sono indicati con “xxx”, nel senso che poi ci mettiamo i nomi che vogliamo, abbiamo la pistola fumante. Un trucco che ripetuto tante volte altera concorrenza e competitività. Il precedente processo si era chiuso con assoluzioni nel segno della libertà di quotazione e impossibilità di stabilire il valore neutrale di un calciatore. Ma ora ci sono intercettazioni in cui di questo sistema inquinato parla addirittura Andrea Agnelli, c’è un “libro nero” sulle operazioni di Paratici, c’è Cherubini che non condivide tale disinvoltura. Insomma l’Inchiesta Prisma ha portato il marcio a galla.

Così fan tutti

Al momento c’è una disparità di trattamento, non si può negare. Le plusvalenze si fanno in due. Ma il “così fan tutti” ha bisogno di altrettanti fatti, prove, inchieste delle procure, così come è stato per la Juve. Se è vero che nuovi interventi di giustizia sportiva sono attesi a febbraio, e che altri club in quel caso è auspicabile paghino per la loro scorrettezza, è altrettanto difficile credere a una giustizia sportiva a rate che continuamente riapre e richiude processi già chiusi. Sarebbe stato sicuramente meglio un maxi processo unico a fine campionato, ma ormai la giustizia sportiva è una giacchetta che si tira da una parte o dall’altra.

Intrigo internazionale

Così come le squalifiche dei dirigenti hanno un ricasco anche internazionale (Paratici non potrà più operare per il Tottenham), così anche l’Uefa potrebbe intervenire sulla Juve. Questa storia è come un secchio di legno che trasuda pece nera e che non smette di colare.

Il rifiuto di Calciopoli

Guardare il dito e non la luna. Il lato più sconvolgente di questa storia è che la Juve 16 anni dopo Calciopoli si trovi di nuovo in mezzo a un grave scandalo che investe società e dirigenti. E solo di riflesso allenatore e squadra che ne pagano le conseguenze. La nuova società sembra evitare l’arroganza e avere un nuovo karma. Il cocciuto rifiuto delle sentenze di Calciopoli, gli scudetti cancellati ed esibiti, il delirio di onnipotenza: dietro questa storia c’è soprattutto questo.

La confessione

Due giorni prima della sentenza che le infliggeva il -15, la Juve cambiava ufficialmente volto. Le clamorose dimissioni del precedente CdA, l’addio dopo 12 anni di Andrea Agnelli - a luglio si festeggeranno i 100 anni di proprietà Juve - e un bilancio dai conti disastrati, sono valsi agli occhi del calcio italiano come una confessione. Prima di urlare ai complotti la Juve deve guardare al fondo di se stessa. 

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